Assemblea annuale Federmacchine: positivo il bilancio 2006
È positivo il bilancio 2006 dell’industria italiana costruttrice di beni strumentali che, dopo le difficoltà incontrate a causa della negativa congiuntura internazionale, sembra aver ripreso slancio. Questo è quanto emerge dai dati presentati da Alberto Sacchi, presidente di Federmacchine, la federazione delle associazioni dei produttori di beni strumentali destinati allo svolgimento di processi manifatturieri dell’industria e dell’artigianato.
Tali indicazioni sono emerse durante l’annuale assemblea Federmacchine cui hanno preso parte Luigi Abete, presidente BNL e Unione degli Industriali e delle imprese di Roma, e Marco Fortis, vicepresidente Fondazione Edison.
Secondo i consuntivi elaborati dal Gruppo Statistiche Federmacchine, nel 2006, la produzione dell’industria italiana del bene strumentale è cresciuta a 23,4 miliardi di euro, registrando un incremento pari al 9,3% rispetto all’anno precedente.
Tale risultato è stato determinato sia dal buon andamento delle esportazioni sia dalla positiva performance delle consegne sul mercato interno.
Dopo tre anni consecutivi di calo, le consegne dei costruttori italiani sul mercato interno sono tornate a crescere. Trainate dalla ripresa dei consumi (+10,2%), esse hanno sfiorato quota 7 miliardi di euro in virtù di un incremento del 10,6% rispetto all’anno precedente.
Le esportazioni, cresciute dell’8,7%, hanno raggiunto il valore record di 16,4 miliardi di euro.
Principali mercati di sbocco dell’industria italiana del bene strumentale sono risultati, nel 2006, Germania, Cina e Honk Kong, Stati Uniti, Spagna, Francia, Turchia, Russia, Regno Unito, Polonia e India.
Le vendite dell’industria italiana di settore nei paesi dell’Unione Europea sono cresciute dell’8,5% a 6,9 miliardi di euro. Positivi i riscontri provenienti dal mercato tedesco dove le consegne di macchinari italiani sono cresciute, dell’11,6%, a 1,4 miliardi di euro. Stabili le vendite in Spagna e Francia. Di segno negativo l’andamento delle vendite destinate alla Gran Bretagna (-1,7%). Particolarmente positivo il riscontro delle vendite in Polonia, cresciute del 46,8% rispetto all’anno precedente, a 514 milioni di euro.
Con riferimento ai paesi extra-UE, dove le consegne di mezzi di produzione italiani sono cresciute dell’11,5% per un valore superiore ai 2,3 miliardi di euro, si segnalano le buone performance raccolte dai costruttori italiani in Turchia (719 milioni, -0,7%), Russia (653 milioni, +27,1%) e Svizzera (362 milioni, +7,3%).
L’Asia (escluso il Medio Oriente), è risultata la seconda area di destinazione dei macchinari italiani, con 2,7 miliardi di euro (+12,1%). Le vendite in Cina hanno registrato un forte incremento (1,3 miliardi +19,4%). In crescita anche l’export destinato a India (472 milioni, +41,5%), e Corea del Sud (147 milioni, +19,4%).
Il Nord America ha incrementato gli acquisti di mezzi di produzione italiani del 2,1%, per un valore di 1,9 miliardi. In crescita le vendite in Canada (213 milioni, +10,9%). Poco dinamico l’export diretto negli Stati Uniti (+3,8%); di segno negativo quello destinato al Messico (358 milioni, -8,2%).
L’America Meridionale ha importato macchinari per 801 milioni di euro, il 14,8% in più del 2005. Positivi i riscontri da Brasile (322 milioni, +4,4%) e Argentina (111 milioni, +8%).
L’Africa ha acquistato mezzi di produzione italiani per 808 milioni di euro, con un incremento del 9,4% sul 2005.
In Medio Oriente le vendite sono aumentate solo dello 0,7%, arrivando a quota 794 milioni.
Il successo dell’industria italiana dei mezzi di produzione dipende dalla fortissima propensione all’export che da sempre caratterizza i costruttori di macchine. Infatti, nonostante il tasso di cambio sfavorevole, nel 2006, il 70,2% della produzione nazionale di settore è stato assorbito dalla domanda proveniente dai mercati stranieri, a testimonianza dell’apprezzamento del made in Italy settoriale da parte degli utilizzatori di tutto il mondo.
Il saldo commerciale complessivo dei settori che fanno capo alla Federmacchnie, nel 2006, è stato positivo per 12,5 miliardi di euro (un miliardo in più rispetto al 2005).
Per comprendere il peso del settore per l’intero sistema economico del paese occorre rilevare che il saldo complessivo delle merci del paese, nel 2006, è stato passivo per 21,4 miliardi di euro. I due soli comparti con saldi attivi sono risultati quello arredamento/abbigliamento (+29,2 miliardi di euro) e quello delle macchine e apparecchi meccanici (+42,8 miliardi), al cui interno trovano collocazione i macchinari di Federmacchine (con un peso del 29%).