Macchine utensili, il 2015 chiude con una crescita del 12,2%

Pubblicato il 15 dicembre 2015

Il 2015 della Macchina Utensile italiana si è concluso con un incremento del valore della produzione del 12,2%, a quota 5.430 milioni di euro. È quanto emerge dai dati di preconsuntivo resi noti dal Centro Studi di Ucimu – Sistemi per Produrre, l’associazione che rappresenta in Italia il comparto delle macchine utensili, robot e automazione.

Questa crescita a due cifre si va a sommare al +8% registrato nel 2013 e sarà seguita, secondo le stime, da un’ulteriore crescita nel 2016 e riflette sia una crescita del mercato domestico (+21% le consegne dei costruttori Italiani a clienti Italiani) sia un aumento corposo delle esportazioni, cresciute del 7,9% a quota 3.510 milioni dopo un paio di anni di stallo.

Tra i mercati di sbocco principali dell’export italiano il primo posto spetta agli Stati Uniti (+10,8%), seguito da Cina (+0,5%) e Germania (+7,1%). A seguire Russia, Francia, Polonia, Regno Unito, Turchia, Spagna e India.

Anche le importazioni sono in significativa crescita (+45%), segno questo di una rinnovata propensione al consumo del mercato italiano.

Anche il 2016 sarà un anno positivo. Le stime vedono un aumento del valore della produzione del 7,2%, dell’export (+6,6%) e del mercato interno (+8,3%).

“Per sostenere la crescita ci auguriamo che il provvedimento, da noi suggerito, che prevede l’ammortamento del 140% del valore del macchinario (cosiddetto superammortamento), diventi definitivamente legge”, ha commentato Luigi Galdabini (in foto), presidente di Ucimu – Sistemi per Produrre e neoeletto presidente di Cecimo. “Chiediamo però che i benefici di questo provvedimento siano estesi a tutti i macchinari ordinati entro il 31/12/2015 ma consegnati entro la prima metà dell’anno successivo, a condizione che l’ordine sia accompagnato da un acconto pari almeno al 20% del valore del macchinario. Questa misura estenderebbe il beneficio anche ai costruttori italiani che lavorano con prodotti fortemente personalizzati che richiedono maggiori tempi per la progettazione e la realizzazione della macchina”.

I dati italiani sono decisamente più brillanti rispetto a quelli registrati dal settore in Europa. A livello continentale, secondo i dati resi noti da Cecimo (European Association of the Machine Tool Industries), il settore è infatti cresciuto del 2% a quota 23,3 miliardi di euro, dopo aver registrato un +10% nel 2014. Nonostante il rallentamento della domanda proveniente dalla Cina, le esportazioni sono cresciute del 3% nel 2015.

 

Franco Canna



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