GENNAIO-FEBBRAIO 2014
AUTOMAZIONE OGGI 369
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Comitato tecnico Automazione Oggi
Foto tratta da www.morguefile.com
di
Vitaliano
Vitale
AO
AUTOMAZIONE DOMANI
alla funzionalità sostitutiva di quella umana: la casa intelligente, le città intelli-
genti, le fabbriche intelligenti, ambienti modificati tecnologicamente per miglio-
rare la qualità della vita dei loro fruitori. Il sogno degli oggetti che comunicano
tra loro. Quante volte siamo rimasti chiusi nella carlinga di un aereo in attesa
della scaletta che ci consente di scendere a terra. Immaginiamo quanto sarebbe
più veloce un sistema di scalette che comunicassero tra di loro autonomamente
collegate a una centrale che coordina i loro spostamenti. Un’innovazione tec-
nologica che porta il sistema aeroportuale a essere ‘smart’. Per mettere in co-
municazione gli oggetti tra di loro bisogna dotarli di un chip telefonico, ovvero
renderli capaci alla comunicazione. Si dovrà quindi assegnare agli oggetti una
sim-card attraverso la quale potranno comunicare. La comunicazione via Internet
prevede l’assegnazione di un indirizzo IP a ogni utenza e se immaginiamo che già
nel 2009 avevamo circa 150 milioni di PC, 170 milioni di smartphone e addirit-
tura 1,1 miliardo di telefoni cellulari potremmo domandarci: di quanti indirizzi IP
avremmo bisogno dovendo far parlare tra loro anche gli oggetti? Per fortuna la
versione 6 dell’Internet Protocol (IP), quando la rete è oggi basata (ancorama non
solo) sulla versione 4, è cosa fatta. Una gestione intelligente (smart) della capacità
comunicativa della rete renderà possibile la diffusione senza limiti degli indirizzi
IP per la comunicazione efficiente degli oggetti tra di loro. Anche la Pubblica Am-
ministrazione guarda con interesse agli sviluppi tecnologici portati dagli innova-
tori in questo campo. La necessità di sviluppare sistemi automatizzati capaci di
migliorare la qualità della vita rendendo servizi avanzati a costi più bassi avvicina
le due interpretazioni della parola smart. Le città del futuro saranno al servizio
del cittadino grazie al dialogo tra gli oggetti. Già oggi la domotica consente di
governare chiusure e aperture, accensione e spegnimenti da remoto attraverso
comandi gestiti automaticamente o telefonicamente. Il concetto si estende e si
amplia entro confini strutturali molto più grandi, aeroporti, stadi, campus uni-
versitari, fabbriche, città. La città del futuro sarà un insieme di strutture che co-
municano tra di loro attraverso la rete, in totale sicurezza e affidabilità. Ma m2m
significa anche gestione di Big Data e Sicurezza. Ma questo è un’altra storia che
conferma come un’innovazione non sia quasi mai disgiunta da altre.
niziare l’anno con numeri così po-
trebbe essere ben augurante. 31
miliardi di dollari nel 2017 dai 15
miliardi di dollari del 2012, questo
è il fatturato del mercatoM2M se-
condo Infonetics Research. Mer-
cato che sarà costituito da circa
212 miliardi di oggetti connessi
entro il 2020 secondo Idc. E fin qui
tutto bene. È una previsione di rapida
crescita per il mercato m2m, che costi-
tuisce uno dei settori più promettenti
del mercato ICT e dell’automazione. La
comunicazione reciproca e automa-
tica tra macchine forma un segmento
del più ampio settore IoT (Internet
degli oggetti) e rientra a buon diritto
in quello che oggi tendiamo a definire
‘smart’. La parola inglese smart si pre-
sta però a varie interpretazioni. Intel-
ligente, ma anche furbo, e la furbizia
spesso si lega al concetto di risparmio.
Abbiamo ad esempio le smart grid, la
rete elettrica intelligente perché ideata
per il risparmio, lo smart monitoring, le
smart enterprise, tutte intelligenze in-
dirizzate al vantaggio economico, non
disgiunto dall’efficienza e dalla funzio-
nalità, naturalmente.
Ma l’intelligenza tout court, l’essere
smart, ha un’interpretazione più vicina
Trentunmiliardi di
dollari. Duecentododici
miliardi di oggetti
I