Hmi e Software Automation…

Dalla rivista:
Automazione Oggi

 
Pubblicato il 15 giugno 2002

PC industriali

Secondo i dati Anie Assoautomazione, i PC industriali sono in forte crescita: +67,2% nel 2001. Che cosa serve loro per potere essere applicati a tutto campo nell’ambito dell’automazione di macchina, manifatturiera e di processo?
Secondo De Leo, non è detto che una cosa ne debba soppiantare un’altra. Infatti, negli ultimi tempi, si sono ingranditi sia il mercato delle soluzioni chiuse (embedded), sia il mercato dei PC industriali. “Credo che entrambe le soluzioni rimarranno anche in futuro; anzi, esse si aiuteranno a vicenda,” egli sostiene. “Il PC industriale è una piattaforma aperta su cui girano software di supervisione e MES. Può essere utilizzato anche a bordo macchina, ma non sempre. Avremo quindi anche piattaforme specializzate, che aiuteranno i PC. Pensiamo a OPC che, con OPC Server, ha permesso di connettere PLC di costruttori diversi, rigenerando il PLC nella sua funzione e nella sua possibilità di utilizzo. Ritengo comunque che la diffusione del PC industriale sia fortemente legata alla riduzione del suo prezzo. Ciò sta favorendo la sostituzione dei PC da ufficio che in precedenza venivano utilizzati su molte macchine. Infine, il PC aumenta il numero di funzioni e applicazioni disponibili a bordo macchina.” De Leo aggiunge che, qualche anno fa, è iniziato un periodo di grande euforia per i PC industriali e il trend continua. Tuttavia, la tecnologia Internet (che doveva spingere i PC) sta dando slancio ai terminali embedded. Con la possibilità di accedere facilmente in remoto a server sui quali sono contenuti le applicazioni e i dati, anche a livello di macchina si può disporre di apparecchiature più snelle. Rispetto al passato, quindi, è diventato quindi più facile concentrare i dati. La tecnologia Internet e le tecnologie wireless hanno ridato vita ai terminali embedded per la loro semplicità e snellezza e soprattutto per la loro portabilità. Ballabio: “Osservando la crescita del numero di PC industriali installati in Italia nel 2001, con una copertura del mercato pari al 65% circa, si vede che si tratta di oltre 14.400 unità con un fatturato di 65 miliardi.” E’ quindi presumibile che il valore complessivo sia intorno ai 100 miliardi. Ciò significa che il PC in campo industriale viene utilizzato solo per visualizzazione o per inserire un programma ad hoc in Visual Basic, oppure anche per il controllo. “Su una grossa percentuale di questi PC viene sicuramente installato uno Scada standard,” prosegue Ballabio, “su altri PC vengono utilizzati Scada proprietari, mentre altri (ma in misura, ritengo, molto minore) sono utilizzati come piattaforme per applicazioni SoftPLC. Non sono in grado di dire se questi tre impieghi stiano concorrendo significativamente all’evoluzione del PC nella fabbrica o nel processo, ma credo che questo grosso fermento sia dovuto al crescente interesse dell’industria per il PC. E’ vero, d’altra parte, che una crescita del 22% è avvenuta anche nel campo dei pannelli operatore. E’ quindi difficile capire se l’espansione del PC sia trainata solo dalle applicazioni HMI e software automation.” Afferma Picucci: “Secondo alcune fonti, solo il 33% del software MES è pacchettizzato. Ciò significa che esiste una grossa percentuale che sfugge ai fornitori di software. Per quanto riguarda il mercato dei PC, vorrei osservare che quando si installa un’applicazione MES con 30 client, per esempio, si potrebbero avere anche 60 PC, di cui solo 30 per volta collegati. Esiste quindi una ‘inflazione’ solo apparente di PC.”

“Credo che il trend di crescita del PC industriale sia dettato soprattutto da due ragioni,” afferma Morando. “In primo luogo, la crescente complessità delle macchine, con la necessità per i fornitori di distinguersi offrendo nuovi servizi (ma i nuovi servizi richiedono maggiore interfaccia operatore). Inoltre, il fatto che l’hardware del PC e il software Scada vanno sempre di più verso una riduzione dei costi. Oggi, un PC industriale costa più di un PC da ufficio, ma il suo prezzo è diventato relativamente abbordabile.” “Se si parla di Scada e HMI, credo che oggi il PC industriale sia sufficientemente equipaggiato in termini di robustezza, di performance e di ricchezza di funzionalità,” aggiunge Morando. “Se guardiamo di più verso la software automation, la percentuale dei PC che eseguono applicazioni SoftPLC è molto bassa. Manca sicuramente una maggiore rapidità in termini di avvio. Rispetto a un PLC, ciò può provocare dei ritardi di ripresa del servizio che, nel mondo della produzione, sono inaccettabili.” E’ anche vero che, quando l’impianto è grosso, si tende a utilizzare meno PC industriali. In questo caso, infatti, è normalmente possibile utilizzare PC da ufficio installati in ambienti protetti (cabine, uffici, ecc.). La diffusione del PC industriale è quindi legata soprattutto ai costruttori di macchine che, attraverso il PC e applicazioni Visual Basic, fanno evolvere il dialogo operatore. Secondo Cappelletti, resta il problema della diffidenza circa il sistema operativo. Ciò vale anche per il passaggio a Windows CE e per l’utilizzo di sistemi hard real- time. “Credo comunque che il forte aumento dei PC industriali in Italia sia molto legato al settore OEM,” aggiunge Cappelletti. “Fino a poco tempo fa, agli OEM bastava un PLC e un pannello operatore; questo oggi può non essere sufficiente, a causa delle necessità di storicizzazione e analisi dei dati. Il PC non sostituisce necessariamente il pannello operatore. In molti casi, infatti, il pannello operatore viene mantenuto (anche se con funzioni ridotte). Infine, utilizzando un PC è possibile aggiungere successivamente dei client.” Murgano: “Sempre di più, nel mercato OEM, i compensi sono trasformati in ore di funzionamento o pezzi prodotti dalla macchina, piuttosto che nel costo puro dell’hardware o del software. Per questo, gli OEM tendono sempre di più a mantenere la qualità della propria macchina, integrando software che siano adeguati. Quindi, il PC va da sé.” Secondo Galano, nelle applicazioni industriali medio piccole o nel telecontrollo, il prezzo di un PC industriale non è molto diverso da quello di un pannello operatore sofisticato. “D’altra parte, il PC offre un valore aggiunto, permettendo di differenziarsi dai concorrenti che offrono soluzioni simili,” egli sottolinea. “Ciò concorre a creare volumi che nella sola automazione non sembrerebbero giustificati. Diverso è il caso dei grandi impianti, dove lo Scada regna incontrastato.” Parma: “Non bisogna dimenticare che anche le applicazioni SoftPLC sono in aumento e che, a loro volta, stanno contribuendo alla diffusione dei PC industriali.”