Ecco i Cobot, i migliori colleghi di fabbrica

Pubblicato il 27 aprile 2015

Protagonisti ad Hannover Messe 2015, i cosiddetti cobot o robot collaborativi hanno catturato l’attenzione dei visitatori grazie alla capacità di interagire con gli esseri umani senza l’ingombrante presenza di spazi protetti.

A differenza dei tradizionali robot industriali i cobot non operano al riparo di barriere protettive ma affiancano gli operatori come veri e propri compagni di squadra. I robot collaborativi sono una nuova generazione di robot concepiti per lavorare a fianco degli addetti di produzione, anziché sostituirli, dividendosi compiti e spazi di lavoro. La tipica struttura di un cobot comprende un tronco, privo di mezzi di movimentazione, su cui sono innestate una testa munita di telecamere e lunghe braccia che possono svolgere diversi compiti simultaneamente. L’aspetto chiave di un robot collaborativo è la sicurezza. Il cobot è provvisto di meccanismi anticollisione e telecamere che tengono costantemente sotto controllo sia il robot sia il collega umano.

Il loro crescente successo è dovuto in primo luogo alla facilità con cui sono accolti dai lavoratori generalmente felici di delegare ai cobot i compiti più ripetitivi, faticosi e noiosi. In secondo luogo la facilità di configurazione: il collega umano mostra visivamente al robot il compito da eseguire diventandone tutor e supervisore. Infine il basso costo di acquisto e di avviamento rispetto agli altri robot industriali.

L’idea di creare robot industriali innovativi e a basso costo deriva da progetti di ricerca sorti negli ultimi anni come quelli degli informatici della Carnegie Mellon University o dei lavori di Rodney Brooks, già direttore dell’Artificial Intelligence Lab del MIT. Al tempo stesso i grandi produttori come Abb, Fanuc, iRobot, Kuka, Universal Robots hanno colto in pieno l’impatto della robotica collaborativa e le implicazioni in ambito manifatturiero.

Le caratteristiche di sicurezza, autoapprendimento e facilità d’uso presentano un ulteriore vantaggio, quello di aprire i robot collaborativi a nuovi campi di impiego non industriali: telemedicina, entertainment, gestione del traffico, e-banking, e-learning. Come assistenti personali i cobot promettono grandi cose. Serve aiuto per fare la spesa al supermercato, in ufficio o per svolgere le faccende domestiche? I cobot sono in grado di recapitare messaggi, trasportare oggetti, accompagnare ospiti alla porta, con il vantaggio di essere instancabili, autonomi e capaci di riconoscere perfettamente i percorsi degli edifici in cui operano.

YuMi, il robot collaborativo pensato da ABB per operazioni di assemblaggio

Dialogando

il blog di Armando Martin

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