Hmi e Software Automation

Dalla rivista:
Automazione Oggi

 
Pubblicato il 15 giugno 2002

Il mercato europeo degli HMI nel 2002: tutto come previsto o c’è qualcosa da segnalare? E in Italia?
Secondo Jean Marc Willems (Progea), in Europa (ma anche in Asia) vi sono alcuni Paesi dove l’HMI è in fortissima crescita, soprattutto per quanto riguarda le soluzioni embedded. “In Italia”, egli aggiunge, “vi sono molte aspettative per i sistemi HMI basati su Windows CE e per i DCS basati su piattaforma PC. Comunque, siamo ancora agli inizi e dovremo aspettare un po’ prima di vedere decollare queste soluzioni. Nel resto d’Europa, al contrario, questo è un mercato più sviluppato.” Mauro Gualerzi (Servitecno) ritiene che il mercato italiano degli HMI non si discosti in modo particolare da quello europeo. “Credo che il mercato stia crescendo secondo le previsioni, con un trend consolidato, senza grosse novità o frenate. Aspettiamo la seconda parte dell’anno per capire meglio dove si andrà.” Anche Mauro Galano (Rockwell Automation) sostiene che l’andamento del mercato italiano conferma quello del mercato europeo. “C’è comunque una crescita su tutta la fascia dell’HMI,” egli osserva. “Sulla parte più bassa (quella dell’interfaccia operatore non Scada), si vede una crescita più limitata, a favore di uno sviluppo maggiore della parte di supervisione. Ciò si può spiegare con la richiesta di prestazioni sempre più ricche, che i prezzi sempre più interessanti dell’hardware rendono possibili. Da qui lo spostamento del mercato verso la fascia medio-alta.”

Pasquale De Leo (Siemens) concorda con quanto detto circa l’andamento del mercato europeo e italiano. “Fondamentalmente i due mercati rispecchiano le previsioni dello scorso anno, senza grossi scostamenti,” egli riferisce. Secondo De Leo, un settore che sta andando particolarmente bene è quello dei sistemi embedded basati su Windows CE. “Abbiamo puntato molto su questo sistema operativo,” egli afferma, “ed effettivamente questo segmento sta dando buoni frutti.” “Il mercato italiano è tendenzialmente uguale a quello dello scorso anno,” afferma Umberto Parma (Siei). “Quest’anno stiamo crescendo in modo interessante sul mercato italiano, in particolare nel segmento dello Scada vero e proprio, legato a progetti di una certa dimensione,” afferma Maurizio Cappelletti (GE Power Controls), “mentre ci sembra un po’ meno vivace il mercato dei costruttori di macchine. Ci aspettavamo una crescita spinta da Internet ed effettivamente questo si sta verificando, perché è molto richiesta la possibilità di accedere ai dati e fare supervisione remota attraverso la Rete.” In previsione del 2002, lo scorso anno GE Power Controls ha cercato di puntare sull’HMI leggero e di SoftPLC. “Quest’anno sono partite alcune applicazioni in entrambe le direzioni,” conclude Cappelletti. “Il mercato in Europa è a macchia di leopardo,” osserva Francesco Picucci (Usdata Italia), “anche se i Paesi che sono andati peggio nel primo trimestre del 2002 stanno dando segnali di ripresa. Mediamente, quindi, si può parlare di una situazione stabile. In particolare, sembra che la Germania si stia muovendo abbastanza bene nell’ultimo mese, così come Spagna e Portogallo.” Picucci aggiunge che il mercato italiano è stabile, ma con un trend positivo.

“Legno, mobili e moda, con il relativo indotto, sono alcuni dei settori che in Italia ‘tirano’ di più, mentre l’automotive e l’hi-tech sono fermi. Per la nostra azienda sono in crescita soprattutto i grossi progetti, mentre stiamo cominciando ad andare solo ora verso la fascia low end, dove in precedenza non eravamo presenti.” “Per quanto riguarda la nostra azienda, i risultati in generale sono al di sopra delle medie di mercato pubblicate da società come ARC,” afferma Natalie Murgano (Wonderware Italia). “Per l’HMI, in particolare, abbiamo una percentuale che oscilla fra il 60 e il 65% rispetto agli altri prodotti della nostra suite.” Secondo Murgano, in Europa vi sono Paesi dove il mercato degli HMI è in contrazione: si tratta dei mercati più maturi come Regno Unito e Germania. Altri mercati sono invece in crescita, come la penisola Iberica e (specificamente per Wonderware), i Paesi del vicino Oriente. “Per quanto riguarda i vari settori, l’automotive si è fermato, mentre negli altri comparti sono state rispettate le aspettative di crescita. Complessivamente, in Europa e in Italia, possiamo infatti osservare una crescita media attorno al 10%.” Murgano conclude notando la richiesta di soluzioni wireless, sistemi embedded, e della possibilità di portare lo Scada su pannelli di piccole dimensioni e basso costo. A ciò si aggiunge un aumento del numero di funzioni richieste. Omar Morando (Schneider Electric): “In Europa vi sono sicuramente dei Paesi che vanno meglio di altri, dando luogo a un mercato a macchia di leopardo. Per esempio, in Spagna e Portogallo il mercato è molto attivo, ma anche la Germania si sta riprendendo. In Italia, il trend è abbastanza interessante.” Passando ai singoli settori, Morando conferma il buon andamento dell’industria del legno e di settori analoghi. Infine, anche Schneider vede crescere le richieste di prodotti in grado di sfruttare le potenzialità di Internet. “E’ evidente anche un’evoluzione dei prodotti verso caratteristiche più ricche, con uno spostamento verso l’alto di tutte le gamme,” egli conclude.

Soluzioni integrate

Le suite di software automation tendono a fornire soluzioni sempre più integrate e basate su standard aperti. In che modo ciò si rapporta all’esigenza, da parte degli utenti, di sistemi sempre più tagliati sulla loro applicazione specifica? In altri termini: l’apertura non è in contrasto con la richiesta di soluzioni ad hoc? Secondo Morando, la necessità di soluzioni ad hoc nelle piccole e medie applicazioni è molto sentita. “E’ anche vero, però, che anche l’apertura può spesso rispondere a questa esigenza,” egli afferma, “essendo possibile includere molti oggetti all’interno del pacchetto. Ciò permette al cliente di importare il proprio tassello fondamentale, creandosi una soluzione ad hoc. Per esempio, nella supervisione, gran parte dell’applicazione è abbastanza standard; il ‘cuore’ legato alla macchina è invece una parte che in proporzione è piuttosto piccola,” sottolinea Morando.