Rimane stabile a giugno la fiducia delle imprese manifatturiere
Salgono leggermente i giudizi sul livello corrente degli ordini e rimangono stabili le scorte di magazzino e le attese di produzione; continuano anche a migliorare i giudizi sull’andamento della produzione (che nei beni d’investimento si collocano sui massimi degli ultimi 12 anni).
La fiducia migliora tra i produttori di beni di consumo (da 96,4 a 97,3), ma scende nei beni di investimento (da 99,9 a 99,3) e negli intermedi (da 94,1 a 93,1).
La sostanziale stabilità registrata dall’indice nazionale si riflette, a livello territoriale, in un lieve peggioramento nelle regioni del Centro-Nord e in un deciso miglioramento nel Mezzogiorno. Nel secondo trimestre tornano a migliorare le previsioni sul fatturato all’export, ma aumentano i vincoli all’attività di esportazione.
Circa il fatturato all’export negli ultimi tre mesi, calano i giudizi sull’andamento, ma migliorano le previsioni a breve termine; diminuisce anche leggermente (rispetto ai valori elevati toccati nei precedenti trimestri) il rapporto tra prezzi all’esportazione e prezzi interni.
Tra i vincoli segnalati all’attività di esportazione, aumentano fortemente quelli legati a fattori di prezzo e di costo (probabilmente in relazione all’apprezzamento del cambio) e a difficoltà di ordine burocratico.
Tra i mercati di sbocco, aumenta il ruolo di Francia e Germania, a scapito degli altri paesi UE; sostanzialmente stabili invece i paesi del resto del Mondo.
Diminuisce il numero delle imprese che indica come paesi principali concorrenti sui mercati internazionali e domestici la Francia, la Germania e il Regno Unito; aumentano di converso quanti avvertono la concorrenza degli altri paesi europei. Analogamente, diminuiscono quanti lamentano una forte concorrenza di Stati Uniti e Cina e aumentano invece le segnalazioni per altri paesi del resto del Mondo non ulteriormente specificati.
La fiducia migliora tra i produttori di beni di consumo (da 96,4 a 97,3), ma scende nei beni di investimento (da 99,9 a 99,3) e negli intermedi (da 94,1 a 93,1).
Secondo la consueta indagine trimestrale, nel periodo aprile-giugno calano i giudizi ma migliorano le previsioni sull’andamento del fatturato all’export; diminuisce inoltre leggermente (rispetto ai valori elevati toccati nei precedenti trimestri) il rapporto tra prezzi all’esportazione e prezzi interni. Le imprese segnalano però un aumento dei vincoli all’attività di esportazione, a causa soprattutto di fattori legati al prezzo (probabilmente in relazione all’apprezzamento del cambio) e di difficoltà di ordine burocratico. Tra i mercati di sbocco, aumenta il ruolo di Francia e Germania, a scapito degli altri paesi UE; sostanzialmente stabili invece i paesi del resto del Mondo. Diminuisce infine il numero delle imprese che indica come principali concorrenti sui mercati internazionali e domestici la Francia, la Germania e il Regno Unito; aumentano di converso le segnalazione riguardanti gli altri paesi europei. Analogamente, diminuiscono quanti lamentano una forte concorrenza di Stati Uniti e Cina e aumentano invece le segnalazione per altri paesi del resto del Mondo non ulteriormente specificati.