Confindustria Anie: le materie prime rendono incerta la crescita

Nell’ultimo anno il prezzo del rame ha subito un rialzo del 52,8%, toccando i 10.000 dollari per tonnellata. Anche per le materie plastiche si segnalano incrementi decisamente sostenuti

Pubblicato il 8 febbraio 2011

I segnali rialzisti nei prezzi delle materie prime impiegate nel processo produttivo dalle imprese elettrotecniche ed elettroniche si sono intensificati nell’ultimo periodo: lo rileva il Servizio Studi di Confindustria Anie. Le quotazioni, dunque, hanno raggiunto e superato per diverse commodity i livelli pre-crisi, esprimendo massimi storici. È il caso del rame, che ha toccato quota di 10.000 dollari per tonnellata, più elevato delle stesse attese formulate solo pochi mesi fa. Particolari tendenze al rialzo hanno interessato anche le materie plastiche, che hanno condiviso gli andamenti dei derivati petroliferi e risentito, in alcuni casi, della scarsità dell’offerta. Le previsioni per il 2011 non lasciano presagire un’inversione di tendenza, indicando invece un’ulteriore crescita dei prezzi delle materie prime, come testimoniato dai primi dati d’inizio anno, per esempio, dell’acciaio.

Questi andamenti sono riconducibili in parte alla repentina ripresa dell’attività industriale nei principali mercati, in particolare asiatici, che ha spinto nuovamente la domanda di input produttivi. Il mercato delle materie prime è stato interessato nell’ultimo decennio da profondi cambiamenti, legati principalmente all’ingresso dei Paesi emergenti nello scenario internazionale. Alcuni di questi Paesi, soprattutto la Cina, rivestono un ruolo importante, non solo sul fronte della domanda, ma anche come produttori ed esportatori di materie prime. Per questi motivi, si sono indeboliti equilibri consolidati da decenni, con conseguenze importanti in termini di stabilità e continuità.

A tali dinamiche si sono associati rilevanti fenomeni speculativi nei mercati finanziari. In presenza di listini deboli, le commodity hanno in alcuni casi assunto il ruolo di beni rifugio, attirando ingenti capitali. Tale situazione ha contribuito ad accrescere la volatilità delle quotazioni. Al tempo stesso, la concentrazione dei siti produttivi di alcuni materiali in territori circoscritti, ha dato impulso nell’ultimo anno a speculazioni dal lato dell’offerta e a comportamenti di carattere monopolistico da parte di alcuni attori. La Cina, per esempio, ha minacciato vincoli all’esportazione delle cosiddette ‘terre rare’, di cui è il principale produttore mondiale, largamente impiegate in diverse lavorazioni high-tech.

“Le recenti tendenze nel mercato delle materie prime industriali hanno prodotto rilevanti ripercussioni per le imprese elettrotecniche ed elettroniche” ha dichiarato il presidente di Confindustria Anie Guidalberto Guidi. “Il primo importante effetto si identifica nell’aggravarsi degli oneri dal lato dei costi. Le crescenti tensioni nel mercato delle materie prime hanno conseguenze estremamente negative sui margini aziendali già fortemente compromessi dalla crisi. Inoltre” ha precisato Guidi “nell’ultimo periodo i fornitori di materie prime hanno spesso richiesto la riduzione dei tempi di pagamento, facendo valere la propria forza contrattuale. Ciò aggrava la gestione operativa delle imprese, che si trovano ad affrontare una costante carenza di liquidità”. Il timore è che la costante erosione delle risorse disponibili impatti negativamente sugli investimenti più strategici, fra cui quelli rivolti all’innovazione e alla crescita su nuovi mercati.

Federazione Anie: www.anie.itwww.elettronet.it



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