La comunicazione industriale è alla base dell’Industria 4.0

Il 13 giugno si è svolto l’evento di Consorzio PI Italia “Le tecnologie di comunicazione abilitanti per la digitalizzazione dell'industria” alla presenza di Associazioni di categoria come Ucimu, Anima e Anie, oltre a professionisti di Altea Federation, Oracle, SAP e Clusit. Un momento di confronto sulle tecnologie promosse dal Consorzio e le sfide che oggi definiscono il mercato industriale

Pubblicato il 16 giugno 2023

Attraverso l’utilizzo dei protocolli Profibus, Profinet, IO-Link e Omlox, di cui Consorzio PI Italia si fa promotore dal 1994, è possibile raccogliere i dati utili ai processi di gestione più avanzati direttamente dal campo, creando così valore per l’azienda in quanto base della digitalizzazione e delle strategie di Industria 4.0.

A oggi le tecnologie che utilizzano questi standard a livello mondiale, i cosiddetti nodi, sono per Profinet circa 60 milioni, con un incremento del 23% rispetto al 2022, e 35 milioni di nodi IO-Link, con un aumento percentuale di circa 33%, secondo i dati raccolti dal PI International. Tali risultati portano a definire questi due protocolli come leader globali. Alessandro Morana di ANIE, ospite della giornata, ha sottolineato che in crescita su territorio italiano, secondo l’indagine associativa, si confermano le tecnologie basate su Profinet, standard di “dialogo” estremamente rapido che utilizza Ethernet, ed è e in grado di collegare il “campo” ai sistemi gestionali dell’azienda, con +28% nel periodo 2021/2022.

Consorzio PI Italia sostiene da sempre l’implementazione di soluzioni d’avanguardia sulla base di tali protocolli; ad oggi su territorio nazionale circa 72 aziende sono certificate e sviluppano tecnologie con Profibus, Profinet, IO-Link e Omlox, dai grandi player alle aziende medio-piccole. Perché l’utilizzo di standard certificati e diffusi favorisce la competitività delle imprese e definisce una rete di scambio sicura e affidabile, in grado di supportare le diverse realtà nelle sfide del mercato contemporaneo, come confermano i dati.

Ma quali sono le sfide principali del settore dell’automazione oggi? Su questo punto sono intervenuti professionisti autorevoli alle due tavole rotonde che si sono svolte durante l’evento. Al primo appuntamento della mattinata la riflessione si è focalizzata sulle difficoltà di conciliare innovazione e propensione al cambiamento che spesso si incontra negli addetti ai lavori, come ha precisato Silvano Joly, Business Development Director di Altea Federation.

Luisella Giani, Emea Head of Commercial Industries di Oracle, ha inoltre sottolineato come l’Italia sia in ritardo nella digitalizzazione, con l’investimento di solo l’1,5% del PIL in innovazione, ben al di sotto dell’obiettivo del 3% dell’Unione Europea. “Ciò che l’Italia deve affrontare nel settore manifatturiero è un’urgenza di innovazione per competere efficacemente a livello europeo” ha dichiarato la dottoressa Giani “la svolta è nell’adozione di quelle tecnologie abilitanti che consentono di adattarsi alle fluttuazioni del mercato mantenendo la marginalità”.

L’importanza delle tecnologie come strumenti strategici per una supply chain resiliente e flessibile è stata evidenziata da Matteo Losi, Head of Architects and Innovation di SAP, che ha poi precisato la necessità di una loro standardizzazione in termini di sicurezza ed efficienza in conformità alle normative che tutelano il mercato.

Dunque, servono innovazione e standardizzazione con rispetto alle norme di settore, oltre al coinvolgimento di tutti gli attori implicati nel processo produttivo. Punti condivisi anche nella seconda tavola rotonda che ha visto al centro del dibattito l’importanza della formazione e della definizione di nuove figure professionali. Infatti, per essere competitivi e competenti secondo Alessandro Maggioni, Direttore Relazioni istituzionali di Anima Confindustria, è necessario strutturare una formazione ad hoc che inizi dall’università e prosegua sul campo.

Gli operatori devono essere in grado di gestire le sfide della digitalizzazione con competenze adeguate sia in ambito informatico, oltre che ingegneristico, come confermato da Enzo Maria Tieghi, Membro del Comitato Scientifico di Clusit, sia in ambito normativo come confermato da Enrico Annacondia, Responsabile Direzione Tecnica Ucimu. È stato così toccato l’importante tema della cybersecurity che nel 2022 ha visto il settore manifatturiero tra i principali protagonisti di cyber attack nel nostro Paese, e che nell’ultimo periodo è al centro del dibattito per la definizione e la prossima entrata in vigore del Nuovo Regolamento Macchine.

Da quanto emerso dai diversi tavoli di confronto le sfide del mercato possono essere supportate da tecnologie sicure, diffuse e interoperabili che permettono alle aziende di rispettare le normative, di efficientare i processi e di fornire loro un valore aggiunto per la strategia aziendale. “Consorzio PI Italia vuole essere un abilitatore ed un portavoce del settore, facendosi promotore di un network di collaborazioni che permettano alle realtà italiane di crescere e innovarsi, cavalcando l’ondata di opportunità che la digitalizzazione ci mette a disposizione” conferma Giorgio Santandrea, Presidente del Consorzio PI Italia “C’è ancora molto da fare, ma lavoriamo costantemente per implementare le nostre soluzioni e per essere al fianco dei nostri consorziati”.



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