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NOVEMBRE 2014

FIELDBUS & NETWORKS

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Ethernet protocolli diversi. Questa libertà di azione permette anche

di sviluppare protocolli realtime basati su Ethernet standard tali da

evitare le collisioni sul mezzo trasmissivo responsabili del mancato

comportamento realtime. Parlando specificatamente del sistema ad

accesso multiplo Csma-CD, per eliminare le collisioni si può interve-

nire in due modi: a livello hardware, impiegando nell’infrastruttura

di rete dispositivi in grado di gestire ed evitare le collisioni, come

gli switch, oppure a livello software, come è

stato fatto con Powerlink, senza imporre vincoli

architetturali che potrebbero limitare le possibi-

lità della progettazione. Il tutto salvaguardando

l’integrazione in linea verticale con lo standard

Ethernet impiegato dal management, quello nor-

malmente in uso a livello ‘office’. In tal modo,

è possibile ‘passare’ lungo i tre livelli dell’auto-

mazione, ossia campo, controllo e ufficio, senza

soluzione di continuità, senza bisogno di intro-

durre gateway o altri dispositivi che ‘traducano’

i messaggi da una rete all’altra, ma è soltanto

necessario avere installato sulle macchine un

driver che sia in grado di ‘tradurre’ lo specifico

protocollo Ethernet utilizzato.

La soluzione Powerlink offre un Ethernet real-

time, che assolve alle esigenze di tutti i livelli. Basato su Ethernet

standard, non modifica in alcun modo gli strati definiti in Ieee 802.3,

per cui non necessita di ‘conversioni’ per accedere al mondo ‘of-

fice’, al contempo offre una comunicazione in tempo reale adatta al

campo manifatturiero con esigenze di determinismo anche spinte,

come nel motion control. Oltretutto, facendo largo uso di software

open source, può mantenere costi inferiori alla media. Il codice open

source si riferisce alla distribuzione gratuita dello stack di comu-

nicazione Powerlink, ovvero il software per la creazione del tele-

gramma Powerlink che verrà usato per la parte di comunicazione.

Infine, dato che i meccanismi sono implementati a livello software,

è possibile utilizzare una qualsiasi infrastruttura di rete hardware.

Una rete che funziona

La rete Powerlink si compone di un master, definito ‘network ma-

nager’, preposto alla gestione della rete, e di slave, fino a 239, che

costituiscono i nodi della rete, per un totale di 240 unità supportate.

È possibile realizzare topologie ad albero, daisy chain o stella e

anche ad anello, senza limiti di estensione. L’unico vincolo fisico è

imposto da Ethernet, che richiede un’estensione massima tra due

nodi della rete di 100 m, se il mezzo trasmissivo scelto è rame. Il

master decide chi prende la parola e quando e aspetta le risposte,

garantendo prestazioni realtime, affidabilità e tempi di ciclo brevi.

Altra caratteristica peculiare della rete è l’‘hot plug’, ossia la possi-

bilità di sostituire ‘a caldo’ i dispositivi senza interruzione della rete.

A ogni unità che trasmette in Powerlink viene infatti assegnato un

indirizzo MAC e IP specifico, si ha quindi un indirizzo Powerlink unico

per device. Nel momento in cui si elimina un’unità e se ne inserisce

un’altra, configurandola e assegnandole lo stesso indirizzo di quella

che è stata tolta, essa viene subito identificata in rete come fosse

la prima e ne utilizza lo stesso schema e modello, senza bisogno

di interventi a livello di ingegneria. Si tratta di un meccanismo che

Powerlink eredita da Canopen, in quanto si tratta di un ‘Canopen

over Ethernet’, e che aumenta la disponibilità e affidabilità della

rete, dove non viene mai a mancare il realtime. Il telegramma che

viene impiegato per lo scambio dati ciclico è Ethernet standard, con

il quale Powerlink è ‘fully compliant’. L’intestazione contiene l’indi-

rizzo MAC del destinatario e di chi manda il messaggio; l’Ethernet

Type 88ABh contrassegna quindi il messaggio

come ‘Powerlink’. Vi è poi la parte di Ethernet

payload che è di fatto il telegramma Powerlink.

Un ciclo Powerlink consta di tre fasi. Nella prima,

di ‘inizio del ciclo’, il master (network manager)

invia un messaggio il cui frame contiene il ‘Mes-

sage Type’ definito ‘Start of Cycle’. Nella fase

isocrona, il master invia una ‘PollRequest’, ossia

una richiesta di informazioni alla quale risponde

ciascun nodo della rete. Durante la fase sincrona

gli slave inviano i dati in broadcast, per cui tutti

i partecipanti della rete assistono alla trasmis-

sione, e si posso realizzare comunicazioni ‘slave

to slave’ alleggerendo il carico di dati sul control-

lore. Quindi viene la fase asincrona, durante la

quale vengono trasmesse informazioni non utili

al controllo di processo, che prosegue così senza interruzioni. Per

esempio, si possono inviare dati di configurazione per i nuovi dispo-

sitivi (hot plug) oppure per l’integrazione dei valori provenienti da

altri tipi di bus di campo, ‘classici’. Grazie a questa caratteristica

della rete è possibile gestire parallelamente il controllo realtime

e l’invio di dati asincroni, quali quelli di auto-diagnostica che pure

sono integrati in Powerlink. Un discorso a parte meriterebbe poi il

protocollo di sicurezza OpenSafety, che può essere implementato

al di sopra del protocollo Powerlink, in modo che venga assicurata,

oltre al realtime, anche la sicurezza con un livello di integrità che

arriva fino a SIL3.

Le modalità di comunicazione in uso sul protocollo fanno sì che la

probabilità di guasto del mezzo fisico e di codifica del frame sia

pari all’1% al massimo della probabilità di guasto identificata la

funzione di sicurezza in esame, probabilità espressa dal livello SIL

assegnato alla stessa funzione. Il requisito della probabilità infe-

riore all’1% della connessione di comunicazione nella catena di

sicurezza è quanto richiesto dalla norma sulla sicurezza funzionale

IEC61508. Lo stack del protocollo Powerlink per master e slave, in-

fine, è open source, sviluppato in Linux ma trans-piattaforma, per

cui adatto a sistemi operativi quali VxWorks, QNX, Window ecc.

Poiché i software open source hanno comunque bisogno di licenza,

Epsg ha optato per la meno vincolante BSD, per cui è possibile la

redistribuzione del software direttamente tramite download online.

Il protocollo è inoltre certificato OSI (Software Open Source), il che

ne ha permesso il riconoscimento quale standard in Cina e l’otteni-

mento della marcatura SIL3 da parte di TÜV.

Epsg - Ethernet Powerlink Standardization Group -

www.powerlinkconvention.com

Messe Frankfurt Italia -

www.messefrankfurt.com

Stéphane Potier, technology

marketing manager di Epsg

Fieldbus & Networks