APRILE 2016
AUTOMAZIONE OGGI 389
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AO
IL PUNTO
on vi è dubbio che, fra i tre classici set-
tori economici, quello più conservatore
e restio alle innovazioni sia il settore
primario. Per migliaia di anni l’agricol-
tura fu condotta con tradizionali me-
todologie manuali: la meccanizzazione
fece la sua comparsa nelle campagne
dei Paesi più evoluti (Europa Occiden-
tale e Stati Uniti d’America) solamente
nel XX secolo. L’aratro trainato dai buoi
lasciò spazio alle seminatrici automati-
che e il bracciante che tagliava il grano
fu sostituito dalla mietitrebbiatrice: la
più grande rivoluzione economica, ma
anche sociale, del mondo rurale, che
successivamente si diffuse, spesso len-
tamente e in maniera non uniforme,
anche negli altri continenti.
L’automazione dell’agricoltura ha rag-
giunto in alcuni casi picchi elevati, ma
non si era ancora spinta sino a escludere
l’elemento umano: trattori e macchine
operatrici necessitano infatti di un ope-
ratore agricolo alla guida, d’altra parte
la raccolta dei frutti dagli alberi o delle
fragole nelle serre richiede personale
dedicato per lo svolgimento del fati-
coso compito. La trasformazione a cui
cominciamo ora ad assistere è una vera
e propria ‘robotizzazione’ dell’agricoltura, che si prevede cambierà radicalmente
l’intero settore primario nel giro di pochi anni. A dire il vero, i primi tentativi di robo-
tizzazione dell’agricoltura risalgono agli anni ’90 del secolo scorso, quando appar-
vero robot per specifiche attività agricole, quali per esempio la raccolta di frutta e
agrumi. Tali robot non ebbero tuttavia la diffusione sperata, sia per l’inadeguatezza
della tecnologia dell’epoca, che non era ancora matura per svolgere in maniera effi-
ciente task complessi come il riconoscimento delle immagini e la presa automatica
dei frutti, sia per un decisivo motivo economico. Le ondate migratorie di quegli anni
misero infatti a disposizione abbondante manodopera a basso costo, il che rendeva
non conveniente l’utilizzo di robot.
Ora, a vent’anni di distanza da questi primi esperimenti, sembra giunto il momento
del ‘boom’ della robotica nel settore agricolo. Ne sono convinti vari analisti di mer-
cato. In particolare, stando ai dati contenuti in un report redatto dagli analisti della
società Tractica, numerosi fattori socioeconomici globali, quali l’incremento della
popolazione, la crescente tensione sull’approvvigionamento di cibo, il costo cre-
scente della manodopera agricola, la diminuzione delle terre coltivate, il cambio cli-
matico…, convergono nel fornire un impulso decisivo alla robotizzazione in questo
settore. Si stima che il mercato mondiale dei robot agricoli raggiungerà la notevole
cifra di 16,8 miliardi di dollari di fatturato alla fine del 2020 e addirittura di 73,9 mi-
liardi di dollari nel 2024. Se si considera che il fatturato dei robot per l’agricoltura nel
2015 è stato di 3 miliardi di dollari, il trend risulta davvero esponenziale. Se conside-
riamo i valori numerici delle unità robotiche vendute, si passerà dalle 33.000 unità
del 2015 alle 992.000 del 2024: cifre a dir poco impressionanti.
La parte del leone nella robotica agricola sarà giocata dai trattori senza guidatore,
che si prevede raggiungeranno il fatturato di 30,7 miliardi di dollari nel 2024. Un’altra
tecnologia per la quale si prevede un’ampia diffusione in agricoltura è quella dei
droni: si stima che nel 2024 opereranno nel mondo oltre 400.000 droni, che saranno
utilizzati, per esempio, per il monitoraggio aereo delle colture. Altre tecnologie
robotiche applicate all’agricoltura riguarderanno l’automazione degli allevamenti
(mungitura, gestione del bestiame), la raccolta, la potatura, lo sfalcio dell’erba, la
semina, l’irrorazione delle colture, oltre alle generiche operazioni di pick&place o
di manipolazione. Il futuro della robotica si tingerà dunque di verde, tradizione e
innovazione che andranno a braccetto!
N
E la robotica
si tinge di verde
MAGGIO 2016
AUTO AZIONE OGGI 390
Alessandro Gasparetto
Comitato Tecnico di Automazione Oggi e Fieldbus & Networks