Internazionalizzazione aspetto centrale per l’industria tricolore secondo Anie

Export 2016 in frenata ma sempre strategico per l'industria italiana delle tecnologie: questo quanto emerge dai dati di settore resi noti da Anie Confindustria in occasione dell'Open Day Attività Internazionali

Pubblicato il 12 dicembre 2016

Internazionalizzazione continua a rappresentare la parola chiave per le imprese italiane di tecnologia, nonostante i dati resi pubblici da Anie Confindustria in occasione dell’Open Day Attività Internazionali mostrino un export 2016 in frenata rispetto al 2015 per le aziende del settore. Ha del resto dichiarato Andrea Maspero, vice presidente di Anie, in occasione della giornata: “L’internazionalizzazione per le imprese è un’attività sempre più strategica e imprescindibile. Nei settori dell’elettrotecnica e dell’elettronica l’espansione internazionale è ormai parte integrante delle strategie aziendali”.

Sull’andamento dell’industria elettronica ed elettrotecnica italiana pesano infatti lo scenario macroeconomico e l’incertezza geopolitica presenti a livello mondiale, anche nei Paesi emergenti. Secondo i dati dell’indagine svolta da Anie, il 64,7% delle PMI del comparto ritiene che la sicurezza degli imprenditori che operano all’estero sia minore rispetto al passato, mentre il 40% circa ritiene che tale insicurezza ridurrà nel prossimo futuro il potenziale di crescita dell’export italiano. Nonostante questi fattori il 70%  degli intervistati ha affermato di non avere intenzione di cambiare le proprie strategie di internazionalizzazione, anzi che intende semmai individuare nuovi Paesi target in cui agire.

Rimanendo in Europa, nel 2016 è proseguito il graduale percorso del Vecchio Continente oltre la crisi, anche se i punti di incertezza continuano a non mancare, primo fra tutti l’incognita Brexit, verso cui gli intervistati hanno mostrato una certa cautela (il 60% ritiene che non si vedranno effetti sostanzialmente significativi sulle attività di internazionalizzazione).

Tornando al canale estero, che finora ha trainato i fatturati delle aziende italiane, i dati di pre-consuntivo mostrano un 2016 in frenata, con un -0,2% rispetto al 2015 nelle esportazioni italiane di elettronica ed elettrotecnica. Quest’ultima area ha mostrato le performance peggiori, con un -0,9%, mentre l’area elettrica si è dimostrata più dinamica (+3,1%), soprattutto grazie ai comparti dei componenti elettronici e dell’automazione industriale manifatturiera e di processo. A livello strutturale, tuttavia, il contributo del canale estero sul fatturato resta importante, pari a circa il 55% per l’elettrotecnica e l’elettronica, con un saldo della bilancia commerciale positivo per oltre 14 miliardi di euro.

Le esportazioni tricolori hanno saputo orientarsi negli anni verso i mercati più promettenti e a maggiore potenziale. Nell’arco degli ultimi 15 anni, infatti, è progressivamente calato l’export verso l’Unione Europea (passato dal 66% del 2000 al 58% del 2015) a favore di altre aree geografiche, quali il Medio Oriente e i Paesi europei fuori dall’area UE: data la volatilità dello scenario globale rimane essenziale che le aziende italiane sappiano intercettare la domanda emergente in nuovi mercati. Significative opportunità di crescita sembrano oggi nascere, per esempio, in seno agli Stati Uniti d’America, che nell’ultimo biennio hanno visto un rafforzamento del contesto macroeconomico e un recupero del settore manifatturiero anche grazie alla politica industriale attuata dal Governo. Nel periodo 2010-2015 le esportazioni verso gli USA sono cresciute a un ritmo medio annuo del 7%, soprattutto per i settori delle tecnologie elettromeccaniche (35% circa dell’export totale dei settori Anie verso gli Stati Uniti) e dell’automazione industriale (20% circa sul totale). Del resto, il 25% delle imprese intervistate da Anie ha asserito di aver portato avanti attività di internazionalizzazione negli USA nel periodo 2015-2016 e l’11,4% delle realtà non ancora presenti in questo mercato sostiene di voler intraprendere iniziative a riguardo nel prossimo futuro. Si osservano anche forme di internazionalizzazione strutturate come la stipula di accordi di collaborazione o partnership tecnologica (11,2% del totale) o l’apertura di sedi e stabilimenti produttivi (16,6%).

In questo scenario, Anie ha elaborato per il 2017 un fitto programma di attività e iniziative, fra missioni collettive, partecipazione a fiere trasversali e verticali, iniziative di incoming dedicate alla promozione dell’industria italiana all’estero. In particolare, sono 27 le iniziative internazionali previste in 18 Paesi fra quelli a maggiore crescita, scelti in base alle oltre 1.400 preferenze espresse dai associati. Ha concluso Maspero: “Il nostro impegno come Anie è promuovere il made in Italy delle tecnologie come sistema, dall’energia ai trasporti, dall’industria al building, dando evidenza dell’eccellenza di cui è espressione l’industria italiana”.

Il programma delle Attività Internazionali di Anie è disponibile sul sito dell’associazione.



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