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GIUGNO-LUGLIO 2017

AUTOMAZIONE OGGI 399

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Piermattei:

Una soluzione potrebbe essere quella di spostare

una parte dei dati sul cloud, mantenendo in loco un data center

più piccolo, economico e flessibile, il quale, eliminando la latenza

e permettendo di consultare in loco i dati più utilizzati, garanti-

sca l’espletamento del servizio controllando costi, disponibilità

e sicurezza.

Locatelli:

Non essendo Edge e Cloud Computing Architetture

necessariamente alternative, sta all’imprenditore capire quali

processi ha senso portare in cloud e quali tenere comunque

all’interno del perimetro aziendale. Dal punto di vista tecnolo-

gico, non esistono particolari difficoltà nel far ‘parlare’ un nodo

di edge computing con il cloud. Ma oltre all’aspetto tecnologico

va tenuto in conto anche quello economico, soprattutto nel caso

delle PMI: una piattaforma edge richiede l’acquisto di hardware e

investimenti in conto capitale (Capex), con tutti i pro e contro che

ne derivano (necessità di finanziamento, ma anche disponibilità

di incentivi), mentre l’utilizzo di un servizio in cloud va nel capi-

tolo delle spese correnti (Opex).

A.O.:

L’infrastruttura IT di un’azienda è sempre più sotto pressione

per lo smisurato volume di dati che vengono processati. L’integra-

zione tra Cloud ed Egde Computing fornisce una valida risposta in

termini di ottimizzazione dell’infrastruttura, ma come si inserisce il

Fog Computing in questo scenario?

Eder:

La differenza tra un computer edge e un computer fog è

data dal fatto che questi ultimi permettono di aggiungere la vir-

tualizzazione del computer edge e assicurano la ridondanza nella

memorizzazione dei dati utile in applicazioni a elevata disponibi-

lità come le infrastrutture Telecom ‘carrier grade’. Lo stesso vale

per le applicazioni IoT in ambito industriale.

Surace:

Spesso i termini Fog Computing ed Edge Computing

vengono utilizzati in modo intercambiabile. Il concetto di Fog

Computing si focalizza sulla trasmissione sicura del dato. Il ter-

mine Edge Computing enfatizza, invece, l’aspetto computazio-

nale e applicativo, ponendo l’accento sulla trasmissione sicura

del dato, sull’ambiente di elaborazione e sulla normalizzazione

del dato stesso. Ci

si sposta, quindi,

da un concetto di

milioni di oggetti

intelligenti capaci

di un minimo di

elaborazione, a dei

veri e propri ‘centri

di elaborazione’.

Tali ambienti sono

terreno fertile per

lo sviluppo e la

diffusione di altri

aspetti tecnolo-

gici emergenti,

quali il ‘predictive

analytics’ e l’intelli-

genza artificiale.

Randieri:

Da più

fonti il Fog Computing è indicato come il paradigma di elezione

per l’Internet of Things, che vede sempre più oggetti intercon-

nessi in rete per scambiare dati da elaborare e analizzare. In re-

altà riportare l’elaborazione più vicina alla fonte dei dati si rivela

di grande utilità anche in molti altri contesti, come le Smart Grid

nel contesto di un’ottimizzazione della comunicazione m2m,

o anche per le stesse Smart City spinte dall’esigenza di portare

le decisioni sempre più vicine al luogo in cui vengono acquisiti

i dati.

Olivini:

Nell’integrazione delle funzioni IT nelle tecnologie ope-

rative (OT, Operation Technology) bisogna riconoscere che que-

sti due ambiti racchiudono aspetti molto differenti, in ordine a

esigenze, tecnologie, protocolli, skill, ecosistemi dei vendor, e

tolleranza agli errori e al downtime. Unire i due ambiti costitui-

sce una sfida non indifferente, in quanto il modello di riferimento

dell’Internet of Things comprende un layer di arbitrato che tiene

separati l’IT e l’OT per tenere conto delle loro peculiarità e li uni-

sce per permettere di comunicare tra loro quando necessario,

ma comprende anche approcci concettuali per raccogliere i dati

dai sensori sulle tecnologie ope-

rative situate nell’edge e nel con-

tempo filtrare e campionare i dati

dall’edge per riversarli nei sistemi

IT e rendere possibile l’analisi e il

decision making.

Piermattei:

L’aumento sensibile

dei volumi di archiviazione richiede

l’ottimizzazione dei database e l’in-

terrogazione immediata dei dati.

Il Fog Computing può ridurre la

richiesta di banda necessaria per

collegarsi al data center aziendale,

e può aumentare il livello di sicu-

rezza per un maggiore controllo

sulle infrastrutture. Con il Fog Computing, una parte rilevante di

questi dati potrebbe essere elaborata localmente, senza l’obbligo

di trasmetterla al cloud.

Locatelli:

Dal punto di vista funzionale non esistono differenze

tra Fog ed Edge Computing: entrambe le soluzioni assolvono al

compito di tenere

l’intelligenza il più

possibile vicino

alla ‘periferia’. Le

differenze stanno

nel modo in cui i

diversi dispositivi

assolvono a questa

funzione. Nell’Edge

Computing il ruolo

principale è quello

del controllore e

degli smart device,

mentre nell’Archi-

tettura Fog è cen-

trale il ruolo dell’IoT

gateway. La diffe-

renza sta quindi

anche nel modo in

cui i diversi device si relazionano con il cloud: nel caso dell’Archi-

tettura Edge lo fanno tutti i dispositivi individualmente, mentre

nel caso dell’Architettura Fog lo fa soltanto il nodo fog.

Lodovico Piermattei,

Vertiv

Foto tratta da www.pixabay.com