Presentati i dati sull’andamento del mercato Ict 2012

Dalla rivista:
Automazione Oggi

 
Pubblicato il 8 novembre 2012

 

“Nel primo semestre del 2012 il mercato dell’Information Technology ha subito, dopo la perdita del 2011 (-1,7%), un’ulteriore contrazione, pari a -3,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. È questo un risultato allarmante che aggrava i contorni della recessione. Rinunciare a investire in innovazione, come molte imprese sono costrette a fare oggi, anche loro malgrado, significa soprattutto rinunciare a crescere in competitività, efficienza e produttività, contribuendo ad avvitare verso il basso la spirale della crisi economica. In questo quadro di estrema difficoltà, la seconda parte dell’anno non può che essere all’insegna del peggioramento: secondo le nostre stime, infatti, il mercato IT sconterà una riduzione aggiuntiva chiudendo il 2012 a – 4,4%. Qualora nei prossimi mesi le condizioni di scenario rimanessero tali, tutti i segnali indicano che anche l’anno prossimo continuerà a essere un periodo di grande sofferenza per l’industria IT, compromettendo ulteriormente le possibilità di ripresa della nostra economia” così ha esordito Paolo Angelucci, presidente di Assinform, l’associazione italiana dell’Information Technology, nel presentare i dati sull’andamento del settore ICT nel primo semestre dell’anno nel corso della conferenza stampa a cui ha preso parte anche Giancarlo Capitani, ad di NetConsulting, partner nell’elaborazione del Rapporto Assinform.
D’altro canto i risultati registrati dall’IT dei primi sei mesi dell’anno autorizzano il pessimismo, con le componenti tradizionali tutte in netta discesa rispetto al biennio precedente: l’hardware a -7,1% (il trend del 1° semestre 2011 sullo stesso periodo del 2010 era stato di -4.0%), software –0,6% (+0,3% nel 2011/2010), assistenza tecnica a 6,8% (-3,6%) servizi a -3,3% (-1,2%). In attenuazione, invece, il calo del mercato delle TLC, che chiude il primo semestre 2012 con -1,3% (-2,7% nel 2011/2010), trend dovuto alla ripresa degli investimenti nelle infrastrutture di rete + 2,2% (-3,3%) e nei sistemi e terminali + 4,4% spinti soprattutto dagli smartphone, che continuano a crescere a doppia cifra segnando + 30%.
“Le difficoltà dell’IT” ha spiegato Angelucci “sono anche il riflesso dei cambiamenti tecnologici che, sulla spinta dell’esplosione del web, stanno trasformando profondamente profilo e dinamica del settore, ampliandone i confini e penalizzando gli assetti tradizionali. Per questo abbiamo sentito la necessità di rileggere e reinterpretare il settore come Global Digital Market, metodo analitico capace di cogliere gli effetti della convergenza sempre più spinta fra IT e TLC”. Sotto questa nuovo lente, si rileva che nei primi sei mesi dell’anno, al netto calo dei PC e server si è contrapposto non solo il + 78,5% di crescita del mercato tablet, ma anche l’affermarsi dell’IT della nuvola, il cloud computing aumentato del 41.6 %. Allo stesso tempo i nuovi modi di fruizione della tecnologia spingono la crescita del segmento dei contenuti digitali e della pubblicità on line al ritmo del + 4,1%. Se il trend dei servizi informatici e del software continua a scendere, emerge invece la dinamica positiva (+3,0%) delle applicazioni innovative sui temi della mobilità, della protezione ambientale, della sicurezza sociale e welfare.
“Ma attenzione” ha sottolineato il presidente di Assinform “il processo di radicamento in Italia dell’innovazione digitale con l’emersione del Global Digital Market è frenato non solo dalla crisi e dai tagli lineari che finiscono per penalizzare anche una spesa strategica come quella in innovazione, ma dalle resistenze al cambiamento e alla modernizzazione che persistono nella pubblica amministrazione, risultando in un trend ancora troppo lento per riuscire a compensare le difficoltà delle componenti tradizionali e troppo debole per colmare il gap digitale italiano”.
“Per invertire il trend negativo e aprire il Paese alle opportunità dell’economia digitale occorre una cura shock che, in realtà, è già nelle potenzialità del pacchetto di misure sull’Agenda digitale varato dal Governo con il recente decreto legge Crescita 2.0” ha continuato Angelucci secondo cui i prossimi mesi sono cruciali. È importantissimo, quindi, che tali misure diventino legge al più presto, senza cedimenti rispetto allo spirito e agli obiettivi innovativi del provvedimento. È necessario, infatti, stabilizzare le condizioni quadro, per far partire un nuovo importante ciclo di investimenti in ICT, di cui già si vedono i segnali per le infrastrutture TLC, che potrà fare da volano per la crescita dell’intera economia. Non solo, ma dalla rapida attuazione dell’Agenda digitale dipende la valorizzazione del fenomeno più rilevante messo in luce dal Global Digital Market, relativo al fatto che oggi la parte connessa del paese si sta decisamente infrastrutturando sulla dimensione mobile, puntando cioè sulle componenti tecnologiche che consentono la fruizione di Internet in movimento. La straordinaria diffusione in Italia di tablet, smartphone, cloud deve trovare un’importante finalizzazione nello sviluppo di nuove applicazioni e servizi on line, in grado di assicurare una maggior dinamicità e flessibilità degli assetti organizzativi della società e dell’economia. Si tratta di un’occasione di cambiamento profondo che abbiamo a portata di mano e che non può essere persa.
“In questo scenario difficile, ma non privo di potenziali vie d’uscita, anche le imprese sono chiamate a fare la loro parte” ha concluso Angelucci. “Nella prospettiva di una nuova domanda che chiede all’ICT di essere ancora più trasversale, più penetrante, più capace di dare soluzione ai problemi strutturali del Paese, il settore deve essere pronto a mettere in campo più innovazione, più best practice, più capacità di intervento. In questa chiave è fondamentale garantire l’accesso al credito alle imprese che vogliono investire in innovazione. Puntare sul modello di crescita 2.0 vuol dire anche abbattere il credit crunch per l’innovazione, stabilendo percorsi facilitati agli investimenti in nuove tecnologie. Sensibilizzare il governo e gli istituti di credito su questa necessità costituirà un impegno prioritario di Assinform nei prossimi mesi, affinché possa diventare protagonista delle nuove sfide.

