Competenze e tecnologia, un binomio inscindibile

Strumenti e tecnologie digitali rendono le attività di fabbrica più semplici, sicure e orientate ai dati. Affascinano i giovani talenti che guardano al lavoro con occhi nuovi 

Pubblicato il 6 giugno 2022

La difficoltà di reperire personale qualificato e la necessità di trattenere in azienda le migliori  competenze spingono sempre più aziende a investire in formazione e in nuove tecnologie al fine di mantenere la loro competitività. Si tratta di due trend che, in ambito industriale, sono comuni in numerosi settori e che, anzi, diventano ancora più marcati in ambiti di nicchia.

La tecnologia, di fatto, sta già caratterizzando in modo crescente l’esperienza lavorativa. Da qualche tempo ci siamo abituati a lavoratori che si connettono, comunicano e collaborano anche a centinaia, se non addirittura, migliaia di chilometri di distanza, o che telelavorano da postazioni remote o che seguono un orario di lavoro misto, dividendo il loro tempo tra casa e ufficio.
Tuttavia, è essenziale che le aziende manifatturiere non trascurino i dipendenti che lavorano in fabbrica.

Per poter realizzare un prodotto che richiede la configurazione di linee produttive o specifici attrezzaggi di macchinari è di fondamentale  importanza che i lavoratori, a maggior ragione quelli qualificati, siano fisicamente presenti in loco per svolgere le necessarie attività, eseguire i controlli e garantire che il tutto si possa svolgere senza intoppi.

Liberi dalla carta?
Negli ultimi anni in fabbrica sono avvenuti enormi cambiamenti in termini di strumenti lavorativi e a breve sono sicuro che ne assisteremo ad altri. Gli strumenti digitali non solo stanno rendendo le attività più semplici e sicure, ma anche più orientate ai dati. Ovvero capaci di fornire ai lavoratori informazioni che, combinate con la loro specifica competenza e l’esperienza maturata sul campo, possono loro consentire di prendere decisioni più rapide e accurate.

Da anni ormai negli impianti industriali l’uso della carta è drasticamente diminuito. Molti lavoratori oggi sono abituati a controllare uno schermo, che sia di un notebook, un tablet, un dispositivo mobile o, nei casi più evoluti, il visore di un wearable, ognuno dei quali è più interattivo e decisamente meno ingombrante della classica cartellina o di un manuale.

Risulta chiaro come, in questi ambienti digitalizzati, dove la raccolta dati è supportata dall’IoT, da sistemi PLM o dalla realtà aumentata (AR), il flusso di informazioni sia sempre aggiornato e pertinente ai compiti che il lavoratore deve eseguire. Ciò permette di migliorare la produttività e la soddisfazione sul lavoro e consente anche di incrementare la sicurezza, nonché di ridurre gli scarti e le rilavorazioni
che si verificano a seguito di errori umani.

Realtà aumentata e formazione
Se tecnologia e competenze sono due fattori tra loro interconnessi e sempre più rilevanti, è dunque logico sfruttare il primo per migliorare il secondo.
Del resto, la carenza di personale qualificato e lo sforzo necessario per accaparrarsi nuovi talenti sta già portando le aziende manifatturiere a offrire lavori migliori, più qualificati e soddisfacenti e a dotare i lavoratori, come è logico che sia, delle competenze e della formazionenecessarie per svolgerli.

Paolo Delnevo, vice president SER & GM Italy di PTC

In questo quadro, la realtà aumentata (AR) gioca un ruolo molto importante. L’uso di questa tecnologia che sovrappone informazioni digitali a oggetti e ambienti fisici e favorisce la collaborazione a distanza, ha visto un forte impulso negli ultimi anni, soprattutto perché durante la pandemia è stata di prezioso aiuto nel supportare il lavoro da remoto permettendo di rispettare le norme di distanziamento sociale negli ambienti industriali. Oggi, i datori di lavoro che necessitano di ampliare il loro organico con l’inserimento di nuove risorse dovrebbero guardare all’AR come mezzo dal grande potenziale di attrazione, nonché di grande utilità per le attività di aggiornamento o riqualificazione dei lavoratori che già impiega.

Per esempio, in una linea di produzione i lavoratori potrebbero avere difficoltà ad attrezzare o utilizzare correttamente un particolare macchinario. Le istruzioni di lavoro fornite mediante tecnologia AR potrebbero guidarli in modo efficace, passo dopo passo, a risolvere queste problematiche. In fase di produzione gli stessi addetti potrebbero usare l’AR per fare riferimento ai file CAD originali e capire quali componenti e quali parti devono essere utilizzate e il modo in cui combinarle tra loro. Allo stesso modo, i tecnici dell’assistenza che operano sul campo potrebbero avvalersi dell’AR per collaborare con i colleghi del service centrale, che potrebbero fornire loro informazioni preziose su come intervenire per riparare un guasto mai visto prima presso il sito del cliente.

Ciò che è chiaro è che nell’era dell’Industria 4.0 non ha senso che il personale di fabbrica sia tecnologicamente meno attrezzato dei colleghi d’ufficio. I giorni degli stracci unti e delle lavagne piene di appunti sono finiti; negli ambienti di produzione moderni sono i dati che consentono di aumentare la produttività, l’efficienza, la precisione e la competitività.

E questo, in un’azienda, è anche ciò che attrae i nuovi talenti, figli di una generazione nata e cresciuta con le nuove tecnologie. Considerando tutto ciò, nessun produttore può permettersi di lesinare sulla tecnologia in fabbrica.

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Fonte foto: stock.adobe.com

di Paolo Delnevo, vice president SER & GM Italy di PTC



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