AMB: nuovo orientamento dopo il Brexit
Ci sono buone premesse affinché l’industria delle macchine utensili affronti con successo le sfide imminenti.
Da AMB, la fiera internazionale specializzata nella lavorazione dei metalli che si terrà a Stoccarda dal 13 al 17 settembre, l’Unione tedesca delle fabbriche per le macchine utensili (VDW) si aspetta soprattutto un nuovo orientamento dopo lo shock del Brexit.
Il dottor Wilfried Schäfer, direttore generale della VDW, è sicuro che, in futuro, questo settore chiave riuscirà comunque a conservare e consolidare la sua posizione di leadership a livello mondiale.
Ecco quanto emerge in questa intervista, in cui è chiara una richiesta perentoria alla politica affinché sia smantellata la burocrazia e incoraggiata con maggiore volontà la ricerca per le medie aziende.
Dottor Schäfer, cosa significa il Brexit per i produttori tedeschi di macchine utensili?
Da un punto di vista politico, il voto dei britannici a favore dell’uscita dall’UE è uno shock. Porta a un’insicurezza generale dell’economia europea e a una perdita di fiducia fra i partner commerciali internazionali. La situazione dipenderà in misura determinante dai piani futuri e dalla rapidità con cui la politica riuscirà a tranquillizzare i mercati e gli investitori. Dall’esito di queste misure dipenderà in parte se l’industria tedesca delle macchine utensili riuscirà, l’anno prossimo, a realizzare la crescita dell’uno percento della sua produzione.
L’anno scorso, la Gran Bretagna occupava l’undicesimo posto fra i mercati più importanti del settore con un volume di circa 313 milioni di Euro. Vi è anche preoccupazione per quanto riguarda la facilità degli scambi di merci e servizi fra i produttori tedeschi e le loro filiali britanniche. Confidando, infatti, nelle condizioni generali di stabilità, parecchie imprese hanno fatto degli investimenti sull’isola e a oggi non sono ancora completamente chiare le condizioni alle quali il presente modello commerciale funzionerà in futuro.
Al di là del Brexit dove si trovano le sfide e le opportunità principali per i produttori di macchine utensili?
Ci sono buone premesse affinché l’industria delle macchine utensili affronti con successo le sfide imminenti. Con una partecipazione alle esportazioni di circa il 70%, è così ben strutturata da poter soddisfare ovunque, in tempi rapidi, una crescita della domanda. Questo è fondamentale, considerando i rivolgimenti di molti mercati e la debole domanda cinese, che costringono all’identificazione e all’analisi costanti di nuovi mercati in crescita. Penso ad esempio alla regione asiatica, all’India, al Messico o all’Iran.
Un’altra sfida è riuscire a generare nuove offerte, sfruttando le potenzialità del collegamento in rete delle imprese, per aumentare i vantaggi tecnologici delle macchine a livello concorrenziale. Tuttavia, grazie alla fitta rete di istituti di ricerca e partner competenti fra i fornitori e i clienti, vi sono ottime condizioni per rivendicare anche in futuro la nostra leadership tecnica delle macchine e delle tecnologie, arricchita di nuovi servizi e di nuove prestazioni.
La politica pone condizioni generali essenziali. Come farà a dare il suo sostegno al settore?
Per le medie aziende produttrici di macchine utensili, sarebbe d’aiuto disporre di maggiori incentivi statali per la ricerca. Attualmente vengono poco sovvenzionate le medie aziende più corpose, cioè quelle che contano fra 500 e 2.000 impiegati, tipiche dell’industria delle macchine utensili; non rientrando nella definizione di media azienda, non sono incluse nei programmi di sostegno dell’UE.
Un’altra problematica che ostacola in maniera molteplice il settore nelle sue attività commerciali è il controllo delle esportazioni. Attualmente il Wassenaar arrangement, ovvero l’accordo che regola la vendita di armi convenzionali, è stato adattato alla realtà industriale. Le macchine a 5 assi sono state tolte dall’elenco delle macchine con obbligo di licenza perché prodotte in molti paesi e acquistabili senza difficoltà. Tuttavia non è ancora chiaro se ciò riguarderà anche la tecnologia nucleare e il cosiddetto Nuclear Suppliers Group o NSG. Tuttavia, l’attuazione di politiche economiche e commerciali favorevoli sarebbe per il nostro settore una considerevole semplificazione burocratica. In caso contrario, aumenterà fortemente il lavoro amministrativo delle aziende.
Come si pone l’Unione tedesca delle fabbriche per le macchine utensili verso il Ceta e il Ttip, accordi commerciali controversi nella pubblica opinione? Rappresentano delle chance o dei pericoli?
Anche in passato, gli accordi commerciali bilaterali sono stati grandi motori di sviluppo per gli affari fra due paesi, vedasi l’esempio della Corea del sud. Per noi il mercato degli USA occupa il secondo posto per ordine di importanza, e anche il Canada è un mercato potenziale. Considerando la difficile congiuntura attuale, gli impulsi positivi come quelli derivanti dagli accordi Ttip o Ceta non possono che essere di aiuto.
Davanti a questo sfondo dove si situerà, secondo lei, la produzione delle macchine utensili fra cinque o dieci anni? Riuscirà a difendere il suo ruolo di leadership?
Siamo molto ottimisti nella previsione che il settore riuscirà a conservare e a potenziare il suo ruolo di leadership. Le premesse trovano riscontro negli sforzi continui nella ricerca e nello sviluppo e nell’analisi persistente dei mercati in crescita.
Quali impulsi si attende dalla AMB 2016? Quali saranno i punti focali espositivi degli associati della VDW?
Negli anni pari, la AMB offre ai suoi visitatori una piattaforma ideale per orientare gli investimenti alle tecniche di produzione. Dalla prossima edizione ci aspettiamo di chiarire la disponibilità degli investimenti per il resto dell’anno in Germania e in Europa.
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