MAGGIO 2012
AUTOMAZIONE OGGI 354
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NOVEMBRE-DICEMBRE 2014
UT MAZIONE OGGI 377
del modello di business imposti dal mercato mondiale, sono quelle che hanno spinto in
modo importante un approccio ‘orientato all’ICT’ e hanno abbattuto via via le barriere
che ostacolavano l’utilizzo delle tecnologie ICT in forma intensiva all’interno dei siti pro-
duttivi. Inizialmente, lo sviluppo delle soluzioni ICT legate al mondo dell’automazione era
strettamente legato all’effettiva disponibilità di sistemi computerizzati in grado di soste-
nere l’esecuzione dei programmi. Fino alla metà degli anni ‘80 le soluzioni, principalmente
legate al controllo e a una supervisione che potremmo definire ‘primordiale’, erano di
tipo ‘custom’, scritte nei linguaggi specifici delle apparecchiature disponibili. Per esempio,
PDP11 (con RSX) di Digital e HP1000 (con RTE) di Hewlett Packard. I più avvantaggiati
avevano applicazioni in Fortran e in Pascal, ma nella maggior parte dei casi si utilizzavano
dei linguaggi ‘assembler’, nati con le apparecchiature stesse. La tipologia delle soluzioni si
potrebbe definire come l’origine del pacchetto Scada (Supervisory control and data acqui-
sition) in una versione dedicata per ogni tipo di applicazione. Con l’avvento delle nuove
famiglie di sistemi computerizzati di fine anni ‘80 e ‘90 e con la conseguente evoluzione
dei sistemi operativi si è poi arrivati a unamaggiore standardizzazione degli ambienti ope-
rativi, che si è manifestata con la nascita del mondo Unix e nel mondo Microsoft, basato
su DOS e su anticipi di Windows. Si sono così avute le prime versioni di Scada realizzati da
specifici fornitori e utilizzabili da system integrator per realizzare applicazioni industriali.
La programmazione si è sviluppata prevalentemente in ‘C language’ o in ‘Basic’, comple-
tata da linguaggi di ‘scripting’ specifici dello Scada utilizzato per realizzare le applicazioni.
A causa poi della necessità di generare dati da fornire ai sistemi ERP (Enterprise Resource
Planning) per la gestione dei processi di business, sono nate le prime applicazioni ope-
rative di ‘data collection’, ovvero non più orientate al controllo e all’automazione delle
operazioni, bensì alla storicizzazione del dato ai fini di una gestione operativa più attiva e
produttiva. Infine, con l’arrivo dei database relazionali, sono nati nuovi prodotti che pos-
siamo identificare come ‘gestori di transazioni’, che permettono di raccogliere il dato dal
campo e inserirlo in database per poi gestirlo in modo agevole. A metà degli anni ’90,
quando è iniziata la vera ‘accelerazione tecnologica’ giunta poi fino ai tempi attuali, sti-
molata dalla crescente necessità di gestire moli sempre più massicce di dati, si è arrivati
alla realizzazione di importanti soluzioni di gestione del controllo. Vi è quindi stata una
sovrapposizione di soluzioni verticali nate in ambiti diversi: da qui quella sorta di razio-
nalizzazione che ha portato alla nascita delle soluzioni MES (Manufacturing Information
Systems). Il MES si inserisce tra i sistemi ERP e i sistemi di controllo, costituendo così il
livello relativo alle architetture di gestione ICT dei processi operativi. All’inizio i fornitori di
MES furono gli stessi attivi nel campo degli Scada, che avevano puntato a far evolvere na-
turalmente la loro proposta attraverso lo sviluppo di questi sistemi. Poi sono venute altre
aziende, nuove, non radicate nello sviluppo del manufacturing ICT, che videro in questo
settore emergente un possibile mercato da approcciare…
on il termine ICT, acronimo di Information
& Communication Technology, si indica
l’insieme delle tecnologie che consentono
il trattamento e lo scambio delle infor-
mazioni in formato digitale. L’impiego di
questo tipo di soluzioni in campo mani-
fatturiero, per gli ambiti legati ai sistemi
di produzione, è stato in passato consi-
derato troppo oneroso e complesso e ha
goduto, anche se forse oggi in modo più
limitato, di scarsa considerazione da parte
degli addetti ai lavori nella pianificazione
degli investimenti, maggiormente orien-
tati all’implementazione di tecnologie
più specificatamente pensate per l’auto-
mazione dei macchinari e degli impianti.
Risultato: mentre alcune società attive a
livello internazionale, più ‘lungimiranti’,
già da parecchi anni sostengono l’idea e
portano avanti l’uso delle soluzioni ICT nei
processi operativi e produttivi, in quelle
realtà che non hanno potuto o voluto se-
guire questo trend, si nota ancora oggi una
netta separazione ‘in fabbrica’ fra compe-
tenze ICT e produzione/automazione, con
centri di competenza e ingegneria ancor
oggi divisi fra loro e poco integrati. Le
aziende che hanno avuto successo e sono
riuscite ad adattarsi meglio ai cambiamenti
C
L’ICT partner
dell’automazione
AO
IL PUNTO
Carlo Marchisio
Comitato tecnico di Automazione Oggi e Fieldbus & Networks