La filiera dell’acciaio investe in progetti di sostenibilità

Pubblicato il 22 maggio 2020

L’82% delle imprese della filiera dell’acciaio ha intrapreso percorsi di sostenibilità. È uno dei risultati di un’indagine, sotto forma di questionario, che siderweb – La community dell’acciaio ha svolto su un campione di aziende rappresentative dell’intera filiera siderurgica, dalla produzione alla distribuzione.

Il campione rappresenta la filiera siderurgica (35% produzione; 10% distribuzione di rottame; 22% trasformazione; 33% distribuzione). La maggior parte delle imprese è di medie dimensioni, con un fatturato tra i 100 e i 250 milioni di euro (anno 2018).

Come detto, l’82% delle imprese della filiera dell’acciaio ha intrapreso percorsi di sostenibilità: progetti e formazione (riduzione dell’impatto ambientale, implementazione di concetti di economia circolare nelle attività aziendali, percorsi di Corporate social responsbility, formazione); certificazioni di materiali (soprattutto ISO 14001 e analisi del Life cycle assessment – ISO 14040); protezione dei lavoratori e salute; comunicazione e reporting. Il 15% non ha ancora intrapreso alcuna attività.

Il più attivo, per la conformazione dei propri impianti e del proprio processo produttivo, è il comparto della produzione di acciaio, che primo si è mosso nell’attivazione di percorsi di sostenibilità. Meno operativi commercio di rottame e trasformazione, ma che si sono comunque dimostrati attenti al tema.

Il 57% delle aziende interpellate svolge azioni di comunicazione circa i percorsi intrapresi; il 35% non lo fa. Si tratta soprattutto del reporting annuale/biennale sulla sostenibilità e di attività sui propri organi di comunicazione (sito, house organ…).

Emanuele Morandi, presidente di siderweb: “La pandemia da Covid-19 e la conseguente crisi economica impatteranno sui bilanci dello Stato e delle aziende della filiera dell’acciaio. I nostri budget e bilanci avranno la sigla Ac e Dc, ante Covid e dopo Covid. Ma due cose non sono cambiate nel nuovo paesaggio esistenziale, e su queste abbiamo deciso di costruire il piano delle attività di siderweb per il 2020-2021: innovazione e sostenibilità, oggi termini un po’abusati ma intimamente connessi e indispensabili nella nuova normalità”.

Massimo Temporelli, TheFabLab: “La crisi può essere una benedizione, come ha detto Einstein. Cambiare è difficile, e in siderurgia ci sono potenti meccanismi inerziali insiti nello stesso processo produttivo. Ma per questo il cambiamento diventa una leva ancora più potente. Se cambiate voi in modo sostenibile, cambieremo il Paese, il nostro mondo e il nostro modo di vivere”.

Francesca Morandi, responsabile Progetto sostenibilità di siderweb: “In un contesto in cui si è ormai imposta la necessità di sostenibilità, economica e ambientale, il nostro obiettivo è quello di supportare tutte le imprese della community dell’acciaio. Non solo nel miglioramento della consapevolezza circa le politiche adottate, ma anche nella comunicazione delle azioni intraprese nell’ambito della sostenibilità”.

Maria Luisa Venuta, ricercatrice esperta di economia circolare: “La maggior parte delle aziende si è dimostrata consapevole che sostenibilità significa guardare al lungo periodo e alle prossime generazioni. Una risposta non scontata: il tempo di un imprenditore è diverso da quello di un ecosistema. Quello del pensare al lungo periodo è un segnale importante che abbiamo trovato nelle risposte delle imprese. Un’azione fondamentale per attuare le proprie politiche andando oltre l’immediato, perché siano appunto sostenibili”.

Federico Fusari, direttore di Ricrea: “La sostenibilità è ancora una tematica poco esplorata. Si parla molto di raccolta differenziata, per esempio, ma non c’è mai un documento istituzionale che analizzi il suo scopo finale, il riciclo. Finché non si metterà ordine in ciò che lo Stato richiede venga misurato, ogni filiera produttiva evidenzierà le proprie caratteristiche vincenti. Per questo rivolgo un appello alle istituzioni: si dia organicità al trattamento della sostenibilità ambientale”.

Sergio Vergalli, docente Università degli Studi di Brescia e membro del Comitato scientifico: “Lo shock provocato dalla crisi sanitaria globale ci ha trovato del tutto impreparati, perché non eravamo su un sentiero sostenibile nel lungo periodo. Una crisi, questa, che va sfruttata per scardinare il sistema e adottare comportamenti sostenibili che prima non ci appartenevano. Solo in questo modo potremo assicurarci contro shock futuri e ripartire”.



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