Consuntivo positivo per SPS Italia
In chiusura di Fiera le prime richieste per la seconda edizione. Le novità in mostra sui numeri di luglio-agosto delle riviste di FME
Oltre 300 espositori, di cui il 15% esteri, per un totale di 28.000 metri quadri di superficie espositiva e 10.844 visitatori: sono i numeri, prima di tutto, a darci idea delle dimensioni e del successo di questa prima edizione di SPS Italia, l’evento dedicato al mondo dell’automazione tenutosi a Parma gli scorsi 24-25-26 maggio, voluto dalla Fiera di Norimberga sul format dell’originale SPS/IPC/Drives tedesco.
“È stata una scelta naturale per noi, in linea con la strategia di esportazione del marchio a livello internazionale che stiamo portando avanti non solo nei Paesi emergenti, bensì anche in mercati già maturi, guardare all’Italia, la nostra ‘vicina di casa’, quale Paese d’elezione per l’organizzazione di una mostra sulla linea di SPS di Norimberga. L’Italia è infatti, e questo non è stato irrilevante, la seconda più grande piazza d’Europa per il mercato dell’automazione” ha affermato Donald J. Wich, AD di Messe Frankfurt Italia, in occasione della conferenza inaugurale della Fiera.
Ma perché proprio a Parma? “Prima di tutto per l’ubicazione strategica di questa città, proprio nel cuore della cosiddetta ‘food valley’, fra azienda alimentari e packaging, dove si trovano le sedi di molti dei potenziali visitatori, nonché degli espositori, di questa Fiera” ha spiegato Francesca Selva, Exhibition Director di SPS Italia. “Poi per la qualità del management e della struttura, con servizi efficienti e una logistica facilmente gestibile, che ci hanno consentito di creare una fiera ‘a misura d’uomo’”. E possiamo dire infatti che proprio l’‘uomo’, o meglio le ‘donne’, sono state al centro di questo evento: un team ‘in rosa’ (perché tutto al femminile, o quasi, è lo staff direzionale della manifestazione), che ha saputo accompagnare ‘per mano’, con impeccabile professionalità, espositori e visitatori, con un’attenzione ai problemi e alle esigenze di ciascun soggetto, che solo un gruppo ben affiatato e preparato può dimostrare. Perché spesso, anzi soprattutto, sono le risorse umane a fare la differenza fra successo e dilettantismo.
Lanciato 20 anni fa con una quarantina di espositori e qualche migliaio di m2 di superficie espositiva, l’originario SPS/IPC/Drives di Norimberga è oggi considerato evento imperdibile dagli ‘addetti ai lavori’; SPS Italia, allo stesso modo, punta in alto e già pensa al prossimo anno e alla seconda edizione, quella per cui già si prenotavano alcuni degli espositori con i quali abbiamo avuto il piacere di parlare presso gli stand. Gli stessi che hanno creduto nell’edizione appena trascorsa: “Svariate aziende, entrate a far parte del nostro Panel Espositori, ci hanno supportato nell’organizzazione di questa mostra con suggerimenti preziosi” ha osservato Selva. “Tanto che amiamo considerarli nostri ‘founding partner’, così come ci ha sostenuto il Comitato Scientifico, soprattutto per la parte convegnistica, dato che, proseguendo sulle orme della fiera madre tedesca, abbiamo voluto offrire ai visitatori un programma di interventi tecnici, fra focus e seminari, il più possibile completo”.
L’offerta formativa e informativa era infatti davvero completa, se non forse eccessiva; del resto, l’importanza che gli organizzatori hanno voluto attribuire alla formazione è testimoniata anche dall’iniziativa ‘Linking University’, che, come ha sottolineato Alessandra Flammini, docente dell’Università di Brescia e membro del Comitato Tecnico, puntava a far incontrare aziende, università e istituti, per favorire la ricerca applicata, rendendo i ‘centri del sapere’ veri ‘cervelli’ delle aziende: “I dottorati di ricerca sono in questo un patrimonio finora poco sfruttato, perché le aziende potrebbero sostenere progetti tecnologici avanzati, di alto livello, avvantaggiandosi del contributo delle ‘menti’ e dei laboratori delle Università, per poi commercializzare i prodotti che ne derivano, con indubbio vantaggio da parte degli istituti, che sono così messi nelle condizioni di andare avanti nelle loro ricerche”.
Un’ultima osservazione riguarda le novità agli stand: forse per alcuni ‘addetti ai lavori’ i prodotti e le soluzioni proposte erano un ‘déjà vu’ di Hannover, ma portare tutto in Italia, quindi alla portata di chi ad Hannover non ha potuto o voluto andare – ben sappiamo come le risorse delle aziende si siano ridotte di questi tempi – si può dire un indubbio successo. I ‘grandi’ del settore erano tutti presenti a Parma e i visitatori hanno potuto toccarne con mano le proposte, prendere contatti, fare confronti: è la dimostrazione di come le fiere possano continuare a fare da ‘trait d’union’ fra fornitore e cliente, con originalità e professionalità. SPS lo ha capito e ha saputo creare quel punto d’incontro del e nel settore di cui si sentiva effettivamente la mancanza.
Per conoscere a fondo le novità in mostra non perdete i numeri di luglio-agosto delle riviste di FME-Fiera Milano Editore.
SPS Italia: www.sps-italia.net
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