Riforme nella formazione professionale, più vicini alle imprese
Riforma dell’Istruzione tecnica e professionale, riforma degli Its e nuovi piani di orientamento: la svolta per ridurre il gap tra formazione e le esigenze del mondo produttivo
Allineare i curricula degli istituti tecnici e professionali alle competenze richieste dalle imprese. È questo il principale obiettivo che si prefigge la riforma dell’Istruzione tecnica e professionale annunciata dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, che poggerà sui fondi messi a disposizione dal Pnrr e dovrebbe vedere il varo entro il primo semestre del 2022. Impatterà complessivamente su 4.324 istituti tecnici e professionali e sul sistema di istruzione formazione professionale.
In cantiere, approvata alla Camera e ora incardinata al Senato, c’è già la riforma degli Its, gli Istituti tecnici superiori, vera e propria pista di lancio verso il mondo del lavoro, visto che mediamente, a un anno dal diploma, l’80% degli allievi trova occupazione. Agli Its il Pnrr ha destinato 1,5 miliardi per i prossimi 5 anni con l’obiettivo di aumentare numero di iscritti e di corsi.
Infine il ministro ha annunciato che saranno predisposte delle linee guida ministeriali sull’orientamento, con l’introduzione di moduli da 30 ore annue per medie e superiori e di una piattaforma digitale dedicata.
Tutto questo da un lato per contrastare l’abbandono e l’alto numero di giovani Neet (Neither in Employment or in Education or Training) ovvero che non lavorano e non studiano, e dall’altro andare incontro alle esigenze del tessuto imprenditoriale, di cui circa un terzo lamenta di non trovare profili giusti da assumere, in particolare quelli legati alle discipline Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics) ovvero quelle scientifico-tecnologiche.
Franco Metta