Anno 2025: la grande sfida delle utility al Siemens Utilities Day

Pubblicato il 25 giugno 2007

Questi alcuni dei temi al centro del Siemens Utilities Day avvenuto nei giorni scorsi a Milano. La giornata è stata arricchita dalla presentazione di uno studio condotto da The European House-Ambrosetti dal titolo “La ricerca della competittività nell’energia e nell’ambiente per la crescita del Paese”.

Il ruolo delle utility è stato discusso in una tavola rotonda cui hanno partecipato Vincenzo Giori, amministratore delegato di Siemens Italia, Giuseppe Mele, direttore Politiche Territoriali di Confindustria, Saverio Li Causi, Direzione Dipartimento di Energia ENea, e Giuliano Zuccoli, presidente di Federutility.

Roberto Malaman, direttore generale dell’Authority dell’Energia Elettrica e Gas, ha chiuso i lavori della mattinata mentre nel pomeriggio l’evento ha offerto l’occasione per analizzare le soluzioni con cui Siemens copre l’intera filiera di energia e ambiente in una serie di workshop.

“Nell’anno in cui l’umanità per la prima volta nella sua storia registra il sorpasso della popolazione urbana rispetto a quella rurale, l’Italia getta le premesse, con la liberalizzazione del mercato elettrico, per un uso più efficiente, pulito e sostenibile della risorsa energetica”. Lo ha detto l’amministratore delegato di Siemens Italia, Vincenzo Giori, aprendo a Milano l’evento Utilities Day, dedicato alle prospettive che si profilano nel nostro paese nei settori vitali dell’energia, dell’acqua, dell’ambiente. Quali scenari? In campo energetico, il rapporto curato da Siemens e da The European House-Ambrosetti e presentato in anteprima allo Utilities Day ne delinea tre, di qui al 2025, quando chi nasce oggi avrà 18 anni.

Il primo scenario è quello di una prosecuzione delle tendenze attuali – tramite il ricorso sempre più spinto al gas naturale – di un incremento moderato delle fonti alternative e di una conseguente crescente esposizione a rischi non controllabili perché riguardano i paesi fornitori. Il secondo ipotizza che si punti tutto sulla fonte più economica, il carbone, con una diminuzione dei costi e la necessità di maggiori accorgimenti dal punto di vista ambientale. Il terzo è quello degli investimenti, dell’innovazione, delle tecnologie avanzate, che porterebbe a ridurre sotto il 50% la dipendenza da gas e petrolio, ad abbattere le emissioni di gas serra e, nel lungo periodo, alleggerire notevolmente la bolletta energetica.

Giori ha sottolineato come la liberalizzazione apra una fase nella quale concorrenza e trasparenza potranno offrire grandi opportunità agli utenti e alle imprese, una fase di “investimenti e fermento, che renderà necessaria un’assunzione di responsabilità politica, per non abbandonare la modernizzazione del paese ai soli sviluppi tecnologici”.