A marzo la fiducia delle imprese manifatturiere scende leggermente

Pubblicato il 30 marzo 2007

Secondo l’indagine condotta dall’ISAE dal giorno 5 al giorno 19 del mese su un panel di circa 4.000 imprese il clima di fiducia del settore manifatturiero ed estrattivo, considerato al netto dei fattori stagionali, scende a marzo a 94,9 da 95,5 di febbraio.

Gli intervistati sono comunque più ottimisti sulle prospettive a breve termine dell’economia italiana e non si attendono sostanziali variazioni dei prezzi di vendita. La fiducia è sostanzialmente stabile negli intermedi (a 93,3 da 93,2) e scende invece da 97,7 a 97,5 nei beni di investimento e da 97,6 a 97 in quelli di consumo.

Il calo registrato a livello nazionale non è diffuso a tutto il territorio: la fiducia peggiora decisamente – scendendo da 97,6 a 95,2 – nel Mezzogiorno, rimane stabile a 95,2 nel Nord Ovest e sale, rispettivamente, da 93,5 a 93,8 e da 97,6 a 98,7 nel Nord Est e nel Centro.

Secondo le consuete domande trimestrali rivolte alle imprese che svolgono attività di esportazione peggiorano le valutazioni riguardo all’andamento del fatturato all’export. Le imprese segnalano però una diminuzione dei vincoli all’attività di esportazione e un miglioramento della posizione concorrenziale relativa del Paese. Rimane infine stabile su livelli storicamente elevati il rapporto tra prezzi all’esportazione e prezzi interni.

Indicazioni non univoche provengono dalle previsioni sulle principali variabili aziendali: peggiorano infatti le aspettative sulla produzione e l’andamento della manodopera, ma salgono quelle relative alla liquidità aziendale e alla situazione economica del paese; restano invece stabili le attese sugli ordini e sui prezzi di vendita. In termini di saldo, le attese sulla produzione scendono da 19 a 18, quelle sull’occupazione da 3 a 2; le prospettive sull’economia nel suo complesso passano invece da 0 a 3 e quelle sulla liquidità da 0 a 2, mentre rimangono rispettivamente stabili a 20 e 15 le previsioni su ordini e prezzi industriali.

Le previsioni sono piuttosto disomogenee anche a livello settoriale. I produttori dei beni di consumo sono decisamente più ottimisti rispetto allo scorso mese: le attese sugli ordini salgono infatti da 20 a 24, quelle sulla produzione da 20 a 21, quelle sull’economia del paese da 2 a 6, quelle sulla liquidità da 6 a 8 ed infine quelle sui prezzi da 15 a 13. Unico dato lievemente negativo, quello relativo all’occupazione, con il saldo che passa da 0 a -1. Più pessimistiche sono invece le attese nel settore dei beni intermedi: le aspettative sulla domanda scendono da 18 a 13, quelle sulla produzione da 18 a 14, quelle sull’occupazione da 3 a 2. A questi dati si aggiunge una tendenza all’aumento dei prezzi di vendita (da 19 a 20) e la stabilità delle attese sulla liquidità (a 3). Nei beni di investimento, peggiorano leggermente le aspettative sulla produzione (da 20 a 23), mentre recuperano le previsioni sugli ordini (da 21 a 25), sulla situazione generale dell’economia (da 2 a 4), sulla liquidità aziendale (da 0 a 2) e sull’andamento dell’occupazione (da 6 a 7). Le imprese non si attendono invece sostanziali differenze rispetto alla precedente rilevazione relativamente all’andamento dei prezzi di vendita (12).