Il mercato italiano dell’ICT: – 2,1%
Nel primo semestre 2012, il mercato Italiano dell’ICT nel suo perimetro tradizionale si è fermato a 28.306 milioni (-2,1% sul primo semestre del 2011). Delle due componenti considerate, l’IT non ha superato gli 8.426 milioni (-3,8%), peggiorando il trend rispetto all’anno prima (-1,7%), mentre le telecomunicazioni, pur fermandosi a quota 19.880 milioni (-1,3%) hanno dimezzato la caduta, mostrando segnali di ripresa per infrastrutture e terminali.

Il comparto dell’IT: -3,8%
Tutte le componenti classiche dell’IT hanno sofferto, in particolare l’hardware (2.172 milioni, -7,1%) e l’assistenza tecnica (303 milioni, -6,8%). Hanno sofferto anche i servizi (4.025 milioni, -3,3%), mentre il software è calato molto meno (1.926 milioni, -0,6%), grazie all’importanza che esso ha anche per l’adeguamento delle dotazioni tecnologiche esistenti.
Sull’hardware (-7,1%, sul primo semestre 2011) ha pesato la contrazione della domanda sia business che consumer. Il boom delle vendite di tablet (+77,1% in volumi) non ha compensato la contrazione del segmento dei PC (-17,5 %), eroso dai tablet in ambito consumer e penalizzato dai minori investimenti delle aziende. Consistente è anche la riduzione delle vendite in tutti gli altri segmenti (medi e grandi sistemi, stampanti, sistemi di storage, ecc), ove il cloud computing sta stimolando il passaggio dall’acquisto alla fruizione in rete e on demand di un novero crescente di risorse IT.
Anche i servizi (-3,3%) hanno subito la fase economica, che ha indotto a ulteriori riduzioni delle tariffe e dei progetti, con impatti rilevanti per la consulenza (-3,5%), la system integration (-3,4%), lo sviluppo e manutenzione applicativa (-5,7%), e un po’ meno severi per i servizi in outsourcing (-2,5%). Hanno fatto eccezione solo le aree di servizio legate i sistemi embedded (+0,8%).
Sull’andamento del software (-0,6%) ha influito la debolezza della domanda di applicazioni (-1,1%) e anche del software di sistema (-1,2%), che ha scontato la contrazione delle vendite hardware. A sostenere la domanda di software è stato il middleware, con la crescita delle componenti per la sicurezza, l’archiviazione e l’IT management, essenziali anche per il passaggio al cloud.

