Potenza e sicurezza: le due facce di Racer 5 Cobot di Comau
Può lavora al fianco dell’uomo in tutta sicurezza, ma anche gareggiare in prestazioni con i migliori robot industriali della sua fascia: Racer 5 Cobot, l’ultimo nato di casa Comau, è piena espressione della filosofia Humanufacturing, ovvero mettere l’uomo al centro del processo produttivo
Comau ha lanciato oggi ufficialmente sul mercato l’ultimo nato della famiglia Racer: Racer 5 Cobot. In perfetta linea con la filosofia Humanufacturing, per cui è l’uomo a dover essere posto al centro del processo produttivo, questo cobot unisce la grande potenza e versatilità tipica del mondo dei robot industriale, con massima ergonomia e assoluta sicurezza, certificata TUV Sud, per l’utilizzo al fianco dall’uomo.
Costruito interamente a Grugliasco e frutta della competenza nel campo dell’automazione industriale e della robotica maturata da Comau in 45 anni di attività, Racer 5 Cobot presenta due modalità operative: collaborativa e industriale. È infatti dotato di tutte le funzionalità atte a garantirne un impiego sicuro al fianco dell’operatore, sollevandolo da operazioni ripetitive, difficoltose o rischiose per la salute e consentendogli di concentrarsi sulle attività a più alto valore aggiunto. Nella modalità di lavoro industriale mostra invece le prestazioni elevate tipiche della sua famiglia, gareggiando quanto a prestazioni con i migliori modelli della sua taglia.
“Un anno fa molti hanno seguito l’evento ‘Revolution’ dove Comau presentava un primo prototipo di questo cobot di piccola taglia, ora qui abbiamo il prodotto completo” ha esordito Elisa Vigliani, product marketing manager. “Si tratta di una new entry importante per il completamento del portafoglio prodotti di Comau, una soluzione personalizzata sulle esigenze degli operatori, in linea con la filosofia Humanfacturing di Comau, che pone l’uomo al centro del processo produttivo.
Con questo ultimo nato, Comau unisce flessibilità ed elevate prestazioni in termini di ripetitività e precisione, con la sicurezza certificata TUV Sud: Racer 5 Cobot non necessita di recinzioni, presenta un ingombro ridotto e permette di risparmiare nei costi. È stata inoltre migliorata l’ergonomia in modo da ottimizzare la collaborazione uomo-robot. La sua duplice natura gli consente di lavorare a pieno ritmo quando gli operatori sono fuori dalla zona di lavoro e di passare a velocità collaborativa se sono presenti delle persone in prossimità. Questo permette di avere tempi di ciclo ridotti ed evitare interruzioni del ciclo produttivo nel caso in cui l’operatore debba intervenire sul posto”.
Versatile, robusto e collaborativo
“Dal punto di vista delle caratteristiche meccaniche e della potenza, questo robot antropomorfo a 6 assi presenta un payload di 5 kg e uno sbraccio con reach di 0,8 metri, raggiungendo velocità pari a un massimo di 500 mm/s in modalità collaborativa e di 6 m/s in modalità industriale” ha illustrato Stefano Mantino, product manager di Racer 5 Cobot. “L’approccio di sviluppo ha seguito lo stesso paradigma adottato dal suo predecessore, Aura, il cobot Comau con payload di 170 kg. Siamo dunque partiti da un prodotto industriale per ottenere un robot collaborativo con tutte le caratteristiche e prestazioni del prodotto originale, uniche nel suo genere”.
Le novità introdotte si concentrano in particolare sull’avanbraccio, dove sono stati riorganizzati tutti i servizi introducendo anche due pulsanti inediti: “Uno serve per attivare la guida manuale, l’altro, lo ‘user bottom’, invece, è interamente customizzabile in base alle esigenze dell’operatore. Può avviare il path recording, cioè la registrazione di un movimento, oppure richiamare un programma o mettere in pausa e far ripartire il cobot” ha proseguito Mantino. “Su un lato dell’avanbraccio del cobot sono stati inoltre inseriti due connettori, uno per la connessione Ethernet e l’invio dei dati, l’altro in grado di gestire 2 input e 2 output digitali. Dall’altra parte, invece, sono presenti tre connettori per l’aria, per applicazioni di pneumatica, uno per l’aria diretta e altri due comandati da un’elettrovalvola alloggiata all’interno del polso. Tutto questo permette di avere una soluzione ‘pulita’, senza cavi e tubi all’esterno”.
Ulteriori peculiarità sono la presenta di parabordi anti-pizzicamento, per evitare che le dita vengano pizzicate, e di un ‘collare’ LED alla base che fornisce informazioni immediate all’operatore sullo stato di funzionamento del cobot. In particolare, se la luce è verde, significa che il cobot sta operando in modalità collaborativa, mentre a luce spenta in modalità industriale. La luce blu pulsante indica una collisione o avverte che il cobot si sta per riavviare automaticamente; la luce rossa indica un allarme e la necessità di un intervento da parte dell’operatore. “In caso di impatto il cobot si ferma. La gestione del ripristino dell’attività può essere impostata da parte dell’operatore con un restart automatico o manuale, ossia previo intervento dell’operatore. In questo caso abbiamo impostato un reset automatico dopo mezzo secondo, per cui la luce blu del LED lampeggiante ci avvisa che Racer 5 Cobot sta per ripartire” ha spiegato ancora Mantino. “Se fosse richiesto il ripristino manuale da parte dell’operatore, si accenderebbe la luce rossa”.
Collegato a un laser scanner, Racer 5 Cobot è in grado di riconoscere quando l’operatore entra nell’area di lavoro e cambia automaticamente stato da industriale a collaborativo rallentando i suoi movimenti. “Se si esce dall’area di lavoro il robot torna in modalità industriale, la luce LED verde si spegne e i movimenti tornano veloci” ha esemplificato Mantino. “La collaboratività è garantita da un software sviluppato da Comau e certificato da TUV Sud, che confronta le coppie su ogni singolo asse con quelle calcolate dal modello dinamico. La precisione raggiunta è molto elevata grazie a un algoritmo adattativo, che è in grado di ‘capire’ se si verifica, per esempio, uno sbalzo termico o se gli attriti generati dai giunti modificano nel tempo l’oggetto per usura, adattando il modello dinamico alle condizioni di funzionamento che evolvono nel tempo”.
Infine, la sicurezza è garantita anche dal fatto che ogni cobot viene testato in una cella automatica con un ciclo di 60 impatti, in modo da verificare che l’arresto del cobot avvenga sempre entro i limiti imposti dalle normative.
Un progetto per i system integrator
Grazie a Racer 5 Cobot system integrator e utenti finali possono automatizzare un’ampia gamma di processi produttivi in diversi settori dell’industria, aumentando l’efficienza e garantendo sicurezza ed ergonomia.
Per provarne la versatilità Comau ha avviato un ‘Programma demo per system integrator’: “È possibile candidarsi al progetto inviando al Comauplus+ Marketplace le proprie proposte di applicazione, da sviluppare con Racer 5 Cobot” ha infine spiegato Vigliani. “Le migliori idee applicative verranno selezionate e i proponenti potranno avere gratuitamente in prestito per tre o più mesi un cobot Racer 5 per realizzare l’applicazione. Nei tre mesi chiediamo di avere visibilità sulla realizzazione del progetto. Le prime tre migliori applicazioni verranno quindi premiate con uno sconto sull’acquisto del successivo cobot, avranno piena visibilità sui nostri social e potranno partecipare a iniziative di co-marketing dedicate”.
Ilaria De Poli @depoli_ilaria
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