GIUGNO-LUGLIO 2016
AUTOMAZIONE OGGI 391
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LINEA DIRETTA
Inbreve
AO
Cina, mercato strategico
per Keba
Keba Industrieautomation
( www.keba.com )ha deciso di ampliare la propria presenza in
Cina, dove da circa 13 anni opera offrendo
soluzioni di controllo per macchine e robot,
aprendo un quarto ufficio di rappresentanza,
dopo quelli di Ningbo, Guangzhou e Shang-
hai, a Jinan. Questa località, ubicata a metà fra
Shanghai e Beijing, è importante per la produ-
zionemeccanica cinese, nonché strategica per
la società austriaca. In
stretta singergia con la
casa madre di Linz, Keba
realizza in Cina soluzioni
specifiche per i clienti:
“In Cina Keba, sinonimo
di qualità e innovazione,
è presente con il noto
marchio KebaIl e offre
lavoro a oltre 60 dipendenti” ha sottolineato
Gerhard Luftensteiner, CEO di Keba. “I clienti
asiatici apprezzano molto la stretta relazione
con il fornitore e l’esperienza maturata nel
settore, cose che Keba garantisce grazie alla
presenza di filiali proprie nel Paese”.
Il mercato cinese è centrale per Keba anche
per quanto concerne la robotica, essendo fra
quelli destinati a registrare la crescita mag-
giore nei prossimi anni, accanto a USA, Ger-
mania e Giappone.
Festo fornitore
preferenziale
del gruppo Bosch
Qualità e affidabilità pagano: ancora una volta
Gruppo Bosch ha conferito a
Festo
(
www.festo.
it
) lo stato di fornitore preferenziale nel settore
automazione per il 2016. Il riconoscimento è
stato assegnato nel corso di una visita da parte
di una delegazione di 16 persone appartenenti
ai principali uffici acquisti internazionali di
Bosch allo stand Festo della fiera di Hannover.
Con questo premio Bosch, società tecnologica
e fornitore di servizi con sede a Stoccarda,
riconosce quei fornitori con i quali intende
intensificare la collaborazione. Festo offre da
anni servizi particolarmente competitivi per la
produzione e la fornitura di prodotti e servizi
nel settore dei materiali. Malte Ihlenfeld, diret-
tore acquisti e logistica corporate di Bosch, ha
consegnato l’attestato al presidente del consi-
glio di amministrazione di Festo, Claus Jessen,
e al rappresentante del management board,
vendite, Ansgar Kriwet: “Ci ha particolarmente
colpito il modo
in cui Festo af-
fronta i princi-
pali temi della
tecnica dell’au-
t o m a z i o n e ,
come Industry
4.0 e SupraMo-
tion. Anche gli
strumenti di software e soluzioni di configura-
zione che aiutano a ridurre il carico di lavoro
nei processi di acquisto, logistica ed engineer-
ing ci appaiono estremamente promettenti”
ha spiegato Ihlenfeld.
N
onostante il 38%delle industrie
dichiari di non conoscere i temi
dello smart manufacturing
e
sebbene il tessuto imprendito-
riale sia costituto da realtà di
piccole dimensioni con una scarsa maturità in-
formatica, il quadro della Industry 4.0 nel nostro
Paese
è positivo: quasi un terzo delle imprese
ha già avviato tre o più progetti utilizzando
tecnologie digitali innovative e si calcola che il
mercato dello smartmanufacturing nel 2015 va-
lesse in Italia già 1,2 miliardi di euro, di cui l’81%
realizzato verso imprese italiane e
il resto come export, poco meno
del 10% del totale degli investi-
menti industriali (10-12 miliardi
di euro). Un mercato costituito in
maggioranza da applicazioni tec-
nologiche di IoT-Internet of Things
per l’industria (il 66% del valore),
in cui i progetti sono ancora per lo
più in una fase pilota. Per il 2016
si prevede un tasso di crescita del
20%, insufficiente però per recu-
perare anni di ritardo rispetto alle
più mature esperienze internazionali.
Sono questi i
risultati della ricerca svolta dalla
School of Management del Politecnico di Mi-
lano per l’
Osservatorio Smart Manufactur-
ing
(
www.osservatori.net), che ha coinvolto
307 imprese italiane in nove settori rilevanti
per il tessuto manifatturiero e ha censito nel
complesso circa 600 applicazioni
di smart
manufacturing technology
in Italia nel 2016:
“Considerando
l’innovatività del paradigma,
l’immaturità di alcune tecnologie e la comples-
sità di implementazione, oltre alla crisi econo-
mica degli ultimi anni, il quadro italiano dello
smart manufacturing è da leggere in chiave
positiva” afferma Alessandro Perego, respon-
sabile scientifico dell’Osservatorio. “Per acce-
lerare la crescita però è necessario uscire dalla
fase sperimentale che caratterizza la maggior
parte dei progetti per passare a un’applica-
zione più diffusa”. I settori più attivi sono quelli
dei macchinari, il comparto automotive e, più
staccati, aeronautica e difesa. Il 66% del mer-
cato è rappresentato da progetti di Industrial
IoT, che vale 790 milioni di euro, seguito da
industrial analytics (23%, 270 milioni di euro) e
cloudmanufacturing (10%, 120milioni di euro).
Il segnale dello stato embrionale dei progetti è
costituito dal fatto che ben il 30% del mercato
è distribuito nell’area della system integration,
mentre il 28% copre l’acqui-
sto di hardware (sensoristica,
sistemi IT ecc.), il 22% di sof-
tware (programmi e licenze) e
solo il 20% è legato ai servizi.
Le
principali motivazioni per
cui le imprese dichiarano di
avere già adottato tecnolo-
gie di smart manufacturing
sono la
riduzione dei costi e
i miglioramenti del servizio,
in un approccio pragmatico
all’innovazione. Le barriere in-
dividuate invece sono molteplici: il contesto, la
mancanza di infrastrutture, gli impianti datati,
i limiti culturali e organizzativi. Aggiunge dun-
que Marco Taisch, altro responsabile scientifico
dell’Osservatorio: “È necessario definire un pro-
gramma nazionale di
trasformazione digitale
dell’industria italiana, sulla falsariga di quelli già
promossi da altri Paesi, delineando però una via
alla ‘quarta Rivoluzione industriale’ modellata
sulle caratteristiche della nostra manifattura”.
Infine, conclude un terzo responsabile, Andrea
Sianesi: “La rivoluzione digitale richiede cono-
scenze specifiche, ma la ricerca rivela un gap
nelle competenze digitali nel tessuto produt-
tivo italiano, in particolare nelle PMI. Colmare
queste lacune è un elemento fondamentale per
il successo dei progetti”.
Lo smart manufacturing in Italia valeva già 1,2 miliardi di euro nel
2015, pocomeno del 10% del totale degli investimenti industriali,
ma molto rimane da fare secondo l’Osservatorio condotto dalla
School of Management del Politecnico di Milano
Lucia Milani
Smart
manufacturing
tricolore
Alessandro Perego,
Osservatorio
Smart Manufacturing