Logistica e ottimizzazione della supply-chain.

Dalla rivista:
Automazione Oggi

 
Pubblicato il 11 novembre 2002

Il peso della logistica

Come sta cambiando il peso della logistica all’interno della supply-chain?

Giussani: “Dal punto di vista del software di supervisione e gestione della produzione, è molto importante conoscere esattamente la situazione attuale e controllare (soprattutto nel caso di prodotti deperibili e particolarmente costosi) la gestione della produzione e delle sue quantità, ottimizzando i tempi di stoccaggio a magazzino per la validazione del processo di produzione.” Ridurre i tempi necessari per spedire un determinato prodotto finito diventa quindi un fattore chiave per l’azienda.
Secondo Schiavo è evidente l’importanza crescente del settore logistico all’interno dell’azienda. “Avendo una focalizzazione di mercato orientata prevalentemente alla grande distribuzione e alla distribuzione organizzata (GD/DO),” egli riferisce, “vedevamo che il responsabile della logistica era una figura pressoché assente. Questa figura sta nascendo ora, con competenze acquisite dal campo della produzione industriale.” Quindi, il peso del settore logistico e l’ottimizzazione dei flussi stanno diventando fondamentali, soprattutto nelle aziende che hanno un elevato numero di prodotti in assortimento. “Nonostante molte aziende stiano terziarizzando le attività logistiche, alcuni dei maggiori gruppi della distribuzione italiana gestiscono direttamente tali attività e stanno investendo in questo senso,” aggiunge Schiavo. “Infatti, la terziarizzazione non può sempre garantire la necessaria flessibilità per tutte le linee di prodotto o per alcune categorie particolari.” Afferma Marchetti: “Il focus è posto oggi sull’aspetto logistico integrato con le strutture aziendali. E’ un focus che deriva anche dalla contingenza, perché in questo momento è la domanda quella che decide come si muove il mercato.” Quindi, essendo la domanda in contrazione, il focus non è più sull’aspetto produttivo, ma sull’aspetto logistico. “Se in passato avevamo un portafoglio di proposte molto più ampio sull’aspetto di ottimizzazione della parte esecutiva dei flussi produttivi, oggi siamo più sbilanciati sulla parte logistica,” prosegue Marchetti. “In passato, la logistica è stata trascurata, perché l’importante era conquistare quote di mercato e introdurre nuovi prodotti. Oggi, l’importante è consolidare, quindi ottimizzare il flusso dei materiali e delle scorte. Concordo sul grande risveglio del settore GD/DO, che sta assumendo un ruolo sempre più importante, sia come logistica interna che come logistica terziarizzata.” Ciò vale anche per la logistica distributiva, per quanto riguarda la consegna fino alla soglia di casa del cliente. Quindi, è in atto la gestione integrata della logistica di deposito, della logistica di trasporto e della supply- chain per l’ottimizzazione delle scorte. Poter garantire la delivery e poter gestire il customer care verso il cliente che è sempre più importante. “La parte di inbound della rete logistica è stata spesso trattata meglio rispetto alla parte di outbound (parte distributiva), gestita con responsabilità non sempre chiare e con mezzi e tecnologie abbastanza antiquati,” interviene Shamir. “Oggi esistono margini molto più elevati nelle catene esterne (in particolare sui flussi distributivi, dove c’è maggior valore di prodotto), proprio perché per anni non sono state gestite con grande attenzione e riprogettate e in esse si possono ottenere i benefici che tutti cercano.”

Nell’ambito della logistica esterna, un elemento trascurato a lungo è l’area della pianificazione, in cui si è attuata una gestione molto operativa, con una visione a breve termine. “C’è un altro elemento di cui bisogna tenere conto,” prosegue Shamir. “Secondo alcune statistiche, nel mondo occidentale solo il 5% circa delle attività logistiche viene terziarizzato. Quindi, l’espansione dei volumi di outsourcing potrà essere enorme: si prevede infatti che crescerà fra il 15 e il 20% annuo nei prossimi anni.” Ciò è legato alla necessità di creare delle reti di supply-chain estese, che vadano oltre le singole società. Ma raggiungere questo obiettivo è molto complesso, dal punto di vista sia gestionale che informativo. “In un futuro non lontano, quindi, verranno probabilmente creati dei poli sempre più grossi, con una concentrazione di servizio e di infrastruttura, con la quale potranno essere attratte comunità intere che riceveranno una maggiore visibilità sulla supply-chain estesa,” conclude Shamir. Secondo Pepe, parlare di logistica significa parlare di ambienti spesso differenti, come una rete di retail piuttosto che di una rete di grande distribuzione. Inoltre, per esempio, il retail fashion è diverso da una rete di distribuzione su larga scala di fast moving consumer goods. “Vi sono tuttavia due elementi interessanti,” egli osserva. “Il primo riguarda gli attori coinvolti, ossia la lunghezza della catena: il produttore del bene, l’intermediario, il distributore, il retailer, il punto vendita vero e proprio.” In questa catena potrebbe crescere la presenza di operatori di terza parte logistica, oppure l’azione verso la parte di produzione piuttosto che di distribuzione, o viceversa, ma in tutto ciò esiste una problematica di trasmissione dell’informazione dal punto vendita verso gli attori a monte. Questo aspetto di integrazione della catena è complesso, con problematiche (di visibilità, integrazione dei processi, ecc.) non ancora perfettamente risolte. “Il secondo elemento si colloca fra gli aspetti di pianificazione e quelli di esecuzione,” prosegue Pepe. “Laddove si è più operato sulle parti di ottimizzazione esecutiva (gestione del trasporto, aspetti esecutivi, ecc.) vi è la necessità di abbracciare anche la parte di pianificazione, dove la visibilità complessiva ha un suo ruolo preciso.”

Galimberti: “Lungo tutta la catena, insieme alla merce deve viaggiare un dato che identifica tale merce. E’ estremamente importante sia ‘come’ questi dati viaggiano, perché devono essere riconoscibili da tutti coloro che entrano in loro contatto, sia la velocità del loro spostamento. Queste sono le due domande più importanti che ci sentiamo rivolgere.” E’ quindi importante che vi siano degli standard fra i produttori di tecnologia per questo settore e che tali standard si diffondano. A ciò si aggiunge la richiesta di tempo ‘reale’. “Non tutti i magazzini e tutte le comunicazioni devono essere sempre in tempo reale, ma vi sono degli ambienti dove questo è fondamentale,” spiega Galimberti. “Per esempio, nel campo delle merci deperibili. Per chi vende latte o per chi consegna giornali, avere l’informazione di avvenuta consegna tre giorni dopo è assolutamente inutile.” Inoltre, è richiesta sempre più spesso la prova di consegna in tempo reale, perché essa innesca immediatamente il processo di fatturazione. Afferma infine Francesco Assini (Intermec Technologies): “Dal punto di vista tecnologico questo è un momento di svolta significativa per il mercato: vediamo apparire prodotti nuovi che riescono a integrare tecnologie impensabili fino a qualche anno fa e la stessa cosa si vede dal lato delle aziende in cui dovrebbe iniziare un accorpamento dei sistemi esistenti.” Se le aziende disponevano di un sistema gestionale e di un sistema per la distribuzione e altre parti scollegate fra loro, questo momento di contrazione del mercato favorisce gli investimenti a medio termine. “Oggi esistono gli strumenti tecnologici necessari,” conclude Assini.