I nodi intelligenti National Instruments rispondono alle sfide dell’Internet of Things

Pubblicato il 25 settembre 2015

Nel 2020 circa 50 miliardi di oggetti saranno connessi a Internet e produrranno un’immensa quantità di dati. È l’Internet of Things, un fenomeno con il quale tecnici, progettisti e ricercatori stanno già facendo i conti. Per supportarli nello sviluppo di applicazioni di nuova generazione, National Instruments ha presentato quest’anno una nuova strategia. A presentarla Matteo Bambini, Embedded Systems Marketing Manager di National Instruments: “Stiamo assistendo a una vera e propria ‘esplosione’ di dati strutturati e non. Per averne un’idea basti pensare che al CERN in 20 anni sono stati registrati oltre 100 petabyte di dati fisici e che di questi il 75% sono stati generati negli ultimi tre anni”.

È chiaro che questa ingente mole di dati rappresenta un’opportunità per le aziende che possono oggi prendere decisioni sempre più ‘informate’. Perché ciò avvenga è necessario però che i big analog data generati sul campo siano registrati, convertiti in digitale e trasmessi ai sistemi di analisi. Ed è evidente che un primo livello di elaborazione dei dati deve avvenire in locale per far sì che giungano ai livelli superiori solo i dati significativi.

cRIO_9034

cRIO-9034

In quest’ottica si inseriscono i nodi intelligenti sviluppati da National Instruments: dispositivi, come nel caso dei nuovi CompactRIO ad alte prestazioni cRIO-9034/9039, dotati di un’unità di acquisizione e computing avanzata, che integra microcontrollore ed FPGA, e una CPU quad core Intel Atom, governata da un sistema operativo Microsoft o Linux Real Time, che rende il dispositivo in grado di lavorare in assoluta indipendenza.

Stessa logica per il nuovo sistema di acquisizione dati CompactDAQ cDAQ-9136/9137, anch’esso dotato di processore quad core Atom da 1,9 GHz, uno chassis con 4 o 8 slot e Windows o Linux RT OS. A differenza del CompactRIO, il CompactDAQ non integra un’FPGA ma un ASIC (un circuito dedicato non riconfigurabile) e si presta quindi a compiti di acquisizione dati, anche se con intelligenza a bordo.

Aggiornata anche la versione tradizionale di CompactDAQ, quella con lo Chassis, che arriva ora fino a 14 slot e dispone di USB 3.

Novità anche per la piattaforma Single Board RIO (modelli sbRIO-9607/9627/9637) che integrano FPGA Xilinx, processore ARM dual core e un OS Linux “securuty enhanced”, particolarmente indicati per applicazioni su smart grid.

Si aggiorna infine anche la gamma Flex RIO con un nuovo sistema stand alone (NI 7395R) per elaborazione di segnali ad alta velocità. A differenza dei moduli precedenti, questa soluzione consente di utilizzare i moduli Flex RIO anche lontano dallo chassis PXI sul banco del laboratorio e portarlo sul campo.

 

LabView e DIAdem

Denominatore comune dei nuovi prodotti è il software LabView, cuore pulsante di National Instruments. La nuova edizione LabView 2015 è stata lanciata con il motto “Write code faster. Write faster code” e offre una serie di miglioramenti per offrire maggiore stabilità e migliori prestazioni. LabView 2015 riduce la curva d’apprendimento per acquisire un approccio progettato su software, permettendo lo sviluppo di sistemi potenti, flessibili e affidabili. Grazie a tre suite specifiche per applicazione che includono un anno di formazione illimitata e i benefici della certificazione, gli sviluppatori hanno accesso al software e alle risorse dedicate alla formazione così da sviluppare al meglio e più velocemente i propri sistemi.

Restando in ambito software e IOT, sarà presto disponibile la versione a 64-bit di DIAdem 2015, un supporto indispensabile per prendere decisioni guidate dai dati, che consente di manipolare, analizzare e visualizzare grandi quantità di dati. Al suo interno DataFinder Server Edition 2015 permette ricerche progressive multiquery che possono essere indirizzate a server globalmente condivisi per trovare i dati che gli utenti hanno bisogno di analizzare in pochi secondi.

Franco Canna



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