Il futuro del cloud tra sicurezza e lavoro a distanza
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Anche se il rischio pandemia può essere considerato oramai un ricordo, il 40% delle persone continua a lavorare da remoto. Ma attenzione, perché i modelli di sicurezza tradizionali sono superati e rappresentano un problema per i professionisti dell’IT che identificano come principali sfide sia i rischi legati alla sicurezza cloud (51%) che il crescente numero dei dipendenti che lavorano a distanza (39%). E infine: le aziende continuano ad adottare il cloud, con il 78% degli intervistati che dichiara l’intenzione di volergli affidare entro il 2025 più del 40% dei propri dati.
È questa la prima sintesi del Global Networking Trends Report 2023, uno studio realizzato da Cisco per esaminare l’evoluzione della tecnologia di rete e delle iniziative multi-cloud intraprese dalle aziende di ogni dimensione e settore, e che evidenzia i diversi trend e priorità che impatteranno sul futuro del networking e sul ruolo delle reti per una strategia cloud di successo.
Punto di partenza per la realizzazione di questo report è la considerazione che gli ultimi due anni e mezzo hanno portato un enorme cambiamento nel mondo. E dunque dopo aver affrontato una pandemia globale, un conflitto geopolitico, l’incertezza economica e un mondo sempre più ibrido e multicloud, le aziende oggi si chiedono quale sia la strada da percorrere. Per prosperare e sopravvivere, hanno dovuto cambiare il proprio modo di fare business e così facendo, l’adozione del cloud ha subito un’accelerazione e il ruolo della rete è cambiato.
L’affermarsi di modalità di lavoro ibride ha determinato la necessità di nuovi approcci per garantire ai dipendenti che lavorano da remoto, connessioni sicure ai dati e alle risorse aziendali distribuite in ambienti ibridi e multicloud. Sebbene le persone stiano tornando in ufficio, oltre il 40% continua a lavorare da remoto, a tempo pieno o per qualche giorno della settimana. I modelli di sicurezza tradizionali sono ormai obsoleti, rappresentando un problema per i professionisti dell’IT che identificano come principali sfide i rischi legati alla sicurezza cloud (51%) e il crescente numero dei dipendenti che lavorano a distanza (39%).
La transizione verso il cloud e il multicloud sta accelerando. Se l’agilità aziendale è il problema, in molti vendono la risposta nel cloud. Continua l’adozione del cloud da parte delle aziende, con il 78% degli intervistati che dichiara l’intenzione di voler ospitare oltre il 40% dei propri dati in cloud entro il 2025, rispetto all’attuale 63%. Anche l’adozione del multicloud cresce con il 42% degli intervistati che vede in uno sviluppo più agile e scalabile delle applicazioni la ragione principale per utilizzare diversi cloud.
L’accesso sicuro alle applicazioni cloud è la principale sfida in ambito networking del 2023. Anche la visibilità end-to-end lungo la catena di distribuzione dei servizi digitali (ad esempio tra utente e cloud) al fine di garantire un’esperienza applicativa coerente, è una delle principali preoccupazioni dei professionisti IT aziendali. Fornire accesso sicuro alle applicazioni che possono risiedere on premises ed allo stesso tempo essere distribuite in diversi cloud è la principale sfida secondo il 41% degli intervistati. Poiché il traffico di rete ha origine e termina al di fuori della rete aziendale, avere visibilità end-to-end delle prestazioni di rete e della sicurezza è fondamentale secondo il 37% degli intervistati.
“Il lavoro a distanza e quello ibrido sono una realtà destinata a rimanere”, spiega Fabrizio Gergely, Architecture Sales Leader di Cisco Italia. “L’adozione di più cloud sta accelerando ma fornire connessioni sicure e coerenti a dipendenti, dispositivi e applicazioni altamente distribuiti, continua a rappresentare una sfida a causa della continua espansione del panorama delle minacce e della complessità degli strumenti e delle procedure a disposizione dei team che si occupano di networking, cloud e sicurezza. Da soli, non sono in grado di garantire connessioni sicure né di fornire le esperienze digitali e l’agilità di cui le aziende hanno bisogno per competere. La maggior parte dei leader IT lo sa e per tale motivo sta testando modelli operativi innovativi per rispondere a queste esigenze in continua evoluzione. Ciò che emerge chiaramente dal report – aggiunge Gergely – sono i benefici derivanti dal passaggio a un’architettura SASE, affermazione confermata da quasi la metà degli intervistati che prevede di implementarla entro due anni per collegare le filiali e i clienti a distanza. SASE è infatti in grado di garantire un’esperienza IT semplificata e più sicura nel connettere alle applicazioni cloud dipendenti e clienti distribuiti. Inoltre, un modello SASE cloud-centric sfrutta la potenza dei dati per offrire funzionalità come la visibilità end-to-end e l’analisi predittiva, fondamentali per garantire un’esperienza utente coerente”.
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