50 anni di attività per Kawasaki Robotics

Pubblicato il 2 febbraio 2018

Alla recente fiera internazionale Irex di Tokyio, Kawasaki Robotics – partner di Tiesse Robot – ha lanciato due nuovi robot modelli RS7N e RS7L e il nuovo robot BX200X a polso cavo, oltre a celebrare i 50 anni di attività come costruttore di robot industriali.

La storia di Kawasaki nel settore della robotica comincia nel 1968 con la firma di cooperazione con Unimate. Sempre dello stesso anno è la fornitura del primo robot idraulico costruito in Giappone per operazioni di saldatura a punti nell’industria automobilistica. La sinergia con Unimate ha portato poi al lancio, nel 1981, dei robot a comando elettrico Puma, mentre un altro passo di rilievo è stato il lancio, nel 1989, della serie di robot JS con portata di 10 kg di progettazione Kawasaki senza parallelogrammi di comando, e dei robot da 165 Kg serie EX.

La gamma Kawasaki oggi si articola in una vasta serie di robot che vanno da 3 a 1.500 kg di portata, e con robot specifici per il settore medicale-farmaceutico e per il settore clean-room. Anche i sistemi di controllo hanno seguito l’evoluzione concettuale della parte relativa al braccio robot e oggi il controllore F60 per i robot sino a 10 Kg di portata è un riferimento sul mercato per dimensioni e peso.

Kawasaki Robotics prosegue con l’ampliamento della gamma dei robot collaborativi con i modelli Duaro 2 e Duaro 3 e ha firmato un rapporto di collaborazione con ABB per lo sviluppo congiunto di protocolli di sicurezza e comunicazione.

In parallelo procede con lo sviluppo di un concetto originale di coworking tra robot e operatore, denominato Successor, che va applicato alle linee o a una singola cella dove, per rispondere alla attuale diminuzione della manodopera specializzata, si è pensato di abbinare ai robot dei dispositivi di guida remota e dei pacchetti d’intelligenza artificiale che permettono agli operatori specializzati di trasferire i propri skill ai robot stessi, non eseguendo operazioni di vera e propria programmazione, bensì operando in remoto da aree di sicurezza.

Nel dettaglio, con un dispositivo chiamato Communicator, l’operatore può movimentare uno o più robot della medesima linea per operazioni che in realtà richiederebbero una elevata capacità di programmazione; il tutto agendo semplicemente sul dispositivo che, di ritorno, conferisce all’operatore le medesime “sensazioni” del robot nell’operazione svolta: ad esempio, una sensazione di “forza”, di “vibrazione“ oppure di segnali sonori di allarme, se il robot sta forzando o interferendo. Eseguita un’operazione, il robot ne ripete esattamente le sequenze e le modalità. L’intelligenza artificiale permette poi che il robot possa trasferire quanto appreso da un operatore specializzato a un altro operatore non specializzato, quindi non fornito delle stesse competenze. Le applicazioni cui potrà far fronte una simile isola robotizzata sono molteplici, dall’assemblaggio alla verniciataura di particolari piccoli o grandi, fino alla manipolazione e alla sbavatura di getti.

Un nuovo ambito di sviluppo riguarda poi i robot umanoidi di cui sono stati presentati i primi prototipi e soluzioni integrate per sale chirurgiche ove Kawasaki è parte di una joint-venture nella società Medicaroid, che immetterà sul mercato tavoli chirurgici a 6-7 assi e robot chirurgici da 1 a 4 bracci, oltre che soluzioni robotizzate per Tac e trattamento localizzato di tumori con radiazioni focalizzate: un settore che avrà un forte sviluppo in un breve lasso di tempo.



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