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GENNAIO-FEBBRAIO 2017

AUTOMAZIONE OGGI 395

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o altro oppure sono resi disponibili

dalle comunità di sviluppatori come

Thinginverse (

www.thingiverse.com

).

Da oltre trent’anni il formato di file

STL, creato da 3D Systems, è lo stan-

dard di riferimento per trasferire le

informazioni tra i programmi CAD e le

stampanti 3D, tuttavia questo formato,

che rappresenta un solido attraverso la

discretizzazione della sua superficie in

triangoli può descrivere solo in modo approssimato la geometria

superficiale di un oggetto tridimensionale senza rappresentarne

il colore, il materiale o altri attributi comuni del modello CAD. Dal

2012, è stato introdotto anche il formato AMF (Additive Manu-

facturing File Format) per superare queste limitazioni. Il file STL o

AMT descrive le superfici esterne chiuse del modello CAD origi-

nale e costituisce a sua volta la base dell’elaborazione delle slice

(fette) da trasferire alla macchina (fase 3). I programmi software

(slicer come Cura e Slic3r) per la stampante 3D leggono il mo-

dello in formato STL e generano le istruzioni GCode per gli strati

che la macchina dovrà realizzare. La quarta fase, in cui avviene

l’effettiva costruzione dell’oggetto, include anche le operazioni di

set up della macchina, la realizzazione e la rimozione del prodot-

to che verrà poi sottoposto alle operazioni successive di finitura

in base ai requisiti di utilizzo finale. I due elementi fondamentali

da considerare per realizzare un prodotto con le caratteristiche

desiderate in un processo AM sono la tecnologia e il materiale.

Le sette tecnologie per la stampa 3D

Ripercorriamo insieme le principali tecnologie per la stampa 3D.

Power bed fusion:

l’energia termica di un fascio laser ad alta poten-

za (Laser beam melting, LBM) o di un fascio di elettroni (Electron

beam melting, EBM) fonde selettivamente le aree di un letto di

polvere depositato con un rullo, successivamente si deposita un

secondo strato di polvere per ripetere il processo e ottenere l’og-

getto desiderato; questa tecnologia è ideale per i metalli e adatta

ai polimeri per la prototipazione e per la produzione di pezzi in

ambito industriale o medico. È compatibile con un’ampia gamma

di materiali e non richiede supporti perché la polvere stessa fun-

ge da struttura di sostegno, tuttavia presenta limitazioni dimen-

sionali, una velocità di lavorazione piuttosto bassa in particolare

per la tecnologia SHS (selective heat sintering o sinterizzazione

termica selettiva) e utilizza una potenza elevata. Inoltre, la qua-

lità della finitura ottenuta dipende dalle dimensioni dei grani di

polvere utilizzati.

Directed energy deposition

: utilizza l’energia termica concentrata

di un fascio laser, di un fascio di elettroni o di un arco al plasma

per fondere il materiale mentre lo stesso viene depositato da una

testina montata su un braccio multiasse che permette il movi-

mento in più direzioni su una superficie. Si ripete l’operazione

strato dopo strato fino a ottenere l’oggetto tridimensionale. Simi-

le al processo di estrusione, questa tecnologia è adatta ai metalli

per la produzione o la riparazione e ha interessanti applicazioni

industriali.

Sheet lamination

: più lamine di materiale sono saldate a ultrasuo-

ni o incollate e quindi posizionate su un piano e tagliate strato

per strato per ottenere la forma voluta. È una tecnologia compa-

tibile con l’impiego di metalli e carta per la prototipazione e per

la produzione di pezzi. Offre alta

velocità, bassi costi e facilità nella

movimentazione del materiale,

tuttavia la finitura può richiedere

ulteriori lavorazioni. La robustez-

za e l’integrità dei modelli varia in

funzione dell’adesivo.

Binder jetting

: strato dopo strato

un legante liquido viene deposi-

tato selettivamente dalla testina di

stampa per unire gli strati del materiale in polvere depositato in

precedenza con un rullo. Questa tecnologia è adatta ai metalli e

ai polimeri per la prototipazione, la produzione di pezzi e stam-

pi per pressofusione. Consente di realizzare pezzi in un’ampia

gamma di colori, è un processo rapido e offre una buona finitura,

tuttavia non è sempre adatta alla realizzazione di parti strutturali

a causa delle caratteristiche del materiale legante. Può inoltre ri-

chiedere onerose operazioni post-lavorazione.

Material jetting

:

una testina deposita selettivamente gocce di

resina fotopolimerica, strato dopo strato, analogamente a quan-

to avviene in una stampante a getto d’inchiostro tradizionale. Il

materiale depositato poi solidifica per creare l’oggetto tridimen-

sionale. Questa tecnologia è adatta ai polimeri e alle cere per la

prototipazione e i modelli di fusione, offre un livello minimo di

scarto, elevate precisioni e permette di utilizzare più materiali e in

diversi colori, ma è limitata all’utilizzo di cere e polimeri e spesso

richiede materiale di supporto.

Foto tratta da www.flickr.com

Los Alamos National Laboratory

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