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MAGGIO 2017

AUTOMAZIONE OGGI 398

17

AO

IL PUNTO

Evaldo Bartaloni

Comitato tecnico Automazione Oggi e Fieldbus&Networks

OTTOBRE 2017

T

I

E

I 401

crivere o parlare ancora di Industria 4.0

implica la consapevolezza che l’interesse

dei tuoi interlocutori possa affievolirsi

subito dopo avere letto o sentito il ti-

tolo. Da mesi il tema viene ampiamente

trattato e un’overdose di parole rischia

di suscitarne il rigetto. Tuttavia, il per-

corso è appena iniziato e, fatta salva la

concretezza delle offerte commerciali,

abbiamo a che fare con una serie di pro-

blemi, soprattutto nella vasta area delle

PMI. La questione principale è costituita

dalla scarsa conoscenza del paradigma:

un’indagine condotta dalla School of

Management del Politecnico di Milano,

ovvero l’

Osservatorio Smart Manufactur-

ing

, nel giugno 2016 su un campione

di 305 aziende con domanda a risposta

multipla, ha dato i seguenti risultati: il

38% degli intervistati non conosce l’ar-

gomento, il 31% ha letto degli articoli, il

16% ha partecipato a qualche evento, il

13% sta valutando il da farsi, solo il 15%

ha implementato soluzioni delle quali si

ignora il contenuto.

Una recente ricerca realizzata dall’Irpet

Toscana evidenzia che il percorso per la

definizione di strategie e l’introduzione

delle tecnologie abilitanti per Industria

4.0 è appena iniziato: molte aziende sono

sotto la soglia del 10%, mentre la mag-

gior parte si trova nel range 10-50%. Solo pochissime aziende nei settori automotive,

meccanico e ICT, superano la soglia del 50%.

Eppure gli incentivi sono cospicui. Se si sommano gli ammortamenti, gli iperammorta-

menti, le detrazioni fiscali, i crediti d’imposta ai vari bandi regionali, la convenienza agli

investimenti è enorme. Ciò induce alla seguente considerazione: tutte queste risorse

serviranno davvero a indurre un salto di qualità del sistema produttivo italiano per

renderlo più efficiente e competitivo, o si determineranno soluzioni inadeguate con

pochi effetti concreti? Il rischio è reale… Sembra quindi necessario, soprattutto per le

PMI, applicare metodologie affidabili per scegliere e introdurre le nuove tecnologie.

A questo proposito è stato divulgato un modello, sviluppato da Acatech (Accademia

tedesca delle Scienze e dell’Ingegneria), che descrive uno strumento per aiutare le

imprese a misurare l’attuale livello di maturità nei confronti del paradigma Industria

4.0. Le aiuta a costruire il proprio percorso per apportare i cambiamenti opportuni in

tempo utile. Il modello fornisce una valutazione dell’impresa su sei livelli distinti in due

macro-step: la digitalizzazione e l’Industria 4.0. I livelli rappresentano gli stadi succes-

sivi da intraprendere per implementare correttamente il paradigma di Industria 4.0 e

descrivono le caratteristiche delle azioni da porre in essere, ovvero:

1. Informatizzazione: in questa fase inizia la digitalizzazione dell’impresa attraverso

investimenti in tecnologie informative isolate (per esempio ‘smart macchine’). Il fine è

quello di adottare tecnologie atte a rendere efficienti le azioni ripetitive e a migliorare

il prodotto.

2. Connettività: in questa fase la tecnologia informatica utilizza e integra componenti

ed elementi che consentono la connettività di sistemi e impianti. Comunque non si è

ancora raggiunta la completa integrazione tra il livello di Tecnologia Operativa (OT) e

Informatica (IT).

3. Visibilità: in questa fase si cura la presenza dei sensori che consentono di acquisire i

dati da tutti i processi. È possibile cominciare a parlare di ‘ombra digitale’, che consente

di monitorare costantemente ciò che accade all’interno dell’azienda. I dati saranno

importanti per assumere decisioni maggiormente informate.

4. Trasparenza: in questa fase l’azienda utilizza tecnologie per l’analisi dei dati (per esem-

pio tecnologie semantiche), finalizzate a comprendere le interazioni presenti tra gli ele-

menti dell’ombra digitale. Lamanutenzione predittiva è un esempio di attività per cui la

conoscenza delle relazioni tra eventi ed effetti è un prerequisito imprescindibile.

5. Capacità predittiva: dopo aver compreso le relazioni tra gli elementi è possibile si-

mulare scenari futuri e individuarne i più probabili. In questa fase le imprese saranno

in grado di anticipare gli eventi e implementare misure idonee in tempi utili.

6. Adattabilità: dopo aver previsto gli eventi, l’adattabilità consiste nell’automatizza-

zione del processo decisionale, al fine di adattarsi ai cambiamenti. L’onere di prendere

alcune decisioni, nei casi in cui l’intervento umano sia sostituibile, viene demandato al

sistema IT. Adottare questi criteri potrà risultare utile anche per valutare i progetti con

le ‘griglie’ di accesso ai finanziamenti.

S

La maturità verso I4.0:

come valutarla?