Assi elettrici – Stato dell’arte e applicazioni industriali…

 
Pubblicato il 13 aprile 2002

L’industria, infatti, essendo condizionata da quello che viene normalmente denominato time-to-market, non può rischiare e decidere di affidare lo sviluppo di un prodotto nuovo o di una porzione di esso ad un soggetto che non può assicurare definiti tempi di sviluppo. Un altro problema che normalmente scoraggia l’industria dall’intraprendere un rapporto di collaborazione con l’Università è il problema della riservatezza delle informazioni. Fin dall’inizio delle attività di collaborazione, infatti, è indispensabile che il partner universitario realizzi una completa conoscenza delle problematiche specifiche che si intendono affrontare. In maniera pressoché indipendente dal grado di complessità e dal contenuto tecnologico e di innovazione di queste ultime, l’industria è però normalmente restia a fornire informazioni dettagliate riguardo ai propri prodotti o tecnologie, specialmente a un partner la cui principale natura è quella della divulgazione della cultura. Il contrasto è reso ancora più evidente nel caso in cui i risultati ottenuti a valle della collaborazione abbiano contenuti di innovazione elevati: l’Università sarebbe fortemente stimolata alla diffusione dei risultati al mondo scientifico internazionale mentre l’azienda tenderebbe a mantenerli segreti e a tutelare il loro sfruttamento industriale attraverso la realizzazione di brevetti. È evidente che ciascuno degli impedimenti o dei condizionamenti descritti in precedenza può essere superato solo re-interpretando, nell’ottica della collaborazione, le esigenze reciproche sia da parte del mondo industriale che di quello universitario.
Peraltro, le modalità attraverso le quali è possibile concretizzare la collaborazione tra Università ed industria sono molteplici e con caratteristiche ben adattabili alle singole realtà ed esigenze specifiche. La recente introduzione di nuovi strumenti legislativi verso il sostegno alle attività di ricerca e di sviluppo tecnologico delle imprese, specialmente se piccole e medie, oppure operanti in territori considerati “depressi” dal punto di vista tecnologico testimoniano anche la sensibilità delle istituzioni in tal senso.
Per quanto riguarda le collaborazioni che presentano connotati di ricerca, gli strumenti sono quelli della realizzazione di contratti di ricerca o di consulenza finanziati dalle aziende e contratti di ricerca finanziate dal Ministero della ricerca e dal Ministero dell’industria nell’ambito di leggi specifiche (ad esempio Leggi 46/82, 488/92). Negli ultimi anni è stata anche potenziata la possibilità da parte dell’Università di usufruire di risorse umane ad elevato grado di professionalità e di flessibilità da impiegare in collaborazioni industriali. Si pensi, ad esempio, all’istituzione di corsi di dottorati di ricerca o di contratti di ricerca a tempo determinato finanziati dalle aziende su argomenti specifici. Dal punto di vista didattico/formativo, la collaborazione tra Università e industria si può concretizzare attraverso la formazione di giovani laureandi su argomenti specifici, attraverso attività di tesi o di tirocinio (si pensi all’ex diploma di laurea, attualmente laurea triennale), con la possibilità di un successivo rapido inserimento nel mondo del lavoro. Un’ulteriore modalità di collaborazione che si è resa disponibile a valle della riforma universitaria di questi ultimi anni è quella dell’istituzione da parte delle varie sedi universitarie (in accordo e/o con contributo delle industrie interessate) di master di specializzazione su argomenti specifici con l’obiettivo della formazione del nuovo personale o dell’aggiornamento di quello già in servizio. Il contratto pluriennale, stipulato tra la Micron di Avezzano e l’Università degli Studi di L’Aquila e finalizzato alla formazione permanente del proprio personale, rappresenta sicuramente un prototipo di tali nuovi strumenti formativi.

Infine un altro aspetto, molto interessante e sviluppatosi negli ultimi anni, è legato alla possibilità di promuovere, da parte dell’Università, la formazione di società di spin-off tra i giovani laureati e iniziative imprenditoriali ad alto contenuto tecnologico. Per spin-off si intende quella modalità di nascita di una nuova impresa in cui sono coinvolte risorse umane che si distaccano da una determinata organizzazione e si viene a creare ogni volta che soggetti, impegnati in contesti imprenditoriali, accademici o istituzionali, danno vita ad una iniziativa imprenditoriale, valorizzando le esperienze professionali e il know how maturato. Uno dei recenti contributi legislativi in materia viene attuato attraverso un organismo specifico chiamato Sviluppo Italia, il cui obiettivo istituzionale è quello di trasferire ed adattare all’interno dei centri di ricerca (quali le Università), i modelli e gli strumenti di promozione per la creazione di nuove imprese ad alto contenuto tecnologico (il cosiddetto spin-off da ricerca).

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