Il 5G in ambito manifatturiero varrà 10,8 miliardi di dollari entro il 2030

Per conquistare questo valore occorre avere un ecosistema di soggetti in grado di valutare come misurare l'impatto del 5G e degli sviluppi edge in campo produttivo

Pubblicato il 16 marzo 2020

Il 5G e l’edge computing rappresentano un ‘salto’ tecnologico foriero di significative trasformazioni del business model in molte realtà industriali, inclusa la produzione e i settori verticali associati a Industria 4.0. Il mercato delle connessioni 5G cellulari per l’ambito manifatturiero arriverà a valere 10,8 miliardi di dollari entro il 2030, con un tasso di crescita annuo (CAGR) del 187%, secondo ABI Research.

“Per conquistare questo valore, però, gli attori di questo ecosistema dovranno per prima cosa valutare come misurare l’impatto del 5G e dell’edge computing” afferna Don Alusha, Senior Analyst di ABI Research. Le attuali considerazioni relative a Industry 4.0 e alla digitalizzazione si concentrano su metriche finanziarie convenzionali (per esempio, ROI – return on investment, profitto netto, cash flow) quali unità metriche per misurare l’efficacia del 5G e dell’edge. Ma queste unità di misura sono usate a livello finanziario per stabilire il guadagno e non arrivano a considerare il livello di fabbrica. “Invece, l’intero ecosistema di Industry 4.0 deve prendere in considerazione un tipo di misurazione alternativa, che tenga in considerazione come il 5G e lo sviluppo dell’edge aiutino la produzione a stabilire regole operative per la gestione degli impianti. La portata sulle spese di inventario e operative ha impatto sui flussi di capitale, il capitale interno e quello impegnato fuori dall’azienda” spiega Alusha.

Questi tre parametri di misura consentono ai partner di Industry 4.0, come ABB, Bosch, Siemens, di stabilire un nesso diretto fra l’utilità del 5G e ciò che accade a livello di fabbrica. In tal modo, potranno impiegare tale connessione per trovare una relazione logica fra gestione quotidiana degli impianti e performance dell’azienda nel suo complesso. Solo allora, i settori verticali di Industry 4.0 avranno una base per sapere quali sono i reali benefici del 5G e dell’edge computing. “Inoltre, ugualmente importante è la capacità di misurare il rischio quando si adottano risorse come 5G e tecnologia edge. Le discussioni sull’adozione delle nuove tecnologie sono sempre basate sull’assunzione di un rischio e di un ritorno. Se il ritorno che si ottiene è davvero imperdibile, varrà la pena assumersi il rischio. 5G ed edge offrono opportunità commerciali che non hanno pari, ma inevitabilmente sono nuove tecnologie e dunque vi sono dei rischi a esse associati” prosegue Alusha.

I continui tentativi di mantenere alta la crescita della produttività, aumenta l’esigenza dell’automazione di processo di soddisfare i cambiamenti nella domanda degli utenti e di stabilire una catena di fornitura affidabile che si estende su molteplici geografie, obbligando i produttori a essere più flessibili. Secondo Alusha, “Per comprendere l’importanza dei cambiamenti nelle forniture e il suo significato in termini di vantaggio competitivo, non occorre andare oltre l’esempio di Wal-Mart. Wal-Mart è il maggiore fornitore al mondo (seguito subito da Amazon) e non produce un solo bene. Tutto quello che ‘fa’ è gestire una catena di fornitura super-efficiente”. La capacità, affidabilità, alta qualità di servizio, e velocità offerta dal 5G e da un edge computing iper-convergente possono ottimizzare le attività per avere un supply chain super-efficiente.

Grazie alla maggiore affidabilità e velocità di comunicazione dei dati, superiore a quella delle reti 4G, la combinazione di 5G ed edge computing locale tracceranno la via per nuovi valori di business. I benefici commerciale aumenteranno legati a tre aspetti: agilità e ottimizzazione dei processi; assicurazione di qualità migliore e maggiore efficienza; miglioramento nella produttività. “Di conseguenza, solution provider come Ericsson, Huawei, Nokia e ZTE dovranno aumentare il proprio ‘valore aggiunto’, completando le loro profonde competenze tecniche con l’aggiunta di competenze nel business, per esempio conoscenza dei settori verticali dell’industria, nuove funzioni (sales, marketing e accounting) e progettazione di soluzioni, consulenza su misura su casi applicativi e di nicchia” conclude Alusha.



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