Automazione_Oggi_366 - page 19

di
Alessandro Gasparetto
Automazione sì,
automazione no…
el 1779, in piena Ri-
voluzione Industriale,
l’operaio tessile Ned
Ludd distrusse a
martellate due telai
meccanici che erano
appena stati intro-
dotti nella fabbrica in cui lavorava
a Leicester. Il gesto di Ludd ebbe
ampia risonanza e diede luogo a un
movimento, chiamato per l’appunto
Luddismo, che si opponeva all’in-
troduzione delle nuove tecnologie,
in particolare quelle legate all’auto-
mazione, nella convinzione che esse
distruggessero posti di lavoro dal mo-
mento che sostituivano l’uomo con le
macchine.
In effetti, la questione riguardante
se l’automazione porti a un bilancio
netto positivo o negativo in termini di
creazione di posti di lavoro è oggetto
di un dibattito ancora oggi attuale,
soprattutto in questo momento sto-
rico, in cui i tassi di disoccupazione
si collocano a livelli molto elevati in
numerosi Paesi, in particolare in quelli
che si affacciano sul Mediterraneo.
Tuttavia, non è ancora stato possibile
dare una risposta definitiva a tale do-
manda per la difficoltà intrinseca di quantificare l’impatto positivo dell’auto-
mazione, principalmente per quanto concerne i nuovi posti di lavoro creati in
maniera indiretta. Considerando un settore specifico del comparto, ovvero la
robotica, si può fare riferimento a uno studio effettuato dalla società inglese di
analisi di mercato Metra Martech. Questo studio, i cui risultati sono stati presen-
tati in febbraio, analizza la situazione a livello mondiale concentrandosi prin-
cipalmente su sei nazioni, scelte come rappresentative
dei Paesi di più antica industrializzazione (Germania,
Giappone e Stati Uniti), degli ex Paesi emergenti (Corea
del Sud) e degli attuali emergenti (Cina e Brasile). Da un
punto di vista temporale lo studio considera il venten-
nio 2000-2020 suddiviso in quattro periodi: dal 2000 al
2007, anno d’inizio della crisi economica; dal 2008 al
2011, l’ultimo anno per cui si hanno dei dati definitivi; dal 2012 al 2016 e dal
2017 al 2020. Ebbene, il saldo netto dei posti di lavoro creati dalla robotica nel
periodo di crisi 2008-2011 è stimato nell’ordine di 2-3 milioni. Se si aggiungono
i posti creati nell’indotto del settore robotico, stimati fra i 3 e i 5 milioni, si ot-
tiene una cifra compresa tra 5 e 8 milioni. A tale numero si devono poi sommare
2-3 milioni di posti di lavoro conservati grazie alla robotica. Va infatti conside-
rato che l’introduzione di sistemi robotici, con la conseguente maggiore effi-
cienza e precisione di produzione, consente ad alcune industrie manifatturiere
di rimanere sul mercato ed evitare la chiusura, preservando in tal modo i posti
dei lavoratori in esse impiegati. Le cifre mostrate in questo studio ci portano
dunque a ritenere che il saldo netto di posti di lavoro generato dalla robotica
sia positivo, nonostante la contingenza economica sfavorevole. È interessante
considerare anche le previsioni per i prossimi anni: i numeri sono nel complesso
buoni anche se non si raggiungono i livelli citati in precedenza a causa di un
certo effetto di saturazione; si stima infatti che i nuovi posti creati dalla robotica
nel mondo siano rappresentati da un valore compreso tra 900 mila e 1,5 milioni
per il periodo 2012-2016 e tra 1 e 2 milioni per il quadriennio 2017-2020.
AO
IL PUNTO
Comitato tecnico di Automazione Oggi
SETTEMBRE 2013
AUTOMAZIONE OGGI 366
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