LUGLIO-AGOSTO 2014
AUTOMAZIONE OGGI 374
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AO
SPECIALE
P
er poter essere riutilizzate (a scopo
irriguo o industriale) le acque reflue
depurate devono avere caratteristiche
chimico-fisiche ben definite e non de-
vono contenere organismi patogeni
oltre i limiti indicati dalla normativa che dipen-
dono dal tipo di riuso cui sono destinate.
Gli agenti patogeni da abbattere sono virus, bat-
teri, protozoi ed elminti. L’abbattimento di questi
patogeni si ottiene, nelle acque reflue trattate, per
dosaggio di sostanze ossidanti con forte azione
disinfettante: il cloro (come ipoclorito, che è stato
fino a pochi anni fa il trattamento più diffuso), il biossido di cloro,
l’ozono e, più di recente, l’acido peracetico. Tali disinfettanti non
sono però sempre in grado di abbattere efficacemente e velo-
cemente alcuni dei composti organici che sempre più costitui-
scono una importante fonte di inquinamento delle acque, quali
ad esempio i composti organici volatili, gli idrocarburi policiclici
aromatici e i PCB (policlorobifenili). Tali composti, assieme a TOC
e COD in genere, vanno assolutamente rimossi, specialmente in
caso di riuso dei reflui, bonifica di acque inquinate, depurazione
delle acque di processo. Molto efficaci in questo senso e soprat-
tutto molto veloci nella loro azione sono i cosiddetti ‘processi
di ossidazione avanzata’ (AOP -Advanced Oxidation Processes),
che sfruttano la formazione in acqua di radicali ossidrile, OH, ca-
ratterizzati da altissima reattività ed enorme potere ossidante.
Questi radicali si ottengono tramite l’impiego di uno
o più agenti ossidanti immessi in acqua e attivati dalla
radiazione ultravioletta. Le combinazioni più comune-
mente impegnate sono: H
2
O
2
/ UV - O
3
; UV - H
2
O
2
/ O
3
;
H
2
O
2
/ O
3
/ UV; processo fenton; processo foto-fenton.
La somma di più ossidanti oppure l’impiego combi-
nato di uno/due ossidanti e UV permette di ridurre la
quantità di reagente necessaria per ottenere il risultato
atteso. Alla fine dell’ossidazione
l’eccessodi reagente che rimane nel
refluo trattato deve essere rimosso
per evitare danni al corpo recettore.
A questo scopo è necessario misu-
rare la concentrazione del reagente
(O
3
oppure H
2
O
2
) nell’effluente in
modo preciso e affidabile. Sia con
sistemi di disinfezione di tipo tradi-
zionale sia con sistemi di tipo avan-
zato (AOP), per ottenere il livello
di disinfezione necessario, senza
eccedere con i dosaggi (il che sa-
rebbe antieconomico e potrebbe
portare alla formazione di sotto-
prodotti di reazione indesiderati), è
fondamentale controllare in modo
preciso il dosaggio dell’ossidante
in uso. La misura dei disinfettanti in
queste particolari condizioni è però
critica, perché la soluzione in ana-
lisi può ancora contenere sostanze
inquinanti che interferiscono nella
misura e sostanze in sospensione che possono depositarsi sugli
elettrodi riducendone la sensibilità.
La soluzione
CLR, azienda con sede a Rodano, nelle immediate vicinanze di
Milano, focalizzata sulla progettazione e produzione di elettrodi,
sensori, sonde e strumenti di misura per analisi elettrochimiche,
ha installato in questo tipo di applicazione la cella 606 per l’a-
nalisi selettiva degli ossidanti. Le celle serie 606 funzionano con
principio polarografico e hanno tre elettrodi: misura, contro
elettrodo e riferimento. Scegliendo opportunamente sull’unità
elettronica associata il potenziale imposto agli elettrodi è possi-
bile rendere la misura selettiva alla sostanza in esame, minimiz-
zando l’interferenza degli altri ossidanti presenti nel campione.
Controllo super accurato
Una gestione sostenibile delle risorse idriche non può prescindere
dal riutilizzo delle acque reflue. Di seguito la soluzione CLR per il
controllo della disinfezione dei reflui depurati e destinati al riutilizzo
di
Lidia Gilardoni
Cella selettiva per la misura degli
ossidanti nella disinfezione delle
acque reflue