Europa meridionale: la nuova culla dell’innovazione

In questo studio realizzato da P101 - fondo di venture capital specializzato in investimenti in società digital e technology driven - emergono le potenzialità delle startup nel Sud Europa.

Pubblicato il 20 agosto 2016

Quando si parla di startup e di innovazione in Europa, il pensiero subito va a città come Londra o Berlino. Talvolta Amsterdam o, ancora, Parigi.

L’area meridionale del Vecchio Continente, al contrario, è stata finora un player poco acclamato e piuttosto silente. La stessa area che ora sembra invece iniziare ad affermarsi come la rising star del comparto, ricca di hub tecnologici interessanti – a loro volta terreno fertile per gli investimenti – e una concorrenza tra venture capitalist meno aggressiva rispetto a quella di latitudini più nordiche.

Un po’ di indicatori stanno, in ogni caso, accendendo i fari sul mediterraneo: il Financial Times che ha recentemente eletto Milano la nuova capitale delle startup; Madrid che ogni anno ospita le più influenti realtà del settore all’interno del South Summit, l’evento che raccoglie le migliori innovazioni dal Sud Europa per connetterle con investitori provenienti da tutto il mondo. O, ancora, Lisbona, che da quest’anno sostituisce Dublino come sede del Web Summit, l’evento di tecnologia che accoglie i rappresentanti delle aziende tech più influenti a livello internazionale.

Noi di P101 non siamo i soli a sostenere che lo scenario delle giovani imprese innovative del Sud Europa stia vivendo una fase di crescita positiva. L’indagine di Tech.eu conferma la vivacità del mediterraneo: “il settore tech del Sud Europa è sulla buona strada per raggiungere la maturità e il riconoscimento di ecosistema delle startup di livello mondiale.” A sostenere in particolare il boom portoghese è lo studio della Startup Europe Partnership, la prima piattaforma della Commissione Europea dedicata alle nuove tecnologie, che evidenzia come il mercato di questo paese sia giovane ma in rapida ascesa.

L’Italia è parte integrante e motore di questo cambiamento: stando all’ultimo rapporto Aifi, nel 2015 l’attività di investimento nel mercato italiano del VC ha visto una crescita significativa, raggiungendo il secondo ammontare più alto di sempre. Nel corso del 2015 le risorse complessivamente raccolte dagli operatori presenti in Italia sono risultate pari a 2,8 miliardi di Euro, in crescita del 92% rispetto ai 1,5 miliardi di Euro dell’anno precedente, e sono state registrate 342 nuove operazioni, distribuite su 272 società.

Segnali positivi di una crescita in atto in cui abbiamo sempre creduto. L’Europa del Sud, e l’Italia in primis, rappresenta già oggi una nuova e feconda “culla” di startup e imprese innovative, e potrebbe diventare, con l’azione di VC attenti e coraggiosi, la nuova meta di investimenti in un mercato ricco di opportunità.
L’opportunità? Contribuire a dar vita ad aziende che una volta cresciute re-investano a loro volta in Italia.



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