IMS: in crescita la richiesta di sensori per la building

IMS Research prevede una crescita a due cifre nei prossimi cinque anni nelle vendite di sensori di rilevazione della qualità dell’aria e del gas da utilizzare per gli impianti di ventilazione degli edifici

Pubblicato il 22 novembre 2011

Una recente ricerca condotta da IMS Research, intitolata “The Emea and Americas Markets for Building Automation Controllers, Software and Sensors – 2011 Edition”, stima che nei prossimi cinque anni vi sarà una crescita a due cifre nelle vendite dei sensori in grado di rilevare la qualità dell’aria e il gas, utilizzati negli impianti di ventilazione degli edifici.

Gli edifici stanno diventando sempre più ‘consumatori’ di aria, con una riduzione della qualità dell’aria al loro interno. Livelli troppo elevati di CO2 possono portare sonnolenza e creare inefficienze sul lavoro.

I sistemi di ventilazione tradizionali forniscono un ricambio d’aria standard, calcolato sull’ampiezza dei locali, indipendentemente dal fatto che siano o meno occupati. Utilizzando dei sensori di rilevamento del gas per determinare il numero delle persone che occupano un locale, il sistema di ventilazione può essere conseguentemente calibrato, per fornire il giusto ricambio di aria.

“I sistema di ventilazione calibrati in base alla ‘domanda di aria’, legata al grado di occupazione (DCV – Demand-controlled ventilation), non sono una novità, ma abbiamo visto una sostanziale crescita della loro richiesta nel corso degli ultimi 18 mesi” ha chiarito William Rhodes, Market Analyst di IMS Research. “Non appena i Governi e le società realizzeranno quanto risparmio energetico si può ottenere utilizzando impianti di ventilazione adeguati, probabilmente troveranno i sistemi DCV più attraenti; questi potranno dunque diventare lo standard de facto nei sistemi di ventilazione”.

Il sensori più comunemente impiegati per i DCV sono quelli di rilevazione della CO2; IMS stima che siano stati impiegati circa 850 mila sensori di CO2 nei sistemi di building automation di Emea e America nel 2010. Si prevede per questo tipo di prodotto una crescita a due cifre nel prossimo futuro. Alcuni fornitori hanno però cominciato a spingere l’impiego di sensori VOC (Volatile Organic Compound) quale alternativa a quelli per la CO2, come metodo più efficace per i DCV.

“Esistono indubbi vantaggi nell’utilizzo dei sensori VOC negli impianti DCV” ha affermato Rhodes. “I sensori VOC possono rilevare odori e profumi che i sensori di CO2 non possono percepire. Tuttavia, in campo industriale vi è un generale accordo nel ritenere che i sensori VOC siano troppo costosi e che tale costo non sia giustificato per l’impiego in sistemi DCV. Probabilmente i sensori VOC verranno sempre più impiegati in apparati DCV installati nelle cucine e/o vicino ai bagni, dove possano rilevare la presenza di materiale organico, inclusi odori e profumi”.

La ricerca ha inoltre previsto una solida crescita delle vendite di sensori di temperatura, umidità, pressione e occupazione per applicazioni di building automation, ma nei prossimi anni la crescita dei sensori in grado di misurare la qualità dell’aria sarà la più veloce.

IMS Research: http://imsresearch.com



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