L’era della virtualizzazione

Pubblicato il 14 marzo 2014

A Kim Hartman di Tenasys, società con base nell’Oregon alfiere delle soluzioni real-time, abbiamo rivolto alcune domande sugli sviluppi mondo embedded a livello industriale. Le risposte che ci ha dato sono state molto interessanti e hanno confermato la tendenza dei sistemi embedded ad evolvere verso architetture multicore.

D.: Quali applicazioni particolarmente innovative o critiche possono realizzare gli sviluppatori di sistemi embedded grazie alle tecnologie di virtualizzazione e multicore attualmente disponibili?

R.: Le previsioni della legge di Moore si sono quasi sempre verificate. I limiti fisici della densità di integrazione hanno portato alla definizione un nuovo modello di utilizzo basato sulle CPU multicore. È noto che la virtualizzazione per server farm e sistemi IT fa un uso eccellente di questa traiettoria tecnologica. Come fornitori di chip che diffondono le funzionalità multicore su tutta la propria offerta, siamo desiderosi di fare un uso efficace delle CPU multicore nelle applicazioni di bassa potenza e nei mercati sensibili al prezzo. Stiamo entrando nell’era della virtualizzazione embedded. La virtualizzazione embedded è la suddivisione di risorse hardware in funzione del supporto a software dedicati. Un uso efficace della virtualizzazione embedded permette a sistemi polifunzionali generalisti, real-time o semplicemente frazionati con diversi carichi di lavoro, di essere combinati in un singolo computer multicore, definendo una soluzione più semplice e più conveniente.

D.: Quali sono i vantaggi della combinazione di tecnologia X86 e sistemi operativi Windows nello sviluppo di applicazioni embedded?

R.: Il sistema operativo Microsoft Windows è la piattaforma più popolare al mondo con centinaia di migliaia di pacchetti software disponibili in commercio, che offrono soluzioni pratiche senza necessità di ri-scrittura o di porting. La maggior parte delle aziende non ha budget e risorse per creare tutto il software di cui ha bisogno, soprattutto quando è disponibile commercialmente tramite terze parti. Nonostante le utility e la ricchezza della proposta, Windows non è una piattaforma real-time né è un sistema nativamente al sicuro da attacchi informatici. Una soluzione completa di virtualizzazione embedded fornisce funzionalità native di Windows, disponibili per essere combinate con software real-time ed embedded sullo stesso sistema. Nuovi prodotti basati su architettura Intel (x86) forniscono ora fino a 8 core distinti in un’unica soluzione chip, il che rende l’architettura Intel e Windows piuttosto difficile da ignorare.

D.: In quali contesti applicativi sono preferibili migrazioni su Linux o Android?

R.: Non c’è alcun dubbio che Linux può essere migliorato perché manifesti un autentico comportamento real-time. Linux è una piattaforma altamente personalizzabile, ma come il suo predecessore, Unix, soffre di una frammentazione dei file sorgenti, il che determina attività di sviluppo e supporto piuttosto costose. I vantaggi di un HMI a basso costo, o di una VPN o di un firewall certificati, o di un altro servizio ad alto valore aggiunto devono essere considerati come utili workload. Ma in questi contesti Linux e Android sono tendenzialmente dei singoli componenti all’interno di una più ampia soluzione di virtualizzazione embedded.

 

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Armando Martin



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