Le previsioni tecnologiche di VMware per il 2022

Pubblicato il 25 febbraio 2022

Stiamo vivendo un cambiamento che non si vedeva da generazioni, in cui la tecnologia rappresenta una forza che esercita un’influenza su ogni cittadino, azienda e nazione nell’area Emea. Di conseguenza, la tecnologia sarà la forza trainante di diverse tendenze che si imporranno. Secondo VMware alcune saranno determinanti, in particolare:

1. Accelerazione digitale

La tendenza più evidente sarà una continuazione dell’accelerazione digitale stimolata dalla pandemia. Abbiamo capito cosa è possibile e da lì non si tornerà indietro, come dimostrano gli investimenti che stiamo vedendo in questo ambito. Per esempio, il Digital Europe Programme ha un budget di 7,5 miliardi di euro, ed è progettato per svolgere un ruolo chiave nell’accelerazione della ripresa economica e guidare la trasformazione digitale. Aiuterà anche l’Europa a rimanere globalmente competitiva e strategicamente autonoma, e a modellare il modo in cui le nuove tecnologie riflettono le nostre esigenze e i nostri valori. Secondo una ricerca IDC, il 63% dei CIO del Medio Oriente ha anticipato le proprie roadmap digitali di almeno un anno a causa della pandemia globale di Covid-19. A livello aziendale, il modo in cui questa accelerazione digitale si manifesta sarà un fattore chiave per la nostra ripresa, con un segmento molto più grande della popolazione ora abilitata digitalmente rispetto al periodo pre-pandemia.

La ricerca Digital Frontiers mostra che le aziende hanno ora a che fare con una base di consumatori di cui il 60% si identifica come “digitalmente curiosi” o come “esploratori digitali”. Infatti, il 44% dei consumatori è pronto a passare a un brand concorrente nel caso di una esperienza digitale che non è all’altezza delle aspettative. Questo sta creando un’incredibile opportunità per le organizzazioni, che possono dimostrare il potere e l’impatto dell’innovazione che sono in grado di portare. Tuttavia, sta anche creando il rischio per coloro che non tengono il passo di perdere fatturato o di uscire dal mercato.

2. Lavoro distribuito

Il modo in cui le aziende – e, in definitiva, gli Stati – troveranno un equilibrio quando si tratta di lavoro distribuito sarà una tendenza determinante del 2022. Stiamo già vedendo approcci che abbracciano il lavoro a distanza come nuova modalità permanente, mentre alcuni Paesi, come l’Islanda, sembra che adotteranno permanentemente una settimana lavorativa di quattro giorni. Indipendentemente dal risultato, il lavoro ibrido è qui per rimanere, il che significa che la sicurezza, l’esperienza dell’utente e la convergenza saranno all’ordine del giorno di ogni consiglio di amministrazione. Vedremo una collisione di culture, processi e stakeholder, così come di tecnologie, come il cloud, le applicazioni e le reti che le legano, per aiutare tutti a collegare i datori di lavoro con i dipendenti. Questo significa che tutti avranno un ruolo da svolgere quando si tratta di sicurezza – sia digitale che fisica – dalle risorse umane, al SISO, ai team di sicurezza.

In questo scenario, tuttavia, l’aumento delle prestazioni dei dipendenti e la fiducia stabilita nei nuovi modelli di lavoro ibrido potrebbero essere minacciati da un aumento nell’implementazione di misure di monitoraggio remoto.

Lo studio dal titolo “The Virtual Floorplan: New Rules for a New Era of Work”, condotto da Vanson Bourne per conto di VMware, ha rilevato che il 70% delle aziende intervistate ha già implementato o sta pianificando di implementare misure di sorveglianza dei dipendenti per monitorarne la produttività nel passaggio al lavoro ibrido.

Tra queste organizzazioni, le misure adottate includono gli strumenti di collaboration (misura adottata dal 40% in Italia, 43% a livello globale), la navigazione web (per il 39% in Italia, il 41% a livello globale), il monitoraggio dell’attenzione tramite webcam (30% in Italia, 28% a livello globale), il monitoraggio delle e-mail (33% delle aziende in Italia, dal 44% a livello globale), così come la sorveglianza video (27% in Italia, 29% a livello globale), e software keylogger (19% in Italia, 26% a livello globale).

