La servitizzazione dell’industria: il modello EaaS

L’industria manifatturiera italiana può tornare a crescere attraverso il modello “Equipment as a service” (EaaS)

Pubblicato il 1 agosto 2020

Se l’anno scorso è stato considerato un anno difficile per molti produttori di macchinari industriali a causa di fattori quali il conflitto commerciale fra Stati Uniti e Cina e la riduzione dell’export, il 2020 ha visto l’economia mondiale subire un duro colpo a causa delle misure di contenimento attuate in tutti i paesi per contenere l’emergenza sanitaria.

Le conseguenze a cui il settore manifatturiero dovrà fare fronte nel contesto post-pandemico lasciano presagire un percorso a ostacoli per garantire non solo la continuazione del business. In un contesto storico così complesso, il settore manifatturiero trova nella tecnologia data-driven, in particolare nell’ Internet of Things (IoT), un aiuto concreto per garantire resilienza nei ricavi. Questo tipo di tecnologia infatti, permette l’attivazione e la fornitura di processi avanzati come la servitizzazione, in breve EaaS (Equipment as a Service).

In cosa consiste l’EaaS?
L’acronimo EaaS descrive un processo in cui i sistemi di produzione o i macchinari non vengono più acquistati da un’impresa, bensì forniti da un provider in cambio di una quota d’utilizzo. A differenza del modello tradizionale d’acquisto dei beni, il modello EaaS prevede che la manutenzione, l’assistenza ed eventuali interventi ordinari e straordinari sui macchinari, siano completamente gestiti dal fornitore e produttore di macchinari.
L’implementazione del modello EaaS, può dunque rappresentare una delle principali strategie d’innovazione per produttori di macchinari industriali, consentendo ad imprese di qualsiasi dimensione di creare più valore per i propri clienti, diversificando al contempo i flussi di reddito attraverso l’offerta di nuovi servizi.

Inoltre, anche il cliente finale che utilizza il macchinario ne riceve beneficio: la transizione da un modello di acquisto – caratterizzato da elevate spese in conto capitale (CAPEX) – ad accordi di servizio pluriennali gestiti come spese operative (OPEX), permette una maggiore prevedibilità nella gestione del business, eliminando l’inconveniente di dover occuparsi della manutenzione del macchinario e ricevendo al contempo un servizio sempre al passo con i tempi sulla base delle nuove funzionalità tecnologiche disponibili.

Una visione del futuro
Uno dei vantaggi più significativi della combinazione del modello EaaS e dell’Industria 4.0 è la disponibilità di dati in tempo reale. I sistemi connessi in rete permettono di adattarsi velocemente alle normative vigenti, garantendo al contempo la completa tracciabilità dei prodotti e consentendo un rapido adattamento e riconfigurazione del macchinario, prolungandone così la vita utile.
Oltre a ciò, la consultazione dei dati in tempo reale apre opportunità per lo sviluppo della manutenzione predittiva intervenendo prima che il macchinario si rompa, fattore che assicura una maggiore efficienza e dunque, la soddisfazione dei clienti.

Tuttavia, l’implementazione della servitizzazione necessita di una solida strategia per poterne trarre vantaggio ed evitare rischi finanziari. Trattandosi di un concetto relativamente nuovo, i produttori devono comprendere che l’adozione di un modello EaaS deve essere in primo luogo allineata con l’intera visione e strategia di business dell’azienda.

Il caso di Coborn
Coborn, società leader nell’industria degli utensili diamantati – che esporta oltre il 90% delle sue macchine in tutto il mondo – ha stretto una partnership con relayr che gli consente di fornire ai propri clienti nuove soluzioni commerciali grazie all’esclusiva combinazione di tecnologia, finanziamento e assicurazione. Con l’adozione dell’innovativo modello pay-per-use, la società è in grado di offrire un’assistenza personalizzata e garantire i tempi di operatività delle macchine intelligenti, consentendo così ai propri clienti di ottenere finanziamenti per il noleggio dei macchinari Coborn in modo molto più agevole.

Come Coborn, i produttori italiani possono espandere i loro servizi e raggiungere nuovi mercati allontanandosi dai limiti del modello Capex (Capital Expenditures), poiché il passaggio alle spese operative (Opex) offre ai clienti una maggiore flessibilità e scalabilità. La formula OPEX riduce i costi di manutenzione e assistenza, aumenta i flussi di reddito e crea un maggiore coinvolgimento dei clienti.
In tempi di crisi economica e di rapidi cambiamenti, è fondamentale ripensare i modelli di business e trovare una soluzione flessibile. Se i produttori non agiscono, rischiano di essere sopraffatti dalla concorrenza.

La può spingere la produttività
Il settore manifatturiero italiano può dunque essere trasformato, dando modo alle aziende di prendere decisioni data – driven che favoriscano l’efficienza e la riduzione dei costi per dare ai clienti un vantaggio competitivo. L’implementazione di modelli di servitizzazione abbinati alla produzione intelligente di macchinari rappresenta anche un modo per attrarre personale di talento, poiché ci saranno più posti di lavoro che necessitano di competenze tecnologiche.

Di fronte a sfide significative, come l’attuale ritmo del cambiamento tecnologico, le crescenti aspettative dei clienti e l’aumento della concorrenza, per non parlare dell’impatto del recente lockdown, l’industria 4.0 sta plasmando il futuro e sta fissando nuovi standard in tutti i settori. La posta in gioco è alta, la sopravvivenza in un ambiente in continuo cambiamento con una concorrenza crescente.
Gli specialisti dell’IoT, come relayr, possono sostenere i produttori nel processo di trasformazione del business, fornendo insight preziosi su come iniziare a muovere i primi passi nel percorso dell’EaaS e arrivare ad un successo duraturo grazie allo sviluppo di un nuovo modello di business.

Francesco Cattaneo, Senior Account Executive per il mercato italiano di relayr



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