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L’editoriale è a cura dei membri del comitato tecnico di Fieldbus & Networks
Fieldbus & Networks
Nell’edizione di febbraio 2013, Fieldbus &Network ha pubblicato un articolo
dal titolo “La Diagnostica non fa più paura” a firma di Paolo Ferrari, Ales-
sandra Flammini, Emiliano Sisinni e Francesco Venturini, tutti dell’Università
di Brescia. Riprendo volentieri l’argomento, che peraltro ho già trattato in
altre occasioni, poiché lo ritengo di grande interesse poichè la diagnostica,
se correttamente implementata e usata con attenzione, può dare alle aziende benefici
economici interessanti che derivano dall’abbattimento dei costi di manutenzione e dalla
riduzione dell’indisponibilità degli impianti. Considerando che i costi di manutenzione
sono stimati in un’entità che varia dal 15 al 40% dei costi produzione, che un dispositivo,
nel suo ciclo di vita, può costare per manutenzione 5 volte il suo prezzo d’acquisto e che
il 30% di questi costi potrebbero essere risparmiati applicando tecniche di diagnostica
avanzate si può comprendere l’interesse che il tema dovrebbe suscitare. Ma l’aspetto più
importante è costituito dalla riduzione dei tempi di fermo impianto: stime attendibili indi-
cano che con la manutenzione predittiva si possono ridurre a un quarto i tempi di fermo
impianto rispetto alla manutenzione correttiva e del 50% rispetto alla manutenzione
preventiva. Negli ultimi anni le politiche aziendali si sono orientate sempre di più verso
la manutenzione correttiva. La conseguenza è che i costi di manutenzione, e di fermo
impianto, sembrano essere in aumento rispetto a qualche anno indietro. Quindi, se questa
affermazione è vera, diviene davvero incomprensibile il mancato utilizzo delle informa-
zioni che la tecnologia mette oggi a disposizione per la diagnostica. Le informazioni che
i dispositivi ‘intelligenti’, cioè quelli con interfacce a bus di campo (Profibus, Foundation
Fieldbus ecc.), mettono a disposizione sono molte, alcune di queste forniscono diretta-
mente messaggi di alert o fault. Ma anche i dispositivi cablati 4 – 20 mA, con il nuovo
linguaggio Hart 7, possono fornire importanti indicazione diagnostiche. Vi sono informa-
zioni che possono essere opportunamente utilizzate in apposite applicazioni software
che oltre a fare diagnosi indicano anche i parametri corretti per l’esercizio degli impianti.
Un esempio di quest’ultimo approccio lo fornisce Clui Exera, l’associazione italiana degli
utilizzatori dei sistemi d’automazione. Un apposito gruppo di lavoro, in collaborazione con
il Dipartimento d’Ingegneria dell’Università di Pisa, sta lavorando, con esiti promettenti,
alla costruzione di un pacchetto software che consentirà di verificare on-line l’integrità dei
loop di regolazione nelle loro varie componenti (meccaniche, elettroniche, pneumatiche,
ecc.), quindi di fornire indicazioni precise di manutenzione prima che si verifichi il guasto,
nonché d’indicare i corretti parametri di tuning dei PID.
I tempi sonomaturi per comprendere la diagnostica con l’ausilio delle informazioni messe
a disposizione dalla tecnologiamoderna? La raccomandazione Namur NE107 va in questa
direzione. Adesso tocca alle aziende e ai system integrator.
Evaldo Bartaloni
TUTTI I BENEFICI
DELLA DIAGNOSTICA
MAGGIO 2013
FIELDBUS & NETWORKS
Editoriale
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