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GIUGNO-LUGLIO 2016

AUTOMAZIONE OGGI 391

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Le aziende italiane si trovano a confrontarsi con un

mercato globale dove i margini si riducono, costrin-

gendole ad adottare tecnologie per ottimizzare la

produzione e abbattere i costi di esercizio. Una vera

rivoluzione industriale è alle porte e la necessità di

dover investire per recuperare marginalità sta diven-

tando sempre di più un must. Se fino a qualche anno

fa nell’azienda la distinzione tra l’automazione di una

macchina e l’automazione di un impianto era netta

con hardware, software, tempi di reazione e livelli di

analisi e ottimizzazione completamente diversi, oggi

il confine è molto più sottile. La dimensione macchina

o impianto, vista dal controllo, dovrebbe essere supe-

rata in quanto parliamo di oggetti intelligenti connessi,

pronti a contribuire al patrimonio di conoscenza con

le loro informazioni sui processi, consumi e salute di

ogni parte di fabbrica o impianto. L’elemento che ac-

comuna i vari ambiti sono i dati: bene prezioso per ogni

azienda. Per poter raccogliere e sfruttare tutti questi

dati, resi disponibili da ogni dispositivo intelligente,

occorre una completa integrazione attraverso standard

aperti. Grazie all’integrazione la linea di demarcazione

diviene trasparente e consente di fare intelligence e

ottimizzazioni. Le tecnologie di automazione stanno

quindi convergendo ed è possibile sfruttare strumenti

di ottimizzazione presi in prestito da ambiti in cui ven-

gono utilizzati tradizionalmente e messi a frutto in altri.

Un esempio è il monitoraggio delle condizioni di im-

pianto per una manutenzione predittiva, in uso da de-

cenni nel processo e nelle infrastrutture, proposto con

successo nel controllo di macchina. E in tutto questo i

controllori, zoccolo duro dell’automazione, nonostante

fatichino un po’ a tenere il passo dell’innovazione tec-

nologica in ambito IT, secondo qualche dato riportato

da Anie Automazione, poiché vedono accanto a loro

sempre più la crescita di dispositivi ‘mobile’ su reti sem-

pre più ‘giga Ethernet’, non disdegnano lavorare con

moli sempre più rilevanti di dati da trasformare in in-

formazioni. E allora succede che le ‘cose’ dell’Internet

of Things si rendono riconoscibili e acquistano valenza

grazie al fatto di poter comunicare dati sul proprio stato

e di accedere a informazioni aggregate da parte di altre

‘cose’ anche di tipo diverso. Le ‘cose’ assumono così

un ruolo attivo grazie al collegamento alla rete su cui

sono univocamente identificabili. E quelle che hanno

finora comunicato fra di loro utilizzando una vastissima

gamma di protocolli e applicazioni, anche loro, oggi,

stanno vivendo la rivoluzione dell’IoT che non è solo

‘smart manufacturing’, ma sta coinvolgendo tutti gli

aspetti della nostra vita quotidiana.

Antonella Cattaneo

a cura di Alessandra Pelliconi

DCS

versus iPAC:

automazione

di processi

continui e ibridi

Una vera rivoluzione industriale è alle porte e la necessità di dover

investire per recuperaremarginalità sta diventando sempre di più unmust

AO

RASSEGNA

liconi

Foto tratta da www.pixabay.com