Tuttavia, in Italia, il 36% delle aziende che hanno già implementato il monitoraggio dei dispositivi, e il 45% delle aziende che sono attualmente in procinto di farlo, stanno vedendo “drasticamente aumentato” o “aumentato” il turnover dei dipendenti.

I risultati della ricerca suggeriscono che l’equilibrio da raggiungere nel cercare nuove modalità per valutare le prestazioni dei dipendenti è molto delicato. Dal punto di vista dei dipendenti, in Italia il 78% degli intervistati concorda sul fatto che passare a un ambiente di lavoro distribuito abbia significato una valutazione maggiore delle performance da parte del datore di lavoro, rispetto alle metriche tradizionali come il tempo trascorso in ufficio. E l’85% dei dipendenti concorda sul fatto che le tecnologie per il lavoro remoto abbiano permesso loro di lavorare in modo più efficiente di prima. Di contro, guardando alle aziende, l’82% delle organizzazioni italiane ha dovuto sviluppare nuovi modi per misurare la produttività dei dipendenti. Tra queste organizzazioni, per misurare la produttività è stato messo a punto un nuovo approccio per monitorarla, come ad esempio incontri regolari con i manager per una valutazione dei risultati concordati (52%), per discutere i carichi di lavoro (46%) e l’utilizzo di nuovi software di gestione dei progetti (46%).

3. Ripensare la sicurezza

Mentre le minacce informatiche continuano a crescere di numero, gli attacchi stanno diventando sempre più sofisticati a causa degli attori delle minacce che utilizzano le capacità di apprendimento avanzato dell’intelligenza artificiale e del machine learning. Le minacce alimentate dall’intelligenza artificiale continuano ad alzare l’asticella per i responsabili di IT, sicurezza, rischio e compliance nei loro sforzi per rafforzare le difese informatiche – e in effetti potrebbero persino richiedere risposte alimentate dall’intelligenza artificiale. Questo panorama di minacce in espansione ha richiesto alle organizzazioni di porre l’accento su piattaforme di sicurezza trasformative che integrino completamente i loro processi aziendali, le applicazioni e i servizi. Se il 2021 è stato l’anno dello Zero Day, il 2022 sarà l’anno dello Zero Trust. Secondo il rapporto Zero Trust di Okta, l’82% delle organizzazioni europee ha aumentato il proprio budget di Zero Trust nel 2021.

Guardando al futuro, l’adozione di soluzioni Zero Trust si estenderà a più organizzazioni private e governi per contrastare il crescente panorama delle minacce.

Entrando più nel dettaglio, notiamo che Linux rappresenta una parte fondamentale dell’infrastruttura digitale e sta rapidamente diventando il biglietto d’ingresso di un attaccante in un ambiente multi-cloud.

Per questo motivo, VMware ha rilasciato un rapporto sulle minacce dal titolo “Exposing Malware in Linux-Based Multi-Cloud Environments.”

Fra i risultati chiave che descrivono come i criminali informatici stanno usando il malware per colpire i sistemi operativi basati su Linux emerge che:

• Il ransomware si sta evolvendo per colpire le immagini host utilizzate per far girare i carichi di lavoro negli ambienti virtualizzati
• L’89 per cento degli attacchi di cryptojacking utilizza librerie legate a XMRig
• Più della metà degli utenti di Cobalt Strike potrebbero essere criminali informatici, o almeno utilizzare Cobalt Strike in modo illecito

4. Cloud

Uno dei principali risultati della pandemia è che le organizzazioni non vogliono compromettere l’innovazione o il controllo quando si tratta della scelta relativa al cloud. Questo determinerà il modo in cui le aziende investiranno e utilizzeranno il cloud nel 2022 e oltre. Una ricerca VMware ha rilevato che il 75% delle imprese oggi si affida a due o più cloud pubblici, mentre il 40% dei nostri clienti utilizza già tre o più cloud pubblici oltre al proprio cloud on-premises. Non c’è dubbio che il multi-cloud è qui per restare, ma per fornire le app moderne di oggi le aziende devono essere “cloud smart” e non sempre “cloud-first” o “this-cloud-only”. Il nostro approccio consiste nel fornire la piattaforma multi-cloud per tutte le applicazioni di un’organizzazione, ovunque esse siano distribuite. In questo modo si sblocca il pieno potenziale del multi-cloud. Infatti, il VMware Digital Momentum Study 2021 ha rilevato che le aziende che hanno adottato questo approccio hanno visto un aumento dei ricavi del 35% grazie a una delivery più rapida delle applicazioni moderne, il 41% in meno di costi e ore spese per l’infrastruttura IT e il 35% di risparmi sulla produttività attraverso una forza lavoro distribuita. Ora più che mai le aziende vogliono avere il controllo del loro destino e allo stesso tempo essere a prova di futuro con la capacità di modernizzare il vecchio e stare al passo con il nuovo, ed essere in grado di trarre pieno vantaggio da tutte le opzioni tecnologiche in futuro.