Il comparto delle telecomunicazioni: – 1,3%
Nella prima metà del 2012, il mercato delle telecomunicazioni (19.880 milioni, -1,3%) è risultato anch’esso in contrazione, ma meno e con segnali positivi.
La ripartizione dell’intero mercato (apparecchiature e servizi) per fisso e mobile dà conto di una realtà di rete fissa a 8.825 milioni (-2%) e di una realtà su rete mobile a 11.055 milioni (-0,8%). È però da un’altra ripartizione dell’intero mercato, per macrocomparti, che si notano i segnali positivi: a fronte di servizi per 15.630 milioni, in calo del -2,6%, i terminali si sono attestati a 2.600 milioni, in crescita del +4,4%, e le infrastrutture a 1.650 milioni, in crescita del + 2,2%. Nell’insieme terminali e infrastrutture hanno fatto registrare una ripresa del 3,5% su primo semestre 2011.
La crescita dei terminali viene dalla crescente diffusione di smartphone, inclusi anche nelle offerte dei gestori di servizi. Più importante è però la ritrovata dinamica delle infrastrutture, che segnala la ripresa degli investimenti per i servizi ultrabroadband sia in ambito fisso, con l’avvio dei piani di cablaggio in fibra ottica, sia mobile, attraverso la predisposizione all’LTE. Una conferma, e ancora di più un’accelerazione, del rinnovo infrastrutturale è essenziale per rivitalizzare il comparto dei servizi, che da tempo, a tecnologie date, sembra avere esaurito la spinta innovativa e propulsiva.
Infatti, e sempre nel primo semestre 2012, i servizi di rete fissa sono calati del -3% frenati dai comparti fonia, trasmissione dati e Internet, in calo complessivamente del -4,6%, con effetti in parte corretti dalla crescita dei VAS (+2,4% grazie al cloud computing). I servizi di rete mobile hanno anch’essi registrato un calo (-2,3%), risultante da dinamiche opposte delle due principali componenti: fonia, in calo del 6,5% per causa di cali competitivi delle tariffe; VAS mobili, in crescita del 6,4%, grazie alla dinamica dei servizi di mobile broadband, sostenuta da smartphone e tablet.

Il global digital market in Italia: -1,3%
Diversi e meno severi sono gli andamenti rilevati per il ‘global digital market’ che, tenendo conto di una sempre più rapida evoluzione tecnologica, include ambiti sino a oggi esclusi dal perimetro ICT (es. contenuti digitali, apparecchiature home-office connettibili in rete, Internet delle cose, ecc) e riclassifica l’intero mercato in 4 aree: dispositivi e sistemi, software e soluzioni ICT, servizi ICT e di rete, e-content e pubblicità digitale.
Rispetto al mercato ICT tradizionale e nei primi sei mesi del 2012 il global digital market (33.496 milioni) non solo è risultato superiore di 5.200 milioni ma è anche calato di meno (-1,3%). Esso ha dunque confermato il dinamismo strutturale dei nuovi ambiti considerati (che tuttavia non riescono ancora a compensare la riflessività dei comparti più tradizionali) e, ancora, che in Italia il rilancio dell’ICT nella sua visione più attuale passa attraverso la creazione delle condizioni di sistema per il decollo di nuovi prodotti e servizi digitali, business e consumer.
Più in particolare, a fronte di un calo dei servizi ICT e di rete (19.788 milioni, -2,9%) e di una sostanziale staticità dei dispositivi e sistemi (8.419 milioni, -0,5%), sono cresciuti il software e le soluzioni ICT (2.479 milioni, +2%) e l’ e-content/pubblicità digitale (2.810 milioni, +4,7%).

Le previsioni per il 2012
Il 2012 si presenta ancora difficile per l’economia italiana: per il terzo e il quarto trimestre il PIL è stimato in calo rispettivamente del -2,9% e del -1,4% sul trimestre precedente, ed è atteso un calo del PIL attorno al 2,4% su base annua.

ICT: – 2,6% previsione a fine 2012
Le previsioni per il mercato ICT tradizionale sono per 56.549 milioni nel 2012 (-2,6%), con l’ IT a 16.889 milioni (-4,4%) e le telecomunicazioni a 39.660 milioni (- 1,8%).

Global digital market: -1,4% previsione a fine 2012
Anche in chiave previsionale le stime per il global digital market, che come già ricordato include nuovi ambiti rispetto al tradizionale perimetro ICT, sono meno severe. Per il 2012 il global digitale di rete (-3,2% nel 2012 e -2,9% nel market) è stimato a 68.331 milioni (-1,4%), mostrando ancora non solo una maggiore consistenza rispetto al mercato ICT tradizionale (circa 13.000 milioni in più), ma anche una minor fragilità. E questo grazie ancora a dinamiche più sostenute nelle componenti e-content/adv e software/soluzioni (rispettivamente +4,1% e +4,4%) che, unite alla relativa stabilità dei dispositivi e sistemi (-0,5%), bilanciano in buona parte il calo ancora atteso per i servizi ICT.

Assinform: www.assinform.it/



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