Il report Why Telecoms Matters di Vodafone
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Vodafone ha pubblicato un nuovo report dal titolo Why Telecoms Matters che dimostra come la connettività di prossima generazione e la digitalizzazione dell’industria possano svolgere un ruolo cruciale per la competitività europea. Why Telecoms Matters afferma che la competitività dovrebbe essere una priorità per l’Europa e tutti i suoi Stati membri e dimostra come la digitalizzazione guidata dalle nuove tecnologie 5G rappresenti un’opportunità da mille miliardi di euro per l’Europa per stimolare l’innovazione, aumentare l’efficienza industriale e migliorare i servizi pubblici.
Questa enorme opportunità si basa sul potenziale dell’Internet industriale, che integra le macchine con sensori in rete, software, intelligenza artificiale e cloud, grazie alle reti 5G Standalone. La digitalizzazione dell’industria grazie alla connettività 5G avanzata può rappresentare la “quarta ondata” della rivoluzione industriale con un valore stimato di 2.000 miliardi di dollari all’anno per il solo settore manifatturiero.
Tuttavia, secondo quanto evidenzia Why Telecoms Matters, l’Europa è ancora lontana dal raggiungere gli obiettivi del Decennio digitale 5G e si sta aprendo un allarmante divario di connettività tra l’Europa e gli altri Paesi, che potrebbe esporre i cittadini, le imprese e la società dell’UE a rischio di un ulteriore declino economico. Da cui l’importanza di facilitare investimenti per le infrastrutture 5G, per non lasciare l’Europa di fronte a un vuoto di finanziamenti di svariati miliardi di euro, aumentando il vantaggio di Stati Uniti e Cina in aree di crescita come l’intelligenza artificiale e la sicurezza informatica.
L’opportunità della digitalizzazione e l’allarmante divario di connettività
Il rapporto di Vodafone analizza la crescita dell’Europa e mostra come la connettività e la digitalizzazione possano rivoluzionare la produttività dell’Europa e l’economia nel suo complesso. La ricerca quantifica questa opportunità in un aumento del 10% del punteggio dell’Indice di Economia e Società Digitale (DESI) di uno Stato membro che comporterebbe a sua volta un aumento del PIL pro capite dello 0,65%. Significa che se tutti gli Stati membri dell’UE raggiungessero un punteggio DESI pari a 90 entro il 2027, il PIL pro capite in tutta l’UE sarebbe più alto del 7,2%, con un aumento del PIL dell’Unione Europea di oltre mille miliardi di euro.
Ma Why Telecoms Matters lancia un allarme proprio su quanto la competitività dell’Europa e la sua futura sostenibilità siano a rischio a causa della scarsità del livello di digitalizzazione del Continente. Il Decennio Digitale della Commissione europea dello scorso settembre segnalava che “mentre la copertura 5G della popolazione si attesta all’81%, la diffusione delle reti 5G stand-alone ad alta performance è in ritardo. Il 5G è ancora al di sotto della qualità per quanto riguarda le aspettative degli utenti finali e le esigenze dell’industria, così come nell’affrontare il divario tra aree rurali e urbane”.
Il più recente rapporto di Ericsson mostra il netto divario tra la copertura 5GSA e Advanced 5G dell’Europa e quella di Stati Uniti, Cina e altri concorrenti globali; un ritardo che si ripercuote anche su altre tecnologie che si basano sulla connettività avanzata. Ad esempio, l’UE è in ritardo su Stati Uniti e Cina in materia di intelligenza artificiale: il 73% dei modelli di grandi dimensioni viene sviluppato negli Stati Uniti e un altro 15% in Cina, mentre nessun Paese dell’UE ha ancora sviluppato un paragonabile sistema di intelligenza artificiale.
Le tecnologie avanzate
Le reti 5G forniscono la latenza e la qualità necessaria anche per la crescita dell’IoT e sono necessarie per la sua scalabilità potendo supportare 1 milione di dispositivi per chilometro quadrato, rispetto ai soli 2.000 del 4G LTE. Il numero di dispositivi IoT a livello mondiale quasi raddoppierà da 15,1 miliardi nel 2020 a oltre 29 miliardi nel 2030, per un valore compreso tra 5,5 e 12,6 trilioni di dollari a livello globale entro il 2030, con le fabbriche che rappresentano la percentuale più alta del valore economico potenziale. Questo numero sempre crescente di dispositivi connessi a sua volta genererà una quantità esponenzialmente maggiore di dati all’interno e tra i vari settori dell’economia, da cui si possono ricavare informazioni con l’AI basata sul cloud.
Il nodo delle competenze
Man mano che le industrie e la società diventano sempre più digitali, si sta assistendo a una crescente richiesta di lavoratori con competenze digitali specializzate ed è sempre più necessario che i cittadini in generale siano digitalmente alfabetizzati. L’Europa soffre di una carenza di competenze digitali: la Commissione stima che 9 su 10 lavori richiederanno competenze digitali entro il 2030, ma appena la metà della forza lavoro europea le possiede.