Abbiamo chiesto a Denis Grimaldi, Responsabile ICT di Ascom Torino, il suo punto di vista sul cloud e sulle prospettive per il futuro: “Il Covid ha causato nuovi stravolgimenti nei sistemi aziendali di molte società evidenziando e accentuando i punti deboli esistenti. Così, nell’incertezza della pandemia, il focus si è trasferito sul supporto delle operazioni, tentando di soddisfare la gestione dell’incremento di accessi in mobilità. In questa situazione matura la convinzione che il multi-cloud sia un’esigenza attuale del core business e non un ideale futuro. Garantisce velocità, scalabilità e agilità per l’azienda riorganizzando le applicazioni e i dati nonché le architetture del cloud tradizionale, portando il patrimonio sul cloud a performance più elevate e sostenibili. Negli ultimi anni il cloud ha certificato il suo valore per la sostenibilità e la resilienza dei processi aziendali e per essere competitivi nel futuro. Il multi-cloud concretizza l’abilità di gestire un processo di un’azienda moderna con flessibilità, agilità e nuove opportunità di innovazione.

5. Esg

Con la COP26, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si è tenuta lo scorso anno, il modo in cui le nazioni affrontano la sostenibilità è diventato un tema universale, spinto anche da cittadini sempre più consapevoli in tema di ambiente. Le organizzazioni, tra cui VMware in collaborazione con partner e clienti, stanno ora contribuendo in modo proattivo e positivo a questioni che vanno dalla crisi climatica alla sostenibilità, passando per la diversità e l’uguaglianza sul posto di lavoro, fino a come vengono gestite le supply chain. Vedo le organizzazioni guardare sempre più attentamente alle catene di approvvigionamento per garantirne l’integrità. Credo anche che assisteremo a un’attenzione molto maggiore sull’ESG in generale, più evidente e più radicata nella cultura aziendale. Un recente rapporto di Morningstar ha mostrato che ci sono stati almeno 34 organismi di regolamentazione e di definizione degli standard in 12 mercati che hanno intrapreso consultazioni ufficiali su Esg solo nel 2021. La qualità e il volume dei dati Esg cresceranno, e il CIO/IT avrà un ruolo chiave nel far sì che questo accada. Andando avanti, abbiamo bisogno che i Paesi e le autorità di regolamentazione cooperino e rendano molto più facile per le aziende conformarsi agli standard e alle aspettative delineate dalla European Securities and Markets Authority (Esma) e dalla Sustainable Finance Disclosure Regulation (Sfdr).

VMware ha recentemente pubblicato il rapporto Esg (Environmental, Social and Governance) 2021, che evidenzia la performance in ambito ESG dell’azienda nell’anno fiscale 2021 e la sua Agenda 2030, un impegno decennale per promuovere un mondo più sostenibile, equo e sicuro.

Il report riflette l’approccio ESG di VMware che coinvolge non solo le operations interne e la supply chain, ma anche la capacità di sostenere i clienti nel raggiungimento dei loro obiettivi ESG attraverso le soluzioni tecnologiche VMware.

I punti salienti del Report includono:

• La riduzione delle emissioni di gas serra (GHG) del 19%
• Il mantenimento dell’impegno a utilizzare energia rinnovabile al 100%
• Il supporto a 14.122 organizzazioni non profit a livello globale
• Il coinvolgimento di 26.251 dipendenti in attività di beneficenza
• La definizione di una nuova struttura di governance per una supervisione efficace e una maggiore responsabilità in ambito ESG
• L’attivazione del VMware Responsible Sourcing Program dedicato ai fornitori, riconoscendo che il nostro potere d’acquisto globale è significativo

Il mondo si sta muovendo a un ritmo mai visto prima e, in combinazione con condizioni macro-fluttuanti e la pandemia globale, la “normalità” continuerà a essere ridefinita e la tecnologia continuerà a giocare un ruolo abilitante nell’aiutare persone, aziende, governi, nazioni e società a prosperare.



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