SETTEMBRE 2014
AUTOMAZIONE OGGI 375
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Comitato tecnico Automazione Oggi
on è facile scrivere, con
cognizione di causa cer-
cando d’evitare luoghi
comuni e spot pubblici-
tari, sul futuro dell’auto-
mazione. Il suo mondo
propulsivo è costituito
da migliaia di centri
vitali ricchi d’esperienze, di conoscenze
di potenzialità. S’intrecciano intuizioni,
interessi, strategie, progetti, programmi
d’investimenti che da un lato cercano di
ottimizzare l’esistenteedall’altroguardano
al futuro in termini d’innovazione. Il tutto
in un contesto di crisi economica che, al
momento, lascia intravedere solo alcuni
bagliori di ripresa delle produzioni nei di-
versi settori industriali. Nei suoi sviluppi
futuri, l’automazione non potrà non tener
conto di quanto gli assetti produttivi, le or-
ganizzazioni aziendali, la composizionedel
mondodel lavoro siano cambiati nel corso
di questi anni difficili. Al contrario questi
cambiamenti dovrà assecondarli per fa-
vorire nuovi scenari che comprendano
prodotti con alto contenuto tecnologico,
di elevata qualità e con costi competitivi
nel mondo globalizzato. Il nostro Paese, lo
abbiamo detto tante volte, avrà speranza
di tornare a dare lavoro e benessere ai suoi
giovani solo se riuscirà a far fare un salto
di qualità ai suoi prodotti (intesi in senso
lato: dal cibo, allenuove colture, almade in
Italy oltre ovviamente ai settori industriali
tradizionali) e migliorare l’efficienza del
proprio sistemaproduttivo. Quanto spazio
di miglioramento c’è ancora in settori vitali
dell’economia! Pensiamo all’energia: alla
necessità di produrla con minor impatto
ambientale, all’esigenza fondamentale
di abbatterne i costi e ridurne i consumi.
Pensiamo ai servizi: alla connettività, alla
mobilità delle persone e delle merci, alla
pubblica amministrazione, alla erogazione
delle acque, alla tutela del territorio, alla
qualità dell’aria ecc. Pensiamo alla nuova
agricoltura: alle colture biologiche, all’uti-
N
lizzo oculato delle risorse idriche, al tema della vini-coltura e così via. Insomma abbiamo
coscienza che l’automazione, insieme adaltrediscipline scientifiche e tecnologiche, potrà
giocare un ruolo importante nell’ammodernamento del sistema produttivo. Ma in che
modo? Non credo sia possibile definire un quadro esauriente di contenuti. I contenuti
vanno considerati in divenire, sia perché lo sono veramente nel pensiero e nelle espe-
rienze diffusi, sia perché chi ha progetti innovativi si guarda bene, per ovvie ragioni, di
divulgarli prima che questi divengano prototipi proprietari o prodotti da annunciare. Ciò
che sembra essere sicuro è che nei prossimi anni ci sarà una crescita esponenziale dell’of-
ferta di automazione nei diversi campi e per le molte applicazioni vecchie e nuove. Que-
sta crescita sarà favorita dalla sempre maggiore confidenza che le persone (utilizzatrici)
avranno con la tecnologia. Si potrà contare non solo sullo skill dei giovani, ma anche sul
know-howche si va diffondendo, per certi versi inmodo sorprendente, fra le generazioni
degli adulti. Per quantomi riguarda suggerisco, sullabasedellamiapersonale esperienza,
i temi della diagnostica e della manutenzione a distanza, da non confondere con il tele-
controllo e la telegestione già ampiamente praticati in molte fattispecie. Il mio suggeri-
mento si riferisce alla telediagnostica (soprattutto intesa come diagnostica predittiva) e la
telemanutenzione. Nel futuro, più omeno remoto e affascinante, si può immaginare che
miliardi di smart device, in rete con IPv6 e IoT, possano scambiarsi preziose informazioni
utili per ladiagnostica eper l’eventualemanutenzione. Nel futuroprossimo (e forsegiànel
presente) si può più concretamente pensare di mettere insieme le informazioni e i tool di
diagnostica che l’attuale generazione di smart device e lemolte applicazioni presenti sul
mercato fornisconoper realizzare servizi destinati agli enduser.Tutti i device con interfac-
cia abus di campo, siaquelli seriali o IEC61158 (Profibus, Modbus, FF ecc.), siaquelli Ether-
net based (Ethercat, Profinet ecc.) sono in grado di fornire puntali informazioni utili per la
propria diagnostica. Ma anche il vecchio e rimodernato Hart può fare la stessa cosa. Con
un piccolo sforzo e un po’di fantasia c’è la possibilità di diagnosticare da remoto anche la
rottura di una termocoppia, piuttosto che la rottura di un sensore di pressione o di livello,
o il degrado di unmotore. Ci siamo più volte lamentati che le informazioni cosiddette in-
telligenti non vengono usate inmodo adeguato. Forse, se riusciamo a portarle a‘sistema’,
se riusciamo cioè a concentrarle in un’unica soluzione applicativa o in poche, ‘easy’ ed
efficaci soluzioni applicative, si otterrannogli auspicati benefici tecnici edeconomici. Pro-
pongo, in sostanza, soluzioni hardware e software che mettano insieme più tecnologie,
diversi vendor e forniscano, da remoto, con l’ausilio di centri specializzati, servizi tempe-
stivi agli utilizzatori. Vorrei che l’addetto alla manutenzione di un’azienda, che aderisce
a questi servizi, fosse avvisato via mail o sms che il dispositivo del suo impianto con tag
X sta degradandosi o si è appena rotto. Vorrei che lo stesso manutentore fosse avvisato
dallo stesso servizio che le performance della sua rete di campo si stanno abbassando e
che, quindi, c’è bisogno di fare un certo intervento. Vorrei che questo intervento potesse
essere guidato da remoto, che a questo manutentore venissero fornite, con l’ausilio di
una telecamera, di un tablet o di uno smartphone, indicazioni concrete stepby step sulle
coseda fare. Probabilmentenondiconulladi nuovo, qualcuno staràgiàponendosi questi
obiettivi. Sono però ragionevolmente sicuro che, date le attuali dinamiche di conduzioni
aziendali, chi riuscirà a fornire questi servizi realizzerà un considerevole business.
L’automazione del futuro
di
Evaldo Bartaloni
AO
AUTOMAZIONE DOMANI
Foto tratta da www.wordpress.com