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Luglio/Agosto 2014
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Automazione e Strumentazione
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MERCATI
Elettronica ed elettrotecnica
2013 negativo, ma l’Automazione cresce
La federazione ANIE ha reso noti i dati di consuntivo per il 2013
relativi al comparto Elettronica ed Elettrotecnica. Complessiva-
mente i settori rappresentati dall’associazione hanno registrato
un fatturato di circa 56 miliardi di euro (55.739 milioni), in calo
dell’11,8% rispetto al 2012. Questo dato è pesantemente con-
dizionato dal crollo della domanda del Fotovoltaico (-71,6% il
fatturato realizzato). Al netto del risultato di questo comparto,
infatti, il calo è stato del 3%. Sostanzialmente invariato il fatturato
generato dalle esporta-
zioni, complessivamente
pari a 29.489 milioni. In
crescita la quota export
sul fatturato (circa il
55%).
Nel dettaglio, l’Elettro-
tecnica registra un fattu-
rato di circa 40 miliardi
(39.985 milioni), con un
passivo del 15,2% (-3,5%
al netto del Fotovoltaico).
L’Elettronica, con un
fatturato di 9.517 milioni, registra invece un calo del 3,3% sul
2012.
Scendendo nello specifico dei singoli comparti, i risultati peggiori
sono stati realizzati dai Componenti Elettronici (-11,2%), Tecno-
logie per la trasmissione di Energia Elettrica (-9%) e Cavi (-8,3%).
Buone notizie invece dal comparto Automazione. Come antici-
pato in occasione della recente fiera SPS Italia, l’Automazione
registra una crescita del 3,9%, trainata dalle buone performance
dei comparti collegati al controllo del movimento (azionamenti,
encoder, motori, motoriduttori) e del Networking.
In crescita anche i Sistemi di Trasmissione del Movimento e
della Potenza (+0,7%) e Sicurezza e Automazione degli Edifici
(+0,9%).
Alla presentazione dei dati erano presenti il presidente di Con-
findustria Giorgio Squinzi e numerose autorità. Claudio Andrea
Gemme, presidente di Anie, ha posto l’accento sulla centralità
del settore manifatturiero: “Tornare a produrre in Italia non è
utopistico”, ha dichiarato Gemme, presentando uno studio sul
fenomeno del cosiddetto back reshoring.
“L’industria elettrotecnica ed elettronica continua a distinguersi
nel panorama nazionale per una spiccata propensione al cam-
biamento, all’innovazione e all’approccio Industry 4.0”.
Franco Canna
MERCATI
Meccanica: 2013 deludente,
ma nel 2014 arriva la ripresa
Nel corso dell’assemblea annuale dei soci di Ucimu – Sistemi Per
Produrre, Luigi Galdabini, presidente dell’Associazione italiana
che riunisce i costruttori italiani di macchine utensili, robot e auto-
mazione, ha presentato i dati di consuntivo per il 2013 dell’in-
dustria meccanica, in presenza del sottosegretario all’economia
Enrico Zanetti e dell’economista Marco Fortis.
La produzione italiana ha fatto registrare un risultato giudicato
“deludente”, con un calo sia delle esportazioni che delle con-
segne sul mercato interno. Il fatturato del settore nel 2013 si è
attestato infatti a quota 4.487 milioni di euro (-7%), mentre le
esportazioni hanno fatto registrare un fatturato di 3.385 milioni
di euro (-6,5%). Sostanzialmente invariato il rapporto export/
produzione.
Secondo l’analisi di Galdabini, l’Italia ha scontato la non positiva
congiuntura internazionale, ma non ha sfigurato in confronto ai
competitor internazionali. Infatti il Belpaese torna a occupare
“al fotofinish”, come sottolinea Galdabini, la quarta posizione
nella graduatoria dei produttori mondiali, scavalcando la Corea
del Sud, e conferma la terza posizione nella classifica dei paesi
esportatori. Il principale mercato di sbocco è stata la Cina,
seguita da Stati Uniti, Germania, Russia, Francia e Brasile.
Per il 2014 lo scenario appare fortunatamente molto diverso.
Secondo le stime del Centro Studi la produzione salirà del 4,4%
a quota 4.685 milioni; cresceranno sia le esportazioni (+4,7%)
sia le consegne sul mercato nazionale (+3,4%).
Franco Canna
MERCATI
Rimpatri produttivi:
il 20% è nel comparto Anie
Il back reshoring è un fenomeno nuovo, che consiste nel
riportare in patria i siti produttivi precedentemente delocalizzati
all’estero. Secondo recenti studi realizzati dal professor Fratocchi
dell’Università di Modena – Reggio Emilia e dal suo gruppo
di ricerca Uni-Club MoRe Back Reshoring, e resi noti nel corso
dell’Assemblea Annuale della Federazione Anie, l’Italia è il
secondo Paese nel mondo per rimpatri produttivi, alle spalle
solo degli Stati Uniti e quindi primo in Europa. Il comparto
rappresentato da Anie Confindustria, inoltre, a livello nazionale,
vale circa il 20% dell’intero back reshoring, piazzandosi secondo
alle spalle solo dell’abbigliamento e delle calzature.
Secondo i risultati dell’indagine realizzata presso le aziende
associate, le ragioni considerate molto rilevanti dalle imprese Anie
che hanno rilocalizzato i siti produttivi nel periodo 2009-2013
sono state per un terzo del campione il minore controllo qualità
della produzione all’estero, seguito dalla necessità di vicinanza
ai centri R&S italiani (25%) e dai costi della logistica (22,2%). Si
tratta di aziende che avevano delocalizzato le produzioni per il
minor costo totale della produzione all’estero (“molto rilevante”
per l’86% delle imprese rientrate in patria) e del minore costo del
lavoro (75%).
L’indagine realizzata da Anie presso le aziende associate
ha confermato ancora una volta la loro profonda vocazione
all’innovazione: il 60% del campione investe in R&S più del
2% del fatturato totale e una folta rappresentanza di imprese
particolarmente virtuose, costituita dal 40%, investe addirittura
più del 4% del fatturato. Ma sono proprio le aziende che
hanno messo in atto politiche di back reshoring a dimostrarsi
particolarmente aperte al cambiamento tecnologico,
all’innovazione e ai nuovi modelli organizzativi.
A CURA DELLA REDAZIONE