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Automazione e Strumentazione

Gennaio/Febbraio 2017

ROBOTICA

approfondimenti

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Tutte le principali ricerche di mercato stimano

per la robotica collaborativa una crescita a

doppia cifra, con una

crescita annuale media

superiore al 50%

, con un mercato che rag-

giungerà i 3 miliardi di dollari nel 2020 e che

nel giro di dieci anni supererà 12 miliardi di

dollari. I robot collaborativi non sostituiranno

i tradizionali e pesanti robot industriali, ma si

affermeranno nei settori del manifatturiero in

cui le tradizionali soluzioni robotizzate non

sono competitive. Quelle cioè

a basso valore

aggiunto

e ad

elevato tasso di ripetitività

come il confezionamento o l’assemblaggio.

Differenze e vantaggi

A differenza dei robot tradizionali, quelli col-

laborativi sono chiamati ad operare in un

ambiente più dinamico, dovendo interagire con

l’ambiente e intraprendere azioni opportune.

Per certi versi robot tradizionali e collaborativi

segnano approcci industriali diversi. Il primo,

prescelto ad esempio dall’industria cinese, è più

adatto per

produzioni di massa

come quelle

dell’automotive o dell’elettronica. Il secondo si

abbina più favorevolmente con

produzioni di

nicchia e di qualità

, tendenzialmente più dif-

fuse in Europa e negli Stati Uniti. I robot tradi-

zionali sono più veloci e non determinano par-

ticolari problemi per la sicurezza. I cobot sono

più flessibili, meno costosi, ma non automatiz-

zano completamente il processo.

Rispetto ai robot tradizionali i robot collabo-

rativi rispondono perfettamente alle esigenze

della produzione moderna perché si possono

spostare e sollevare all’occorrenza

, collegare

ad altre macchine senza stravolgere la linea

produttiva. Assicurano inoltre la leggerezza

del braccio robotico e del quadro di controllo

rendendo più semplice l’installazione

. Le

interfacce di programmazione

sono di tipo

intuitivo grazie alle modalità teaching, touch

screen e multilingua. La

modularità

dei cobot

rende estremamente semplici le operazioni di

manutenzione.

A differenza dei robot industriali tradizionali,

che per funzionare hanno bisogno di essere pro-

grammati, i cobot

apprendono work in pro-

gress

, memorizzando e replicando le manovre

mostrate dal ‘collega’ umano o imparando dai

propri errori e dall’esperienza. L’obiettivo è fare

in modo che l’operatore funga da supervisore,

senza dover seguire il robot in ogni movimento.

Quasi sempre svolge lavori ripetitivi e usuranti o

attività di bassa manovalanza che possono essere

dannose o pericolose per la persona.

La convivenza tra operai e co-

bot è resa possibile dal fatto

che i robot collaborativi sono

dotati di

sofisticati meccani-

smi di sicurezza

, basati sul

controllo della forza e sul co-

stante monitoraggio di quanto

avviene intorno a loro. Attra-

verso telecamere, sensori, al-

goritimi stocastici e speciali

sistemi di anticollisione, infat-

ti, coordinano i propri movi-

menti con quelli dei lavoratori

umani scongiurando la possi-

bilità di incidenti.

Pur registrando alcune per-

plessità (condizioni di sicu-

rezza, limiti normativi, ge-

stione delle responsabilità,

procedure di progettazione),

il mercato ne sta riconoscendo le potenzialità.

Un ulteriore fattore di successo è rappresenta-

to dall’

usabilità

del sistema robotizzato colla-

borativo: comfort di utilizzo, percezione della

sicurezza e impostazioni orientate all’ergono-

mia. A questo si affianca la crescente necessità

da parte delle aziende di avere a disposizione

postazioni di lavoro ‘intelligenti’

in grado di

adattarsi rapidamente alla tipologia di operato-

re, di lavorazione e di prodotto.

Applicazioni, Startup e Progetti speciali

La robotica collaborativa può essere virtual-

mente introdotta in ogni processo di lavorazione.

Nell’

automotive

, ad esempio, dopo la Ford,

attivatasi a Colonia con i primi esemplari,

anche il Gruppo Volkswagen e BMW stanno

implementando programmi di introduzione dei

cobot nei propri stabilimenti.

Amazon

utilizza le proprie macchine a guida

autonoma per spostare scaffali e bancali di oltre

1.300 kg. Anche in questo caso si tratta di robot

che lavorano a fianco dell’uomo quotidiana-

mente.

Un’altra grande area di sviluppo è la

robotica

di servizio

, per esempio nell’intrattenimento e

nella ricezione clienti (campi in cui è attivis-

sima

Toyota

), nell’assistenza a persone anziane

e disabili, nella medicina chirurgica e anestetica

come nel caso di

Sedasys

(cobot sviluppato da

Johnson & Jonhson).

In ambito

militare

, già da una quindicina di anni

l’esercito statunitense impiega robot destinati

alle operazioni più pericolose. Nuovi modelli

sono in fase di sviluppo e di test, con l’obiettivo

Nell’ambito delle startup e dei

progetti speciali le applicazioni

collaborative spaziano

oltre ogni immaginazione