Indecisione e poca programmazione: le microimprese italiane ‘soffrono’
L’86% non farà nessuna pianificazione, il 50% non ha idee per migliorare il business, il 28% è indeciso: “Le piccole e microimprese la ripresa non l’hanno ancora vista, sono disorientate, è necessario metterle al centro di strategie” ha dichiarato Edoardo Lisi di Prolution Group. A settembre in uscita un libro sul tema
Di sondaggi sul mondo delle imprese ce ne sono tanti, ma raramente si è puntata l’attenzione sulle micro e piccole imprese, ossia quelle aziende con meno di 20 dipendenti, spesso a guida familiare, che costituiscono il 90% del tessuto imprenditoriale italiano. A fare luce sulle loro dinamiche e sulle loro prospettive l’Osservatorio Prolution Group, che ha iniziato le proprie attività cercando di capire con quale atteggiamento i piccoli e piccolissimi imprenditori andranno in ferie nel 2018, su un panel di 300 intervistati (metodo CAWI e CATI nel mese di luglio).
I risultati sono poco confortanti purtroppo: il 46% degli intervistati afferma che nel periodo da settembre 2017 a luglio 2018 il fatturato è stato in calo, il 25% ritiene che sia più o meno stabile e solo il 15% dichiara di avere riscontrato una crescita.
L’obiettivo per il prossimo anno lavorativo per il 73% è raggiungere “una maggiore stabilità economica”, ma quando viene chiesto quali sono le strategie che si ritengono utili per riuscirci, il 28% risponde di voler fare “qualcosa nel digital”, ma solo una piccola parte specifica degli strumenti specifici o un progetto vero e proprio. Il 50% dichiara invece che non ne ha idea.
L’80% attende con impazienza le ferie come “un momento meritato per staccare la spina da tutto lo stress accumulato durante l’anno” e il 68% pensa che è proprio nei periodi di stop che possono venire le migliori idee. Il 90% pensa che sia questo anche il momento giusto per programmare e stilare progetti per il futuro, ma purtroppo di questi l’86% non ha posto nessuna base e pensa che difficilmente stilerà davvero un piano o un progetto concreto a settembre.
“Le piccole imprese in Italia sono quasi un universo misterioso: tutti sanno che rappresentano la grande parte delle aziende e dell’occupazione, ma raramente si cerca di conoscerle nello specifico o si avviano progetti per il loro sviluppo. Molto spesso sono fuori da finanziamenti o bandi, per le loro limitate possibilità organizzative o economiche. Ed anche quando si parla di ‘ripresa’ e di crescita, spesso non ci si accorge che questo mondo rischia di rimanerne fuori. Dal nostro panel si evince come la ripresa le piccole imprese non l’abbiano quasi vista. Il problema è anche culturale: sono aziende poco capaci di approcciarsi al marketing, al digital, ancora poco disponibili alla programmazione” ha dichiarato Edoardo Lisi, di Prolution Group.
“Anche chi pensa alle piccole imprese spesso lo fa utilizzando metodi e strategie poco applicabili, basti pensare al marketing tradizionale, quasi sempre pensato per strutture medio-grandi. Occorre cambiare l’approccio, occorrono iniziative concrete pensate alla loro portata, sia sul piano delle iniziative del Governo, sia da parte di chi si occupa di marketing, di comunicazione, di consulenza”.
I dati dell’Osservatorio, le analisi e le possibili soluzioni diventeranno poi parte del libro ‘Prolutioning’, che darà disponibile da settembre.
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