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AUTOMAZIONE USA
SETTEMBRE 2014
AUTOMAZIONE OGGI 375
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Gli iPhone e gli iPad (così come i loro cugini Android) sono riusciti a penetrare nelle
imprese molto più velocemente rispetto ai PC, durante gli anni ‘80. E con molta
meno angoscia. Una volta che tutti gli elementi tecnologici sono maturati - sensori,
grafica, design, interfacce, telecamere, software - i dispositivi mobili hanno conqui-
stato la fabbrica, prima ancora che i responsabili delle infrastrutture IT aziendali se ne
potessero rendere conto. E questo significa che chiunque lavori in una fabbrica, dal
manager all’ingegnere, fino all’operatore, ha più potere nella propria tasca rispetto a
chi, a suo tempo, progettò il primo razzo sulla luna. I dati di produzione ora vengono
automaticamente inseriti nei database aziendali e le persone non hanno più la ne-
cessità di cercare affannosamente le informazioni di reparto in reparto. Oggi tutto è
in rete, tutto è connesso: persone, macchine, dispositivi e database.
Le aziende stanno sviluppando app da diversi anni. Qualche anno fa, quando John
Hanks era in National Instruments, mi ha mostrato alcune app che stava sviluppando
proprio come esperimento. Opto 22 ha avuto app per i telefonini per alcuni anni. Sul
mio iPhone ci sono applicazioni di Wonderware (Schneider Electric/Invensys) e GE
Intelligent Platforms. Mi aspetto di vederne molte di più negli anni a venire.
Un operatore ha un problema con una macchina? Basta prendere l’iPhone, chiamare
un tecnico, mostrargli un video esplicativo del problema in tempo reale, discuterne
insieme, arrivare a una soluzione, immettere un ordine di lavoro, effettuare il log-in
per accedere alla schermata chemostra il problema e, infine, tornare alla produzione.
Questo non solo è possibile, ma effettivamente accade nelle fabbriche lungimiranti.
Qualche anno fa, Ron Monday di Online Development e Fred Yentz di ILS Techno-
logy mi hanno mostrato come i PLC potevano essere connessi ai database di IBM.
Mitsubishi Industrial Automation ha collaborato con ILS per la sua eF@ctory e cer-
cato di convincere i clienti dell’affidabilità e del forte vantaggio competitivo che
offriva. Concludendo, oggi abbiamo di gran lunga eclissato quelle prime visioni.
La prossima rivoluzione manifatturiera è già in atto, nel momento stesso in cui guar-
diamo il tablet o lo smatphone che abbiamo nelle nostre mani!
Gary Mintchell
,
ndatore ed edi-
tore di The Manufacturing Connection, scrive di manufacturing, leadership e tecno-
logia, blogger su
el settore manifattu-
riero, la notizia più im-
portante dell’estate non
ha nulla a che fare con la
produzione. Apple e IBM
stanno collaborando.
Questa è una evolu-
zione culturale signifi-
cativa. Tempo fa, infatti, Apple stessa si
definiva l’antitesi di IBM. Eppure oggi,
nessuna delle due aziende fa ricavi dalla
vendita di personal computer.
I ricavi di IBM derivano principalmente
da software e servizi per le aziende. Le
sue soluzioni di database, in concor-
renza con Oracle, sono state adottate da
molte grandi imprese. E i problemi che
deve affrontare sono gli stessi di Oracle
e SAP: l’integrazione è ancora ben al di
sotto delle aspettative e per le aziende,
che hanno pesantemente investito nei
loro software e nei servizi, il ritorno
all’investimento è ancora insoddisfa-
cente.
Le vendite di Apple, come è noto, de-
rivano dai piccoli dispositivi. Dal mio
punto di vista, è la totale realizzazione
del sogno di Steve Jobs, a metà degli
anni ‘80: sviluppare computer facili e in-
tuitivi che chiunque potesse utilizzare. E
oggi questa sua visione si è materializ-
zata in una sorta di computer che non
viene più utilizzato dalla propria posta-
zione di lavoro, ma che può comoda-
mente stare nella tasca dei pantaloni.
N
La nuova rivoluzione
del manifatturiero
è nelle nostremani