In termini di occupazione, l’UE ha raggiunto solo il 47% dei 20 milioni di specialisti ICT di cui ha bisogno. L’industria europea ne risulta frenata, soprattutto perché l’adozione dell’IA, dei big data e del cloud da parte delle grandi imprese è bassa, rispettivamente, all’11%, al 19% e al 45%. Investire per sostenere la forza lavoro e le generazioni future a sviluppare competenze digitali necessarie per prosperare nei mercati del lavoro futuri sarà un fattore di differenziazione fondamentale per la competitività dell’Europa.
Il report commissionato da Vodafone illustra dunque gli ambiti e le sfide della digitalizzazione dei settori chiave in Europa:
- Nell’industria, mentre i grandi produttori continueranno probabilmente a costruire reti mobili private 5G e soluzioni su misura in fabbrica, le imprese più piccole dovranno affidarsi al 5GSA disponibile pubblicamente per accedere a simili opportunità di innovazione.
- Nella sanità, la connettività può offrire ritorni immediati ai pazienti attraverso la telemedicina e il monitoraggio remoto dei pazienti, consentendo al contempo di fornire su scala nuove applicazioni come la formazione medica in realtà aumentata grazie al 5G.
- Per gli agricoltori e i cittadini delle aree rurali, la connettività di nuova generazione avrà un ruolo cruciale nel migliorare la resa dei raccolti, nella sostenibilità e nell’aumentare le opportunità di lavoro a distanza o flessibile tradizionalmente appannaggio di chi vive in città.
- Per l’ambiente, la connettività digitale offre soluzioni che possono ridurre le emissioni globali di gas serra fino al 20% entro il 2030, come applicazioni di connettività intelligente, contatori, reti e piattaforme che possono ridurre il consumo di energia.
L‘impatto sulle aziende
L’impatto della digitalizzazione sull’industria manifatturiera globale è stimato fino a 2.000 miliardi di dollari l’anno e l’Internet of Things (IoT) potrebbe generare un valore di 12,6 trilioni di dollari in tutti i settori a livello globale entro il 2030.
Le pmi rappresentano oltre il 99% di tutte le imprese dell’UE, danno lavoro a circa 100 milioni di persone e rappresentano più della metà del PIL europeo. Il loro successo è quindi essenziale per la competitività dell’Europa. Tuttavia, le pmi in Europa sono in media il 40% meno produttive delle aziende più grandi, determinando un divario di produttività che nell’Europa centrale e orientale raggiunge il 70%. Le piccole e medie imprese sono anche meno digitalizzate rispetto alle imprese più grandi, perché non impiegano personale con le necessarie competenze in materia di trasformazione o IT o con la capacità di gestire soluzioni digitali. Risulta che solo il 27% delle pmi europee gode di alti livelli di adozione del digitale, rispetto al 54% delle imprese più grandi.
Secondo quanto emerge dal report di Vodafone, il 94% delle pmi affronterebbe meglio i rischi futuri se si investisse in digitalizzazione. Mentre le imprese più grandi hanno le risorse e la scala per investire in soluzioni su misura, le pmi potrebbero trarre enormi benefici da soluzioni e prodotti pronti all’uso a prezzi accessibili (“plug and play”).
La digitalizzazione della sanità
In ambito sanitario e ospedaliero, la connettività e la digitalizzazione migliorano i risultati e riducono la pressione sulle scarse risorse sanitarie consentendo consulti a distanza, soluzioni di telemedicina e monitoraggio virtuale. Se adottata su larga scala, l’impatto della digitalizzazione del sistema sanitario sarebbe ancora maggiore: secondo un recente studio della Commissione europea, un aumento di cinque punti percentuali dei consulti di telemedicina nell’UE è stato associato a una riduzione del 3,7% dei costi sanitari e del 3,6% della mortalità. Il risparmio offerto dalle tecnologie sanitarie digitali è stimato in 120 miliardi di euro all’anno per l’intera Unione europea, l’equivalente del budget annuale per l’assistenza sanitaria della Spagna.
Ambiente e connettività nelle aree rurali
Secondo quanto emerge da Why telecoms matter, connettività e digitalizzazione offrono anche soluzioni che possono ridurre le emissioni globali di gas serra fino al 20% entro il 2030. Queste includono applicazioni di connettività intelligenti come contatori, reti e piattaforme che possono ridurre il consumo di energia. Uno studio ha dimostrato che l’implementazione di queste tecnologie per le smart cities potrebbe consentire risparmi sui costi energetici pari a circa 876 milioni di euro all’anno in ottanta grandi città dell’UE, nonché riduzioni di energia equivalenti all’intero consumo energetico annuale di Estonia e Lettonia.
Per quel che riguarda le aree rurali, uno studio della Commissione europea ha rilevato che per ogni 1.000 nuovi utenti in banda larga nelle aree rurali vengono creati 80 nuovi posti di lavoro. Soluzioni intelligenti per l’identificazione e il monitoraggio del bestiame possono aiutare gli agricoltori a gestire le risorse per massimizzare la produzione e l’efficienza. Il report stima che collegando anche solo il 20% degli agricoltori dell’UE alle applicazioni per un’agricoltura intelligente, si potrebbe ottenere un aumento dei profitti annuali del settore di quasi 10 miliardi di euro. La transizione rurale digitale consentirà di realizzare un’economia a basse emissioni di carbonio per un settore, quello agricolo, che è responsabile di oltre il 14% delle emissioni di anidride carbonica in Europa.
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