Digitalizzazione prioritaria per le imprese italiane

Pubblicato il 11 febbraio 2019

La digitalizzazione come opportunità unica per invertire la curva che porta in basso l’Italia sul fronte della produttività, facendo rimanere al palo il nostro Paese non solo nei confronti della Germania o della Francia, ma anche di paesi come la Spagna. È questa la visione che accomuna i direttori risorse umane delle imprese italiane: l’80, 77% infatti mette la digitalizzazione fra le priorità dell’azienda, insieme a esigenze pragmatiche come incremento della produttività e riduzione dei costi (indicati fra le tre opzioni possibili rispettivamente dal 65,38% e dal 57,69% degli intervistati). È quanto emerge dalla ricerca “The future of HR in the digital era”, realizzata da Business International in collaborazione con Osservatorio Imprese Lavoro INAZ, intervistando un centinaio di HR executives e dirigenti di aziende medio-grandi.

La ricerca, che comprende anche una serie di interviste a manager e specialisti del personale, è tesa a indicare gli elementi chiave della roadmap della trasformazione digitale nel nostro paese in ambito HR. «Se è vero che scontiamo ancora uno scarto importante rispetto all’Europa, è anche vero che le imprese manifestano una forte voglia di guardare al futuro», commenta Linda Gilli, presidente e amministratore delegato di Inaz. «È il digitale infatti a rendere possibili tutte le iniziative sulle quali oggi ci si concentra in ambito HR per lavorare meglio, in modo più produttivo e con modalità di organizzazione che rispondono alle sfide di oggi. Per esempio lo smartworking (il 38% degli intervistati prevede di introdurlo in azienda), lo sviluppo del welfare aziendale (su cui si concentrerà il 31% degli intervistati), nuove modalità di performance management e misurazione dei risultati, ma anche formazione continua, employee retention e talent acquisition». La funzione HR è inoltre consapevole di doversi digitalizzare essa stessa (54% delle risposte alla richiesta di indicare tre obiettivi di investimento) e di avere bisogno di nuove competenze specifiche (una necessità avvertita dal 53, 85% degli intervistati).

«Si tratta di uno scenario che INAZ, come player di mercato e fornitore di servizi, conosce molto bene», conclude Linda Gilli.«Le imprese sono chiamate a costruire una realtà dove il tempo viene impiegato meglio, si lavora meglio e si sta meglio. Si tratta del punto finale di un percorso dove il digitale è un fattore abilitante, ma al centro c’è il fattore umano. Per questo la funzione HR assume un ruolo chiave nella progettazione dello sviluppo armonioso di imprese e organizzazioni».



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