Il passaporto digitale dei prodotti

Pubblicato il 18 novembre 2024

Il DPP è uno strumento informatico che accompagnerà ogni tipo di prodotto per facilitarne la tracciabilità e favorirne il corretto utilizzo, manutenzione, riciclo o smaltimento. Diverrà gradualmente obbligatorio per qualunque tipo di prodotto commercializzato nell’Unione Europea

Il concetto di Passaporto Digitale dei Prodotti, o DPP (Digital Products Passport), sta iniziando a diffondersi come strumento innovativo per promuovere la trasparenza e la sostenibilità, a beneficio sia dei consumatori finali, sia dell’industria. Si tratta di un documento informatico che, in sostanza, funge da ‘carta d’identità digitale’ di un prodotto, contenendo tutte le informazioni rilevanti lungo il suo intero ciclo di vita. Dalla produzione alla distribuzione, fino al momento in cui il prodotto viene dismesso o riciclato, il DPP raccoglie e mette a disposizione di tutti svariate informazioni su materiali, provenienza, processi di fabbricazione e possibilità di riutilizzo o smaltimento. L’introduzione su larga scala di tale strumento promette di rivoluzionare settori chiave come quello automobilistico, elettronico, tessile e delle costruzioni, portando con sé una serie di vantaggi tangibili, sia per le aziende sia per l’ambiente. L’idea alla base del passaporto digitale è semplice ma potente: attraverso una piattaforma digitale, fruibile, ad esempio, tramite la scansione un codice QR univoco o di un’etichetta elettronica con Rfid, ogni prodotto può essere seguito e monitorato in modo trasparente. Nel contesto della sostenibilità, uno dei problemi principali da affrontare è la mancanza di visibilità sulle catene di approvvigionamento globali. Molti consumatori e imprese non hanno informazioni chiare sulla provenienza dei materiali o sulle modalità di smaltimento dei prodotti. Con il DPP queste informazioni diventeranno immediatamente disponibili, accessibili sia ai produttori sia ai consumatori finali, favorendo decisioni di acquisto più consapevoli e modalità di utilizzo dei prodotti più sostenibili.

Sostenibilità ed efficienza operativa

A livello pratico, un passaporto digitale per un’automobile, ad esempio, potrebbe contenere informazioni dettagliate su ciascun componente del veicolo: da dove provengono i materiali, come sono stati prodotti, quale impatto ambientale hanno avuto lungo la filiera, e cosa fare con quei componenti una volta che l’auto sarà arrivata alla fine della sua vita utile. La disponibilità di informazioni dettagliate e aggiornabili nel tempo apre nuove possibilità per la gestione responsabile dei prodotti. Infatti, in occasione dello smaltimento o del riciclo di un veicolo, le informazioni contenute nel DPP permettono di sapere esattamente quali materiali possono essere recuperati e come disassemblarli in modo efficiente. Un altro aspetto interessante del passaporto digitale è la sua capacità di supportare l’economia circolare, nell’ottica di prolungare il ciclo di vita dei prodotti e ridurre gli sprechi, favorendo il riutilizzo e il riciclo delle risorse. I passaporti digitali dei prodotti sono perfettamente allineati a questa filosofia, in quanto forniscono una chiara documentazione su come i prodotti possono essere riparati, aggiornati o riciclati a fine vita. Ciò non solo riduce i rifiuti, ma incoraggia anche nuovi modelli di business basati su servizi di manutenzione e riparazione, anziché sulla semplice vendita di prodotti nuovi. Tornando all’esempio dell’industria automobilistica, le potenzialità del DPP sono particolarmente evidenti. Le automobili moderne sono composte da migliaia di componenti, molti dei quali difficili da smontare e riciclare. Con l’introduzione del passaporto digitale, le case automobilistiche possono gestire meglio l’intero ciclo di vita del veicolo, garantendo che i materiali utilizzati siano tracciabili e riciclabili. Inoltre, l’adozione di questo strumento permette di ridurre i costi operativi, grazie a una maggiore efficienza nella gestione della catena di approvvigionamento. Ma non è solo una questione di riciclo: grazie alla trasparenza del DPP, le aziende possono ottimizzare i loro processi di produzione, identificando fornitori più sostenibili e riducendo gli sprechi nelle fasi di fabbricazione. Un altro settore che può beneficiare enormemente dell’adozione dei passaporti digitali è quello tessile. L’industria della moda è sotto pressione per ridurre l’impatto ambientale e migliorare la trasparenza delle sue pratiche. Grazie al DPP, i produttori possono garantire che i loro capi siano realizzati con materiali sostenibili e tracciarne l’intero ciclo di vita, dal cotone raccolto nei campi alle fabbriche che li trasformano in abbigliamento. Ciò permette ai consumatori di fare scelte più consapevoli, sapendo con esattezza da dove proviene il capo e come può essere riciclato o riutilizzato alla fine della sua vita utile. Inoltre, il DPP consente alle aziende di combattere il ‘greenwashing’, cioè la pratica di dichiararsi ‘sostenibili’ senza fornire prove concrete: con il passaporto digitale, ogni aspetto della produzione dovrà essere documentato e verificabile. Per le aziende manifatturiere, i potenziali vantaggi del DPP sono molteplici: non solo possono migliorare la loro efficienza operativa, riducendo i costi e ottimizzando i processi produttivi, ma possono anche dimostrare un impegno concreto verso la trasparenza e la sostenibilità, guadagnando la fiducia dei consumatori. Inoltre, i passaporti digitali aiutano le aziende a rispettare le normative in materia ambientale, sempre più severe in molti paesi.

