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AUTOMAZIONE OGGI 381

SOLUZIONI SOFTWARE PER L’INDUSTRIA 87

Dobbiamo principalmente alla manifattura,

alla produzione la spinta all’innovazione,

quell’innovazione che poi ha regalato infi-

niti benefici all’umanità. Dalle rudimentali

costruzioni manuali di strumenti per la so-

pravvivenza, alle varie rivoluzioni industriali

che hanno visto l’escalation dell’utilizzo del

vapore, dell’elettricità, poi della produzione

di massa per arrivare alla tecnologia digitale.

Eccoci all’Industry 4.0. Innovazioni in un

settore che contaminano altri settori che

vengono a loro volta contaminati. La comuni-

cazione è uno di questi. La comunicazione è

alla base del concetto Industry 4.0 che apre,

nel processo produttivo, al magico mondo

dell’Internet of Things, la rete che permette

lo scambio di informazioni tra oggetti, oltre

che tra le persone, per ottimizzare le risorse,

processi, produzioni. Cisco definisce questo

mondo ‘Internet of Everything’, probabil-

mente con grande preveggenza. Due numeri

per dimensionare il fenomeno. La società di ri-

cerche Gartner prevede che nel 2015 saranno

operative 4,9 miliardi di ‘cose connesse’,

30% in più rispetto all’anno precedente. Nel

2020 gli oggetti connessi attivi diventeranno

25 miliardi. Ogni singola area della società e

ogni comparto industriale vivrà l’impatto di

questa grande trasformazione. Ci saranno

sempre delle ‘fabbriche’ in senso classico, e

dei ‘prodotti’, ma cambieranno completa-

mente le modalità di produzione e cambie-

ranno anche i prodotti che saranno sempre

più personalizzati. Anzi in realtà molto è già

cambiato. Siemens fabbrica digitalmente i

PLC Simatic ad Amberg in una fabbrica quasi

totalmente automatizzata, in pratica dei PLC

che si fabbricano da soli. E sempre in Germa-

nia si sviluppano nuove modalità produttive;

la Industrie-Science Research Alliance ha l’o-

biettivo di fornire una serie di raccomanda-

zioni per lo sviluppo dell’Industria 4.0; ancora

in Germania, Paese laboratorio per l’automa-

zione, è nata la struttura di ricerca e speri-

mentazione SmartFactory, che si pone come

interfaccia tra il mondo della ricerca e quello

dell’industria, rimanendo indipendente dalle

logiche della concorrenza. E siamo a un altro

concetto del quale oggi un po’ forse si abusa:

smart. Che significa smart? Intelligente, ma

anche furbo, astuto, sveglio, pronto. Tutto

oggi è smart. A tutto stiamo trasferendo intel-

ligenza, astuzia, furbizia, capacità intellettive.

Mettere in rete gli oggetti, che diventano così

‘intelligenti’ grazie a chip e sensori, consentirà

di gestire automaticamente e con una flessi-

bilità di fatto illimitata qualsiasi produzione

e logistica, sempre che si sia in grado di ge-

stire i big data che emergeranno dai processi.

Il balzo è imponente e necessita di nuove

visioni sia nel marketing e nella vendita sia

nella produzione. Uno dei temi che emerge

dalla rivoluzione 4.0 è quello dello sviluppo

del software, del quale ci sarà sempre più

bisogno in un futuro di produzione intelli-

gente; e poi il tema degli standard, grazie ai

quali diventa possibile mettere in relazione

strutture e processi, in sostanza gestire i big

data per ottimizzare le produzioni inmaniera

efficiente, ma anche creativa, perché proba-

bilmente il successo del business si giocherà

proprio su questi aspetti. Le aziende saranno

chiamate a differenziarsi nella strutturazione

del proprio sistema produttivo allargato,

quello cioè che coinvolge in un’unica rete in-

telligente tutti gli elementi della filiera grazie a

software, sensori, processori e alle tecnologie

permetterli in comunicazione. Abbiamo visto

nella recente brillante manifestazione MC

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a

Bologna come l’automazione non sia (più) un

concetto singolo, ma si è trasformata in una

nota, in uno spartito molto ampio. L’automa-

zione ad esempio in un motore deve vivere

all’unisono con altre automazioni che intera-

giscono armonicamente tra loro e si ritagliano

un ruolo di importanza fondamentale in un

intero processo produttivo. Non penso sia il

caso di domandarsi se è un bene o unmale. È

semplicemente così. L’evoluzione innovativa

del mondo produttivo ci ha portato a questo.

Non serve recriminare, non serve richiamarsi

al passato. È semplicemente così. Sarà diverso

domani e non serve domandarsi se sarà me-

glio o peggio.

Anoi umani per non essere tagliati fuori serve

solo una cosa: aggiornarci, studiare, aprire le

nostre menti, offrirci positivamente alle in-

novazioni del futuro, credere nei giovani che

inventano e chehanno visioni, cercaredi stare

al passo con i tempi. Se non fosse così, avrei

scritto tutto questo con la penna…

Lapennanonserve (quasi) più

di

Vitaliano Vitale, comitato tecnico di Automazione Oggi e Fiedbus&Networks

twitter @ChaimBenChaim

ANOI ‘UMANI’ SERVE

AGGIORNARCI,

STUDIARE, APRIRE

LE NOSTREMENTI,

OFFRIRCI POSITI-

VAMENTE ALLE

INNOVAZIONI DEL

FUTURO, CREDERE

NEI GIOVANI CHE

INVENTANO E CHE

HANNOVISIONI, CER-

CARE DI STARE AL

PASSO CON I TEMPI

S

SI

S

SI

sotto la lente