Obblighi normativi

L’Unione Europea è uno dei principali attori nello sviluppo di normative riguardanti il passaporto digitale dei prodotti, in linea con il suo impegno verso l’economia circolare e la sostenibilità ambientale. Nel 2022, la Commissione Europea ha proposto una revisione della Direttiva Ecodesign nell’ambito della strategia del Green Deal europeo. La nuova proposta mira a introdurre un obbligo per i prodotti venduti nel mercato europeo di avere un passaporto digitale che ne documenti la composizione, la provenienza e le istruzioni per il riutilizzo e il riciclo. Sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea, il 28 giungo 2024 è stato pubblicato il Regolamento (UE) 2024/1781, che introduce importanti novità sui requisiti di progettazione ecocompatibili che i beni dovranno rispettare per essere immessi sul mercato. Il Regolamento 2024/1781 si applica a quasi tutti i beni che circolano nell’Unione Europea, anche se sono prodotti da Paesi extra UE, con l’eccezione di solo poche categorie merceologiche, come alimentari e medicinali: queste saranno regolamentate diversamente. L’obiettivo è quello di promuovere la sostenibilità ambientale e ridurre l’impronta di carbonio dei prodotti e servizi immessi sul mercato. In base al nuovo Regolamento, la Commissione Europea dovrà stabilire i requisiti specifici per i diversi prodotti e produttori e i Paesi dell’UE avranno 18 mesi di tempo per adeguarsi. Entro il 19 aprile 2025 la Commissione Europea adotterà un piano di lavoro allo scopo di stabilire un elenco di gruppi di prodotti che devono avere la priorità nella definizione di requisiti di progettazione ecocompatibile, così come il calendario stimato per la loro definizione. Sarà data priorità ai gruppi di prodotti la cui ecoprogettazione contribuisce maggiormente a raggiungere gli obiettivi dell’Unione Europea in materia di ambiente, clima ed efficienza energetica e alla loro capacità potenziale di migliorare gli aspetti del prodotto senza comportare costi sproporzionati. Lo stesso Regolamento istituisce il passaporto digitale di prodotto, definito come l’insieme di dati specifici sul prodotto ed accessibile elettronicamente per mezzo di un supporto dati costituito da codice a barre lineare, simbolo bidimensionale o altro mezzo di identificazione automatica e raccolta dei dati leggibile da dispositivo. Gli obblighi di informazione introdotti nel Regolamento prevedono che i prodotti possano essere immessi sul mercato o messi in servizio solo se è disponibile un passaporto digitale di prodotto e che i dati contenuti nel passaporto digitale di prodotto siano accurati, completi e aggiornati. Il passaporto digitale di prodotto deve essere conforme ad alcuni requisiti essenziali, tra cui: collegamento tramite un supporto dati a un identificativo univoco persistente del prodotto; il supporto dati deve essere fisicamente presente sul prodotto, sul suo imballaggio o sulla documentazione che accompagna il prodotto; tutti i dati contenuti nel passaporto digitale di prodotto sono basati su norme aperte, elaborati in un formato interoperabile, leggibili meccanicamente, strutturati e consultabili, e sono trasferibili mediante una rete per lo scambio di dati interoperabile e aperta senza blocco da parte del fornitore; i dati personali relativi ai clienti non sono conservati nel passaporto digitale di prodotto senza il loro consenso esplicito; i dati contenuti nel passaporto digitale di prodotto si riferiscono al modello di prodotto, al lotto o all’articolo specificato. Tramite il passaporto digitale i consumatori, anche prima dell’acquisto, potranno accedere alle informazioni sui prodotti e il loro ciclo di vita attraverso un identificativo univoco. Le informazioni riguarderanno la durabilità e la riparabilità, il contenuto riciclato o la disponibilità di pezzi di ricambio. Entro il 19 luglio 2026 la Commissione Europea realizzerà un registro digitale in cui saranno conservati in modo sicuro gli identificativi univoci di prodotti, gli operatori economici e i siti che consentono di rintracciare i soggetti e gli impianti di fabbricazione relativi al prodotto. Inoltre, la Commissione Europea istituisce e gestirà un portale web accessibile al pubblico che consente ai portatori di interessi di ricercare e confrontare i dati contenuti nei passaporti digitali di prodotto.

Il DPP con gli standard GS1

Gli standard GS1 sono il linguaggio comune per identificare, catturare e condividere le informazioni lungo la supply chain e assicurano che le informazioni importanti siano accessibili, corrette e facilmente comprensibili. Il più conosciuto è il codice a barre, usato da oltre un milione di imprese nel mondo, che permette lo scambio di informazioni tra industria e distribuzione con chiarezza, semplicità e senza errori. Gli standard GS1 consentono ai passaporti digitali dei prodotti di funzionare nella pratica, senza reinventare la ruota, sfruttando le regole globali condivise già usate da più di 2 milioni di aziende nel mondo della community GS1. Il sistema di standard GS1, aperto e globale, consentirà la costruzione e l’accessibilità del Digital Product Passport, indipendentemente dai dispositivi o dalle tecnologie utilizzate. In particolare, gli standard per l’identificazione, la cattura e la condivisione, inclusi i codici a barre 2D e il GS1 Digital Link, sono particolarmente rilevanti per il DPP. Ciò significa che gli standard GS1 consentono l’accesso online e la scansione delle informazioni sul prodotto tramite un unico codice a barre, da parte dei consumatori con uno smartphone, alla cassa e da tutti i soggetti coinvolti nella supply chain. Sfruttando le implementazioni esistenti basate sugli standard GS1 per supportare le iniziative di circolarità, le aziende possono muoversi in modo rapido ed efficiente per soddisfare i requisiti normativi e migliorare il modo in cui lavoriamo e viviamo.

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